2. Toda la noche

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Nota: Ogni frase in una lingua diversa da italiano o inglese, verrà tradotta sempre con un asterisco immediatamente sotto, per non interrompere il fluire della storia. Buona lettura!

Come se si potesse

scegliere in amore,

come se non fosse un fulmine

che ti spezza le ossa

e ti lascia lungo disteso

in mezzo al cortile.

(J. Cortàzar)

"Harry? Harry? Harry!"

Che accento strano... che voce è? Non la conosco, se l'avessi mai sentita la ricorderei tra mille. Diamine, vortica tutto... fa caldo e fa male, eppure sento qualcosa di freddo che pizzica.... E la voce... si allontana... perché non si avvicina, dove sta andando? Devo aprire gli occhi, anche se farà malissimo, devo aprire gli occhi. Devo capire cosa...cosa ho visto?

Harry socchiuse gli occhi mugugnando un roco "Oyee", quando ai piccoli puntini di colori accesi dipinti sulle sue palpebre serrate si sostituì la luce artificiale dell'ambiente in cui si trovava. Sentì il pavimento in legno duro sotto la schiena non appena provò a contrarre i muscoli, ma qualcosa si frapponeva tra i suoi occhi e le eleganti lampade attaccate al soffitto a volta di quel luogo a lui tremendamente familiare. Uno sguardo azzurro come il cielo di Madrid quella mattina prima della tempesta, cerchiato da due evidenti borse sotto gli occhi che non facevano altro che esaltare due iridi di una profondità inconcepibile. Percepì solo in un secondo momento i palmi di due mani appoggiati delicatamente alle sue guance, come ci fossero sempre stati in tutti quegli anni a sorreggergli la testa, ad attutire i colpi, a riscaldargli il volto in giornate più fredde del solito. Nell'agitazione e nel tepore naturale del suo corpo l'elemento dissonante che aveva percepito ad occhi ancora chiusi erano le gocce d'acqua che gli cadevano sul volto, provenienti dalle ciocche di capelli del ragazzo chino su di lui, grondanti sulla sua fronte e lungo le sue tempie.

Credo non sia stata la caduta a farmi mozzare il respiro. Forse il colpo è stato più forte del previsto e sto avendo un'allucinazione da trauma. Se è così, per me può anche andare. Non c'è dolore. In tutto questo non c'è assolutamente una virgola che cambierei. Cazzo, è bellissimo. Non può esistere, è impossibile. Immobile. Resta immobile.

"Ei, ci sei? Ti senti bene?"

Sentendosi parlare in una lingua inusuale da quelle parti, un inglese che credeva di essersi lasciato alle spalle, con appena un velo di accento straniero, Harry si riscosse.

"Cos... si! Io... si. Credo di si. Scusa, devo... essere scivolato."

Harry guardò per un istante, inclinando la testa di pochi millimetri, le dita affusolate che gli sfioravano gli zigomi e i ricci che erano sfuggiti al suo elastico per capelli e il ragazzo che aveva davanti si irrigidì e ritrasse le braccia, alzandosi in piedi dall'essere appoggiato su un solo ginocchio accanto a lui. Si scosse via dal trench la polvere sollevata dai libri che erano precipitati a terra, spargendo attorno a sé una pioggia di goccioline d' acqua. Harry si alzò a sedere, ancora intontito, e pensò di non aver mai visto piovere prima che quel ragazzo portasse quello che era sempre stato il suo elemento naturale preferito addosso con tale eleganza. Sollevò lo sguardo e vide una mano a pochi centimetri dal proprio viso. Arrossì all'idea di un'altra involontaria carezza e la afferrò per alzarsi, evitando il contatto visivo.

"Grazie."

"Di niente, anzi, scusa. Credo di averti proprio spaventato, entrando all'improvviso mentre sistemavi. Non volevo..." il ragazzo dagli occhi blu abbassò lo sguardo affondando le mani nelle tasche del cappotto.

Còmo si yo fuera el sol (LARRY AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora