8. What you deserve

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What you burnt, broke,

and tore is still in my hands.

I am the keeper of fragile things

And I have kept of you

What is indissoluble.

(A. Nin)

Madrid, hotel Villa Magna, mercoledì 4 ottobre 2017, ore 19:20

E adesso che faccio? Dio mio, che cazzo ho combinato.... lo aspetto. Okay, si certo che lo aspetto, vive da me, che altro potrei fare? Okay....ma l'ho davvero baciato, e lui mi ha baciato, e....avrei potuto continuare secoli e non mi sarei fermato per nessuna ragione al mondo. Sulle sue labbra c'è esattamente l'altra metà di me, e ora che la conosco la voglio, lo voglio, in maniera irrazionale. Ma ora lui verrà qui e vorrà continuare da dove abbiamo lasciato.... e chi glielo dice che non ho la più pallida idea di cosa significhi? Come glielo spiego che per paura di essere scoperto o di avere problemi o di innamorarmi non sono mai andato oltre qualche pomiciata sul retro di un locale? Dio, lui è semplicemente perfetto, è fuoco puro, e io non so da dove cominciare... vorrei uscire da questa stanza e iniziare a correre tanto questa città non la conosco, mi perderei e sfuggirei alla pessima figura che farò, quando lui si renderà conto che sono un buono a nulla e gli verrà solo da ridere guardandomi....e se anche andasse tutto bene, poi come dannazione potrei mai pensare di tornare a quel guscio che a Parigi chiamo vita, e lasciarlo qui? Non...ho fatto qualcosa che non potevo assolutamente permettermi, e non voglio tirarmi indietro, e per paura rovinerò tutto e lui mi odierà. Già mi odio io per non essere neanche lontanamente quello che lui si aspetta che io sia... sono soltanto me. Louis, Lou... basterà? Amerà quello che vedrà? Non ce la faccio a scoprirlo, ho corso troppo, io...ma chi voglio prendere in giro, non esisteva nessun'altra direzione che non fosse contro le sue labbra, sul suo corpo, con le mani a stringerlo ovunque, perso nel suo sguardo che non fa altro che accogliermi, anche quando meriterei di essere respinto. E se ho osato tanto, adesso non voglio ferm-

I pensieri di Louis furono interrotti dalla suoneria del suo smartphone. Pensando che potesse essere il suo riccio, quello che aveva lasciato ansimante aggrappato a uno scaffale in libreria, corse a cercare il telefono inseguendo lo squillo tra le tasche della giacca, abbandonata sul tavolo della camera. Il nome sul display gli congelò il sangue dentro al cuore.

Pensò, con gli occhi sbarrati e la mano tremante, di rifiutare la chiamata, ma sapeva che quando uno squillo veniva proprio da quel numero, da quel particolare ufficio in un angolo assolato del secondo piano di una sontuosa villa di Parigi, ciò significava che era una di quelle chiamate a cui non si poteva sfuggire. Se lo avesse fatto, la persona all'altro capo del telefono lo avrebbe inseguito ai confini del mondo pur di sottoporgli qualcosa di sicuramente degradante e abietto, una lista delle cose peggiori che un essere umano potesse dire a un altro.

Fece un respiro profondo, accumulando quanto più fiato possibile nei polmoni, tanto da sentire il petto quasi scoppiare, e rispose cliccando l'icona verde, cercando di fare il prima possibile per evitare che Harry arrivasse e lo trovasse in una conversazione che non avrebbe mai potuto troncare.

Sii naturale. Respira. Resta tranquillo. Ascolta, annuisci, dà solo risposte affermative e dì che devi andare a cenare e poi a letto presto. Andrà tutto bene. Hai Harry ora, andrà tutto meglio. Ti ha dato coraggio sufficiente per fare cose ben peggiori di questa. Respira. Fallo.

"Ciao papà. Che succede?"

All'altro capo del telefono si sentì un sospiro, e il rumore dello schermo di un portatile che veniva calato bruscamente sulla sua tastiera.

"Louis. Cosa stai facendo?"

"In che senso cosa sto facendo? Sono a Madrid, nella mia camera di hotel, e mi preparo per andare a mangiare qualcosa e poi andare a letto. Tutto qui. Lì voi cos-"

Còmo si yo fuera el sol (LARRY AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora