27. "78" (Epilogo)

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"E' un amore impossibile"- mi dici.

"E' un amore impossibile"- ti dico.

Ma scopri che sorridi se mi guardi,

e scopro che sorrido se ti vedo.

"Di notte"- tu confessi – "io ti penso...

Ti penso giorno e notte, e mi domando se stai

pensando a me, mentre ti penso....

La società, le regole, i doveri....ma tremi

quando stringo le tue mani."

"Meglio felici o meglio allineati?"

-Ti chiedo.-

E il tuo sorriso accende il giorno,

cambiando veste ad ogni mio pensiero.

"Questo amore è possibile" –ti dico.

"Questo amore è possibile" –mi dici.

(Properzio)


"Haz!"

"LEVAMI LE MANI DI DOSSO! T-TU....LURIDA PUTTANELLA, LASCIAMI! LASCIAMI SUBITO!"

Harry si rese conto di star stringendo la presa, mentre si fissava con rabbia dentro quegli occhi di un azzurro annebbiato dalla collera e rigato di sangue, contraendo la mascella e tendendosi in ogni nervo con tutta l'adrenalina che il suo cuore pompava, non al ritmo di quegli insulti e dei ringhi che gli piovevano in faccia, ma a quello del respiro terrorizzato e tremante del ragazzo alle sue spalle. L'unico che avrebbe difeso affrontando la cosa che lo spaventava più di ogni altra, la violenza. Il solo che gli facesse abbattere anni e anni di timidezza, di rabbia trattenuta, di sentimenti stretti dentro ai pugni. Ora con quelle stesse mani stava sollevando dalle spalle quella figura, impostata ma di corporatura esile e snella, che scalciava e tentava di colpirlo in ogni modo, scaraventandola fuori dalla stanza, oltre la soglia ancora priva della sua porta, con uno spintone così irruento da far sentire in tutto il piccolo corridoio l'eco della schiena di quell'uomo di mezz'età che si scontrava, in un rimbombo, sul legno del muro rivestito di carta da parati.

Harry lo seguì fuori dalla stanza, percependo sempre il corpo di Louis in piedi in mezzo alla sua camera da letto, pietrificato da quella scena agghiacciante.

"Come osi entrare qui? Ti ci ha portato quel maledetto ladro, non è così? Quella sanguisuga invertita che sarebbe dovuta morire alla nascita e che invece non fa altro che approfittarsi di me e disobbedire! Ma ora non la passerete liscia! TU HAI OSATO TOCCARMI! IN CASA MIA! Maledetto frocio, ti farò inginocchiare a implorare pietà come il verme succhiacazzi che sei! Ti porterò via tutto, e guarderai quella feccia di mio figlio soffrire a causa t-"

Fu un istante. La mano di Harry che si infrangeva a palmo aperto sul viso dell'uomo, voltandoglielo da un lato per metà, stordendolo per la potenza e l'impulsività del colpo, carico di tensione trattenuta, tanto da farlo barcollare leggermente all'indietro, cercando conforto con le mani posate al muro e gli occhi chiusi, il respiro di chi vilmente teme di essere toccato ancora e sta per implorare una tregua. Il coraggio e l'aggressività delle parole in quell'uomo non erano mai state pari a quelle degli atti.

Parlava da leader, agiva da ombra. Minacciava da bestia, incassava da uomo. Debole, colto alla sprovvista, impreparato a qualcosa di ben diverso dal timore di due ragazzini colti in flagrante. Aveva sulle spalle, a tirare il tessuto della sua camicia, due mani innamorate e arrabbiate per essere state strappate dall'ignoranza e dal pregiudizio dalla pelle di chi amavano.

"Mi stia bene a sentire, perché non ci sarà una seconda volta in cui io verrò a parlarle. Io sono Harry. Il ragazzo di cui lei ha quasi lasciato morire la madre. Il ragazzo a cui ha minacciato di togliere il lavoro, la casa, l'ammissione in Accademia, ogni traguardo e certezza che io mi sia mai sudato in vita mia da quando ero poco più grande dei suoi figli più piccoli. Mi guardi, se le bastano le palle per farlo. Io potrei essere suo figlio. Mia madre sta male esattamente come è stata male sua moglie. Eppure io la perdono per tutto questo. Lei ha scelto la sua battaglia, lei voleva un nemico e ha scelto me, perché chi non sa combattere non sceglie un avversario ma una vittima. Io non posso toccarla più di quanto ho fatto adesso. Lei può vincere. La perdono. Il suo schifoso ego non si nutre da solo. Ma io sono anche il ragazzo a cui lei ha portato via con la forza e col ricatto la sola persona che avesse mai amato, quella che l'aveva salvato, quella che nel momento più nero della sua vita ha trovato comunque le energie per amare me che non volevo in alcun modo essere trovato. La persona di cui dovrebbe essere più fiero al mondo. Quella che lei dovrebbe amare più di ogni altra solo perché resta in questa casa, ama questa famiglia, rende tutti felici anche quando la felicità neppure la sfiorava. E lei gli si avventa addosso per fargli del male. Dovrebbe fare del male a se stesso anche solo per averci pensato. Non conta il sesso di chi ama suo figlio, dove voglia vivere, che cosa voglia studiare o chi voglia diventare. Lei ha risposto al suo amore incondizionato imprigionandolo. Lei ha quasi ucciso la sola cosa bella che io e tutte le persone che fanno parte della sua vita abbiamo mai visto. E lo ha fatto per un no. Sa cosa le dico? Che io ho le palle di guardarla in faccia, e di dirle uno di quei no che avrà lottato in ogni modo per non sentirsi dire. No, lei non lo toccherà più. Lei non potrà ricattarlo, trascinarlo via, allontanarlo dalla sua strada e dai suoi sogni, chiuderlo tra quattro mura, ridurlo al silenzio, renderlo invisibile o fargli pensare che avrebbe fatto meglio a non essere vissuto così a lungo. Lei avrebbe potuto avere una persona capace letteralmente di svuotare le vite che rischiano di perderla, e averla come nessuno avrebbe mai potuto. Ha scelto di perderla. Ma lui non perderà più né se stesso né me. A nessuna condizione e con nessuna minaccia. Lei non può più toccarci."

Còmo si yo fuera el sol (LARRY AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora