22. Corner souls

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AVVERTENZA PER I LETTORI: In questo capitolo vengono trattate tematiche particolarmente forti e difficili, con scene di violenza verbale e anche fisica, nelle azioni dei personaggi. Mi scuso anticipatamente con voi se qualcuno dovesse rimanere scosso, turbato o impressionato da quanto leggerà. Ho cercato di trattare il tutto nella maniera più delicata e responsabile possibile, senza eccedere, per dare un messaggio in futuro positivo e non negativo come potrebbe sembrare solo in questo capitolo e limitandomi a un avvenimento per me realistico ai fini della trama. Per qualsiasi considerazione, non esitate a contattarmi nei commenti o in dm.

Buona lettura. 

M.



Da quella stella all'altra

si carcera la notte

in turbinante vuota dismisura,

da quella solitudine di stella

a quella solitudine di stella.

(G. Ungaretti)



Parigi, Boulevard Saint Michel 30, lunedì 11 dicembre 2017, ore 10:30

Era soltanto un ricordo. Di quelli che minacciano di svanire piano, come il calore sulla pelle dopo una pressione breve, quando lasci che il freddo cancelli ogni traccia di quel rapidissimo incendio del sangue sotto la cute. Una fiammata, poi il vuoto. Qualcosa che lì potrebbe non essere mai passato. Un evento che potrebbe non essersi mai verificato. Ma c'era. Dentro di lui quelle parole, quelle sensazioni c'erano ancora. Quella voce che lo reincollava pieno di energia alla vita e ai sogni che erano diventati un dopo invece di restare un mai. Non poteva sognarle. Non potevano evocarle la mancanza o il desiderio.

Io Haz non riesco a sognarlo. Non mi appare quasi mai, né nei sogni, né negli incubi. Lo sento, a volte, ma non lo vedo. Non posso mai toccarlo, né baciarlo, né abbracciarlo, non sento il suo odore e non inseguo il suo verde che sfuggiva tra le pieghe della mia pelle o tra le curve del mio corpo. Non sento la sua rabbia e non riesco più a provare il sapore delle sue lacrime. Niente. Lo vedo solo ad occhi aperti. Attorno a me, su di me, in me, nella vita che me lo sbatte contro, nell'aria che me lo soffia sul viso. Ogni cosa della mia vita l'ho condivisa con lui, anche quelle che non avrebbe mai visto. Persino le cose che non riguardano né me né lui sembrano volerlo conoscere, sembrano soffrire per la sua mancanza. Me lo aveva detto. Torna qui se non ti senti al sicuro. Vieni qui o in un posto esattamente così. Mi troverai, mi ritroverai sempre. Saremo salvi, e io sarò per te esattamente ciò che ho sempre desiderato essere. Puoi essere la mia speranza, Haz? La mia resistenza? L'amore con cui vinco ogni giorno contro un odio che mi vuole per intero?

Louis gettò in un cestino dell'immondizia il bicchiere di carta ormai vuoto di caffè e sbuffò una nuvoletta profumata di aroma e nicotina nell'aria gelida di quel mattino parigino, sentendo le labbra al caldo per un istante ancora. Sollevò lo sguardo, stanco e ipersensibile alla luce arrabbiata e bianca che le nuvole non riuscivano a ingabbiare totalmente.

Il sole vuole sempre essere libero. Non riesci a occluderlo neanche con le bufere. Lui le amplifica, lui te le getta addosso per tornare a brillare. Che ironia della sorte, avere incisa addosso la stella, la persona più libera di qualunque altra, sapere che è mia e non poterla avere con me. Volere qualsiasi tipo di prigione purchè la viva accanto a te. Sapere di essere io la più stretta delle sue gabbie.

Cercò di concentrarsi sulla strada che doveva attraversare per raggiungere la porta che gli interessava. Inghiottì il nodo di bile che gli sembrava galleggiargli al centro della gola, e in poche tremolanti falcate fu con la mano, perennemente fredda anche dopo aver retto un caffè bollente per 40 minuti, sulla maniglia della porta a vetri di uno dei più grandi palazzi storici di Parigi.

Còmo si yo fuera el sol (LARRY AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora