2-Esercizio 7, Pagina 394

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Artemisia venne svegliata dai raggi del sole di metà settembre che le solleticavano il viso. Dopo circa 5 minuti suonò la sveglia.
Si alzò, si vestì, si pettinò i capelli, si mise il suo amato nastrino viola, e scese a fare colazione. Poi tornò di sopra prese lo zaino, alcuni libri che doveva riportare in biblioteca, il cellulare, gli auricolari e uscì di casa.

Incuffiata nel bus, intenta nella lettura di alcuni meme, a volte cacciava delle risatine che cercava di trattenere, con il risultato di far continuamente girare l'anziana signora seduta davanti a lei. Per poco, inoltre, non perse la sua fermata, e se non fosse stato per Alice Beckett, che le aveva detto una gomitata per avvisarla, non si sarebbe accorta di niente.
Artemisia frequentava l'ultimo anno delle scuole medie: andava alla Stormwall High, la scuola pubblica del quartiere, anche se i suoi avevano insistito per mandarla a Smeltings, una rinomata scuola privata che aveva frequentato sia suo padre che suo nonno. Artemisia, peró, aveva insistito per andare a Stormwall, dopo aver visto un' uniforme a casa dei suoi nonni nel ripostiglio del sottoscala mentre aiutava a sistemare. Aveva chiesto di chi fosse a sua nonna e aveva detto che non lo ricordava, con un tono leggermente alterato. Artemisia sapeva che per diciassette anni un cugino di suo padre, un certo Harry le sembrava, aveva vissuto lì, ma lui non era andato a Stormwall, ma in una specie di scuola per ragazzi con dei problemi, o cose del genere.
La scuola aveva una brutta reputazione, ma in realtà era una scuola come le altre.

Artemisia si trovava nel solito posto, davanti al portone d'entrata, e stava leggendo una bellissima storia su Wattpad, quando senti la voce di Tom Burton affianco a lei parlare.
<<Ehi, ciao Misia, volevo chiederti se avevi capito l'esercizio 7 di pagina 394 di Aritmetica. >>
Tom era il più bravo della classe in matematica e quindi perché veniva a chiedere a lei un esercizio?
La ragazza alzò la testa, girandosi a guardare il ragazzo dai capelli biondi e gli occhi verdi che le stava parlando: Tom era carino, ma non era di certo il tipo di Artemisia.
<<Certo, per trovare la x devi moltiplicare 28x4 e poi sottrarre 25. La x risulta...>>
<<87>> concluse lui. Era il più bravo nei calcoli veloci e a mente.
<<Grazie mille. Ti devo un favore... Ti aiuterò in geometria!>> aggiunse alla fine il ragazzo
<<Ma tu mi aiuti sempre in geometria!!!>> gli disse Artemisia ridendo.
Lei e Tom erano vicini di banco e si aiutavano a vicenda: lui le dava una mano con le materie scientifiche e tecniche, e lei lo aiutava in quelle umanistiche e artistiche. Erano una squadra perfetta, escluso il fatto che Tom non era un Fanboy. Ma, ehy, i Fanboy sono esseri viventi rarissimi. La ragazza aveva provato più volte a convincerlo a leggere qualche libro, ma lui usava la scusa che "leggere non era il suo forte"; "Ma chi sei?" Pensava spesso Artemisia "Levi del libro Fangirl?"Non che potesse essere paragonato ad un personaggio di un libro, ovvio. Loro sono perfetti.

Dopo circa 5 minuti suonò la campanella e Artemisia si precipitò in classe. La prima ora aveva letteratura.

Appena varco la soglia della classe esclamò: <<Buongiorno, gente!!! >> con un sorriso radioso. Ci furono alcune risposte borbottate tipo <<Buongiorno anche a te, Misia>>, <<Come fai ad essere così sveglia la mattina, Misia? >> e anche <<Buondì Artedreamia>>: quest'ultimo nomignolo era un gioco di parole basato sul suo nome e dreamer, ovvero sognatrice. Non era un insulto o una presa in giro, e anche se lo fosse stato, Artemisia lo adorava. Lo trovava davvero divertente.

Durante il resto della giornata scolastica non successe nulla degno di nota. Semplicemente all'ultima ora venne ricordato alla classe della gita che avrebbero fatto giovedì a Londra, come uscita di inizio anno (la ragazza si era chiesta perché la chiamassero d'inizio anno dato che la scuola era cominciata lunedì 3 settembre e quel giorno era lunedì 17, ma non rivelò il suo dubbio ad alta voce).

Mentre tornava a casa, sul bus, si trovava vicino a Susan Marlin, che le parlava della festa che avrebbe dato sabato sera a casa sua, e del fatto che la ragazza dovesse assolutamente esserci:
<<Dico sul serio Misa! Ci divertiremo un sacco! >>
<<Ne sono certa, Susan, il fatto è che le feste e i mortali non fanno per me>>
<<I mortali?>>chiese Susan smarrita.
<<Niente, lascia stare... Roba Fandon>>
La ragazza guardò Artemisia con aria confusa. I grandi occhi verdi erano pieni di domande che però non aveva il coraggio di fare. Voleva evitarsi un lungo discorso su un mondo che non esiste. Si scostò dagli occhi una ciocca ribelle dei lunghi capelli bruni, e distolse lo sguardo. Non parlarono per il resto del viaggio.

Prima di tornare a casa Artemisia passò in biblioteca a riconsegnare i libri, ma, a malincuore, non prese niente, dato che aveva già una montagna di libri da leggere.
Tornò a casa, fece i suoi compiti, fangirlò su Instagram e Wattpad (la storia che sta leggendo l'aveva presa davvero tanto). A cena cercò di intavolare un discorso filosofico, ma i suoi genitori preferirono parlare di cose assolutamente futili e che poco interessavano la ragazza. Tipico.

Dopo cena si chiuse in camera, come sempre, e ripensò alla giornata che l'aspettava giovedì.
Londra, così vicina eppure così lontana, l'aveva sempre attirata. Sentiva che c'era qualcosa di più, qualcosa di nascosto. Ma era solo colpa della sua fervida immaginazione, perché le era stato ripetuta tante volte che i suoi libri, per quanto stupendi potessero essere, erano solo storie. Ma Artemisia, da brava Fangirl, non smetteva mai di credere.

Spazio autrice
Questo era un po' un capitolo di passaggio e non succede niente di particolare.
Se ve lo star chiedendo(probabilmente no, ma vabbè), sì, viola è il mio colore preferito e porto sempre una collana di Ametista. Il nastrino viola no perchè... non lo so. 
Detto questo vi saluto perché devo andare... E buona vita!
P.S. La scorsa volta non ho ringraziato Madame_Potter18 che
1- Sta scrivendo un ff stupenda
2- In una discussione qui su Wattpad mi ha dato il coraggio di pubblicare la mia storia. È anche grazie a lei se la state leggendo.
Okay, adesso giuro che me ne vado.
Ciaooooo!

P. S.2 Scusate per gli errori di battitura e grammatica. Scrivere sul telefono è un po' scomodo...

Credendo Vides~Credendo riuscirai a vedere [HP]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora