The World the Girl Saw: The Struggle for Trost, Part 2

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Ciao a tutti ragazzi eccoci tornati con una nuova parte di ''If i Know what love is, it is because of you''. Spero vi piaccia.

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di Hajime Isayama. 



Capitolo 13



<< Ehi, ma siamo certi che riusciremo davvero a venderla, questa qui? >> domandò uno dei bracconieri.

<< Siamo andati apposta ad uccidere i suoi genitori pur di portarcela via. Prova un pò a guardarla bene in faccia. E' un orientale. In passato anche gli esseri umani erano divisi in molti generi. Lei è l'ultima discendente di una famiglia venuta da un luogo chiamato ''oriente'' per fuggire qui all'interno delle mura. La metteremo all'asta al mercato nero fra i ricconi pervertiti. Visto che tutti gli altri orientali sono ormai estinti...ci faremo un bel gruzzoletto. Però...suo padre non mi sembrava un orientale...Questa qui non è una purosangue! Quella che valeva davvero era sua madre ma tu l'hai ammazzata in preda al panico, brutto imbecille! >>

Il litigio che si stava creando tra i due fu interrotto da un suono. Qualcuno stava aprendo la porta della stanza.

<< Vogliate scusarmi... >> Era solo un bambino spaventato che chiedeva un rifugio per la notte.

<< Ehi! Moccioso! Come hai fatto a scoprire questo posto!? >> disse arrabbiato uno dei bracconieri avvicinandosi al bambino impaurito.

<< Ecco, il fatto è che...mi sono perso nel bosco...e ho visto questa baracca, e così... >> rispose piangendo il bimbo.

<< Non te l'hanno detto? I bambini non devono aggirarsi da soli nei boschi. E lo sai perchè? Perchè nei boschi ci sono dei lupi spaventosi. Ma adesso non hai più niente di cui preoccuparti. Puoi venire con noi... >> L'uomo non si era accorto che il bambino aveva un coltello e quando se lo ritrovò piantato nello stomaco morì senza emettere un suono.

<< La ringrazio, signore. Ormai l'ho capito da me. Crepa, razza di dannato! >> La voce di Eren si fece oscura e minacciosa. Non sembrava neanche un bambino ma un demone disceso dall'inferno.

L'altro bracconiere cercò di ucciderlo ma fece rapidamente la stessa fine del compagno.

<< Razza di animale! Crepa! Che aspetti a crepare!? Non vi meritate che questo! E' nella vostra natura fare una fine come questa! E non ti rialzare mai più! >> urlò Eren continuando a colpirlo con il coltello.

<< Adesso sei in salvo. Puoi stare tranquilla. >> disse alzandosi in piedi. 

<< Tu sei Mikasa, giusto? Io sono Eren. Sono il figlio del dottor Jaegar. Dovresti aver già visto mio padre in precedenza. Lo stavo accompagnando nel suo giro di visite e siamo andati a casa tua.>> 

Le parole del ragazzo furono come un ancora di salvezza per Mikasa. Finalmente era libera dalla quelle catene che gli tarpavano le ali. Ma il pericolo non era finito. Ne rimaneva ancora un altro.

<< Erano in tre >> Mikasa cercò di avvertire Eren del pericolo emminente ma era troppo tardi. Il terzo bracconiere era arrivato.

Quando vide i cadaveri sanguinanti dei suoi compari si avventò furiosamente su Eren tempestandolo di calci e pugni.

<< SEI STATO TU A FARE QUESTO...? SEI STATO TU AD AMMAZZARLI!? DANNATO! MA IO TI AMMAZZO! GUARDA CHE TI AMMAZZO! >> urlò l'uomo tentando di strozzarlo.

Mikasa restò immobile a guardare la scena. Era completamente terrorizzata. Non sapeva cosa fare. Solo le parole di Eren riuscirono a farla risvegliare dal proprio tepore.

<< Combatti! Devi combattere! E se non vinci, morirai! Ma se vinci, vivrai! Se non combatterai, non potrai vincere! >> disse Eren a Mikasa.

'' In quel momento, mi ricordai che io uno spettacolo del genere l'avevo già visto più e più volte. Mi si era presentato allo sguardo in ogni momento però avevo deciso di non vedere. Esatto, questo mondo è estremamente crudele! In quell'istante, smisi di tremare. Ed è in quel momento che presi il completo controllo su me stessa. E che decisi di poter fare qualsiasi cosa...Combatti...Combatti...Combatti!!!

La stanza, in quel momento, si tinse di rosso...



Qualche ora dopo...

<< Un unico colpo gli ha trapassato il cuore passando dalla schiena. E sono stati questi ragazzini a fare una cosa del genere...? >> domandò,turbato, un soldato del Corpo di Gendarmeria. 

Chi aveva compiuto quel delitto non erano dei bambini innocenti ma delle belve feroci assessate di sangue. 

Quei due bambini non erano normali. Erano dei diavoli sotto mentite spoglie.



<< Eren. Non ti avevo forse detto di andarmi ad aspettare ai piedi della montagna? Riesci a comprendere cos'è che hai fatto? >> disse Grisha preoccupato per l'incolumità del figlio.

<< Ho sterminato delle pericolose belve feroci. Delle belve feroci che solo accidentalmente avevano un aspetto simile a quello umano. Il Corpo di Gendarmeria sarebbe arrivato solo adesso e a quest'ora quelli si sarebbero già spostati da qualche altra parte! Non avrebbero mai fatto in tempo! >> esclamò Eren piangendo. Voleva a tutti i costi l'approvazione del padre.

<< Eren. Sarà anche così, ma non avresti dovuto! Sei stato solo fortunato, Eren! Ti sto rimproverando perchè hai messo in pericolo la tua stessa vita! >> 

Nonostante lo stesse riprendendo duramente Grisha era segretamente orgoglioso dell'azione coraggiosa compiuta dal figlio.

<< Mikasa. Ti ricordi di me? Ci siamo visti diverse volte, quando eri più piccola. >> disse Grisha rivolta alla bambina.

<< Dottor Jaegar. Io adesso...da che parte devo andare per tornare a casa? Ho freddo...e ormai io...non ho nessun posto dove tornare...>> il suo monologo interiore fece talmente tanta tenerezza ad Eren che decise di regalarle la sua adorata sciarpa rossa.

<< Questa...te la regalo...prenditene cura...è molto importante per me...>> disse Eren porgendogliela. Il legame che si era istaurato tra i due fece nascere un idea sensazionale a Grisha.

<< Mikasa, vieni a vivere con noi a casa nostra! Hai già sofferto troppo. Adesso hai bisogno di ristabilirti come si deve. >> disse Grisha sorridendo.

Mikasa rimase,piacevolmente, sorpresa quando Eren la prese per mano e le disse << Che ti prende? Avanti, andiamo a casa, presto. A casa nostra. >>

<< Si...torniamo a casa...>>sussurrò Mikasa commossa. Non si era nemmeno accorta che aveva cominciato a piangere lacrime di gioia.

''Questo mondo è estremamente crudele, dove ai soli vincitori è consentito vivere...Però io, in questo mondo, un luogo dove fare ritorno ce l'ho! Eren, Armin, finchè ci sarete voi, io potrò fare qualsiasi cosa''.


Commento dell'autrice:

Il prossimo capitolo verrà pubblicato la prossima settimana.

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