La sera del litigio Clara era andata alla casa del prete, che fortunatamente non era in casa. C'era invece la moglie, che la accolse e la fece sedere su un vecchio divano pieno di cuciture.
«Allora, perché sei venuta qui?» chiese la signora.
«Vede, io e la mia amica abbiamo litigato. Io voglio tornare umana, ma lei mi ha consigliato di restare vampira, e così mi sono venuti dei dubbi. Secondo lei che cosa dovrei fare?» La signora ci mise un po' a rispondere, tanto che Clara stava per rifare la domanda, poi finalmente rispose.
«Tu sei giovane, Clara, e nel pieno delle forze. Essere umana ti concederebbe di vivere come tutte le persone comuni. Invece restare umana ti renderebbe speciale, fuori dal comune, cambierebbe la tua vita per sempre. Perciò la decisione può essere solo tua.»Clara pensò attentamente a quelle parole. Lei era sempre stata una ragazza normale, e essere una vampira l'avrebbe resa diversa... in senso buono però.
«Ho preso la mia decisione. Resterò vampira. Grazie signora...»
«Walter, signora Agata Walter. Ma puoi chiamarmi semplicemente Agata.»
«Allora grazie, Agata.» Uscì di casa e chiamò Angela, ma lei non rispose.
'Accidenti' pensò. Si doveva scusare con lei per ciò che le aveva detto.Tornò a casa in piedi, siccome abitava non lontana dalla signora Walter. Il buio stava arrivando e ben presto comparvero le stelle. Poi Clara spegne l'impressione di essere osservata. Si girò ma non vide nessuno, tranne un ragazzo con il cappuccio addosso, che gli copriva il volto. Il ragazzo alzò per pochi secondi lo sguardo, e fu allora che Clara riconobbe gli occhi rossi del vampiro.
Non sapeva cosa fare. Se si fosse messa a correre, lui l'avrebbe rincorsa e presa in poco tempo. Allora decise di tendergli una trappola.
Alla fine del marciapiede c'era, al sinistra, un parco. Prese quella strada. Il vampiro la seguì ma, girando no parco, non la vide. Si tolse il cappuccio e si guardò intorno senza capire. E allora lei balzò fuori dal dietro il bidone della spazzatura. Gli saltò addosso facendolo cadere. Poi gli legò la bocca e le mani con la sciarpa.
Ma ovviamente lui era più forte. Rotolò di lato staccandosi da lei e si l'oberò in pochi secondi le mani e la bocca. Si alzò e fece cadere Clara, per poi bloccarla. La situazione si era ribaltata.
«Che cosa credevi di fare! Sei impazzita!» Gridò.
«Quello pazzo sei tu! Perché mi segui?!»
«Questi non sono affari tuoi! E adesso vieni con me.» Le legò le mani e la bocca con una corda che aveva nello zaino che teneva a spalle. Poi la prese e iniziarono a camminare. La stava portando in un posto dove nessuno li avrebbe guardati. Vide un vicolo cieco e prese quella strada.
«Lasciamo andare, maniaco! AIUTO!» Urlò.
«Smettila di urlare!»
«Aiuto! Assassino!» Arrivarono al vicolo cieco, un posto pieno di mozziconi di sigarette gettati in terra e bottiglie vuote.
Il vampiro tirò fuori dallo zaino una lunga siringa appuntita.
«Ma che cos'è?!»
«Sonnifero. Così starai calma e buona.»
«Non puoi farmi questo!»
«Oh, ma io lo già fatto.» Clara sentì come una puntura nel braccio. E poi, poco a poco, tutto si scurì, finché non vide altri che nero.
STAI LEGGENDO
Clara, la mezza-vampira
VampireClara sembra una normale quindicenne, ma non lo è. Lei in realtà è una vampira, o meglio una mezza-vampira. Quando lo scopre la sua vita cambierà, e sarà ancora più complicata quando incontrerà sua madre biologica, la Regina dei vampiri.