Capitolo 11

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«Eccoci» disse Clara. Erano arrivate in poco tempo al castello di Clarissa. Il posto sembrava più inquietante della volta prima, perché la nebbia aveva circondato il castello.
«Lì c'è un campanello.» la vampira lo suonò. Non accadde nulla.
«Sei sicura che ci sia qualcuno dentro?»
«Ma certo. Forse è meglio risuonare.» prima che potesse farlo, il portone si aprì, mostrando una figura tenebrosa.
«Tu.» Clara indietreggiò. Davanti a lei Ivan la guardava, sorridendo.
«Che ci fai qui? O meglio, che ci fate?»
«Siamo qui per la regina. Dobbiamo vederla.»
«Ah davvero?» il ragazzo rise, mostrando i canini. «Vado subito a riferire il vostro arrivo alla regina. Ma io vi consiglierei di scappare intanto. In questi giorni è un po'... irascibile, o meglio assetata. Non le dispiacerebbe ospitare un umana nella sua dimora.» Angela si nascose dietro Clara.
«Non voglio essere un vampiro!» affermò, mentre Ivan la guardava compiaciuto di averla spaventata. Poi rientrò nel castello. Poco dopo ritornò.
«Entrate. Vi porterò da lei.»

I corridoi erano dello stesso stile della camera in cui Clara era stata imprigionata. I quadri erano antichi e inquietanti, c'erano molti tappeti rossi e altri oggetti del medesimo colore, disposti su mobili di rovere.
«Eccoci qua.» disse Ivan. Davanti a lui c'era un'immensa sala. Non c'erano molti oggetti: solo un lungo tappeto verde-scuro che portava a due troni. Sul più piccolo non c'era nessuno. Nell'altro, poco più grande, stava seduta una donna sui 40 anni. I lunghi capelli neri le scendevano fino alle spalle. I viso era magro e la carnagione chiara ma non troppo. Gli occhi invece erano azzurri e freddi.
Indossava un lungo vestito blu, che quasi toccava terra, fatto di un tessuto lucido e acceso. Anche le scarpe erano tacchi blu, ma di un colore più sbiadito.
«Clara.» disse, con una voce tranquillizzante. «Finalmente ti ho trovata.» si alzò e andò davanti a lei, camminando lentamente e con il portamento di una regina.
«Ivan, accompagna la sua amica umana fuori da qui. Nella stanza degli ospiti andrà benissimo.» lui fece come gli era stato ordinato. Prese per il braccio Angela, che rivolse un ultimo sguardo supplichevole prima di uscire.
«Non sai da quanto aspettavo questo momento.» si guardarono negli occhi. Clara era davvero simile alla madre, pensò Clarissa.
«Sono venuta a chiederti... beh, in realtà tante cose. Come mai mi volevi vedere l'altra volta, quando Ivan mi ha portata bruscamente qui?»
«Come ti ho già detto, da tempo ti cercavo. Ho dato a Ivan il compito di farlo, e così è partito. Quando ti ha vista la prima volta e ti ha morsa, cosa che non avrebbe dovuto fare, ovviamente non sapeva che eri tu la bambina che cercava. Poi, quando ti ha vista ad Halloween, ha capito che eri tu. Crescendo sei diventata simile a me, anche perché ti sei trasformata in vampiro.»
«E perché mi cercavi? È vero che io sono...»
«Mia figlia. La mia bellissima figlia, nonché principessa dei vampiri. Sai, hai gli stessi occhi di tuo padre. Scuri e profondi. E ora dimmi, perché sei venuta qui?»
«Per incontrarti. Quando ho scoperto che ero stata adottata mi sono sentita tradita e ho deciso che era arrivato il momento di fare la tua conoscenza.»
«Ovviamente. E io ti aiuterò ad utilizzare i tuoi poteri. Per arrivare qua hai usato il teletrasporto vero?»
«Esatto. Poi so usare la telecinesi e la lettura della mente.»
«Bene. La lettura della mente, purtroppo, si può usare solo con gli umani. Vorrei proprio sapere a cosa stai pensando.»
«Che sono felice di essere qui.» disse Clara. Sua madre le circondò il viso con le mani, poi prese le sue.
«Nessun vampiro ha le mani calde, solo i vampiri ibridi. Come te. Amavo tanto tuo padre, era perfetto in tutto. Il tuo carattere mi ricorda lui.» il suo sguardo si addolcì. Poi entrò nella stanza Ivan, o forse era già lì da un po', solo che nessuno se n'era accorto.
«Dov'è Angela?»
«Nella stanza degli ospiti, naturalmente. Ora, perché non facciamo un tour della casa?»
«Certo!»

Camminarono poco prima di arrivare davanti ad una porta che, diversamente dalle altre, era di colore più chiaro.
«Ora entriamo.» disse Clarissa.
La stanza era bellissima. Le pareti erano grigio-chiaro. Il pavimento era un parquet di legno marrone, che era nascosto per metà da un grande tappeto di colore ciano. La cosa più bella era il letto, che sembrava il letto di una vera principessa.
«È stupenda!»
«Lo so, ed è tua. Ho pensato che, essendo per metà umana, a te non piacesse molto lo stile macabro dei vampiri.»
«Aspetta, quindi dormirò e vivrò qui? Ma i miei genitori adottivi cosa diranno?»
«Oh, tesorino, loro ti hanno tradita. E tu ora sei una vampira, non puoi più restare con loro.» Clara annuì, ma poi sentì un rumore provenire da un'altra stanza.
Era un urlò acuto, proprio come quello di una ragazza. Si precipitò fuori, seguita dalla madre.
«Clara, vieni qui, amore.» lei non la ascoltò. Seguì le grida finché arrivò alla stanza in cui era stata imprigionata. La aprì e rimase scioccata. Angela, proprio come era successo a lei, era stata legata ad una sedia. Davanti a lei Ivan, che si era spostato dalla sala dei due troni, aveva i canini fuori dalla bocca e un coltello in mano. Quando le vide, gli cadde e si allontanò.
«Ma che sta succedendo?» urlò Clara. Prese il co,telo da terra e iniziò a rompere la corda che teneva la sua amica legata.
«Fermati Clara.» si girò al suono della voce si sua madre.
«Ivan ha cercato di uccidere la mia amica! E tu non fai niente per punirlo?» sua madre guardò Ivan, che non voleva incrociare il suo sguardo freddo.
«Aspetta. Tu lo sapevi?!»
«Clara, gli umani sono esseri inutili. Non servono a niente.»
«Ma che cosa stai dicendo? Papà era un vampiro!»
«Si, lo so, per questo l'ho ucciso.» il silenzio calò nella stanza. Un silenzio pesante e doloroso.
«Tu. TU HAI UCCISO MIO PADRE!? COME HAI POTUTO!»
«Quando mi ha chiesto di sposarla, lo uccisi perché avevo capito che ci eravamo spinti un po' troppo in là. Poi sono rimasta incinta di te, e i hanno cacciata dal regno, per aver infranto la legge dei vampiri, cioè che non ci si può innamorare di un umano. Ti ho data in adozione perché eri umana, è solo dopo ho riconquistato la corona, solo che tu avevi cambiato città. Non sapevo cosa fare.»
«Pensavo che fossi buona. Mi fidavo di te.» Clara era stata tradita anche dalla sua stessa madre. Liberò Angela e insieme uscì dalla stanza.
«Addio madre.» disse, per poi cercare di teletrasportarsi. Solo che non ci riuscì.
«Credevi che sarebbe stato così facile? Ho fatto mettere una magia al castello. Ci si può solo trasportare dentro, non fuori. E ora resterai con me.»

Spazio autrice:
❤️Ho deciso di fare un capitolo più lungo perché era da un po' che non scrivevo.
Il prossimo capitolo uscirà al più presto. Vi lascio la suspense...❤️

Clara, la mezza-vampiraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora