11. Mi piace baciarti.

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Sparire.
Fino ad ora è successo solo a Fabrizio di sparire per giorni, lasciandomi con tanti dubbi e tanti perché a cui non so dare una risposta abbastanza convincente.
Ha un figlio e una compagna, l'abbiamo visto con i nostri occhi e questa consapevolezza fa male. Eppure, ci deve essere qualche altra spiegazione...

Recupero il cellulare e le chiavi di casa e in un attimo, mi ritrovo a pedalare verso il suo locale.

Stavolta voglio essere io a comparire davanti a lui, anche se ho un po' paura della sua reazione.

Appena arrivo, trovo gli operai a lavoro e il cuore inizia a battere più velocemente, quando mi accorgo che io suo fuoristrada è parcheggiato proprio qui davanti.

Lui è qui. Armato di coraggio, lascio la bici in disparte per poi entrare nel locale, sotto gli occhi attenti e curiosi delle persone che stanno lavorando qui fuori.

Faccio un paio di passi e mi fermo sul posto, quando sento la sua voce farsi più alta:"Questo lo possiamo spostà da n'artra parte?"
La voce sembra provenire dalla cucina e così cammino in quella direzione, poi mi fermo di nuovo, quando lo vedo comparire davanti alla porta.

"Che ce fai qui?" Mi chiede con un tono brusco, senza nemmeno salutarmi.

"Stavo...stavo passando da queste parti" mi gratto la nuca, con un'aria da finto tonto.

"Beh, come vedi c'ho da fà"

"Lo vedo... vuoi una mano?"

Scuote la testa e torna a parlare con un uomo sulla cinquantina. Li ascolto mentre organizzano la sistemazione degli elettrodomestici all'interno della cucina.
Dopo un po', l'uomo esce dalla stanza e resto solo davanti a Fabrizio che ha puntato le sue iridi castane su di me.

"Perché sei ancora qui?" Mi domanda, facendo scorrere il suo sguardo lungo le mie gambe per poi tornare nei miei occhi.

"Te l'ho detto, Fabrizio. Passavo di qui..."

Fa due passi verso di me:"nun dovresti stà qui"
Ma quello che leggo nei suoi occhi è decisamente il contrario di quanto ha appena detto.

I nostri visi sono incredibilmente vicini, ma improvvisamente, la magia del momento è interrotta dalla suoneria del suo cellulare.

Si allontana verso il bagno.
Le sue parole, la sua voce, la sua sola presenza, è tutto destabilizzante per me, ma mi costringo a riprendermi in fretta e a fare proprio ciò che non dovrei: origliare.

Il suo tono di voce si è addolcito, mentre parla con quella che credo sia la stessa persona dell'altra volta.

"Si, sto ancora al lavoro... no, non ne avrò per molto..." ridacchia poi per qualcosa, "Libero, io ti amo più della mia stessa vita, capito?"

Stavolta sta parlando con suo figlio e io mi sento veramente in colpa per essermi intromesso e aver origliato tutto.

Mi giro e mi trovo Fabrizio davanti che mi guarda con un'espressione indecifrabile. Ho la sensazione che si sia accorto che lo stavo spiando.

Cazzo, Ermal. Adesso che si fa?

Scappo, nel vero senso della parola, dal locale. Monto in sella alla mia bici e pedalo più forte possibile, più lontano possibile da lì.

Sento la voce di Fabrizio chiamare il mio nome un paio di volte, mentre mi allontano, ma ora come ora non ho nessuna intenzione di voltarmi.
...

Ho voglia di passare un po' di tempo assieme ai miei amici, compresa Simona.
L'appuntamento é sempre al solito posto, a Trastevere.

Certe volte, credo proprio che Simona mi dica sempre di venire là perché sotto sotto le piace David, il barman, ma non ne sono tanto convinto. Forse perché non ne abbiamo mai parlato.

Far away-MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora