21. Perché non me l'hai mai detto?

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Credo di aver dormito si e no un paio d'ore. Non so a che ora mi sono addormentato, ma alle quattro e mezza eravamo entrambi ancora svegli. Ero tra le sue braccia, appoggiato al suo petto, concentrato sul battito del suo cuore e sul contatto dei suoi polpastrelli che si muovevano lenti sulla mia pelle.

Dopo il nostro chiarimento in soggiorno, dopo i suoi baci che mi hanno tolto il fiato, dopo un paio di foto che gli ho praticamente costretto a scattare di noi due insieme, Fabrizio ha finito il suo disegno. Siamo entrati nella sua cucina e lui ha voluto preparare i pancake perché aveva fame.

Zero pensieri, solo noi due chiusi in una piccola bolla che sto per fare esplodere. Non vorrei mai farlo, ma purtroppo devo. Mi sono svegliato qualche minuto fa, ho controllato l'orario sul suo cellulare e ho visto che a breve suonerà la sveglia.

Mi prendo ancora qualche secondo per guardarlo dormire. È a pancia in giù con le braccia sotto al cuscino, la schiena scoperta e addosso solamente un paio di boxer blu scuro. Non riesco a guardare il suo viso perché è girato dalla parte opposta alla mia.
Faccio leva su un gomito per sollevarmi, poi con le dita traccio delle piccole linee sulla sua schiena. Adoro farlo. Adoro sentire la sua pelle sotto le mie dita, adoro ridisegnare le linee dei suoi tatuaggi, adoro essere qui con lui, nel suo letto.

Odio il fatto che queste poche ore siano passate così in fretta, odio dover andare a lavorare, invece di restare ancora lì con lui e odio la consapevolezza che domani mi sveglierò da solo, nel mio letto, senza poter lasciare tutti questi piccoli baci sulla sua pelle liscia.

"Non può essere già ora di alzarsi..." Si muove appena. La sua voce al mattino é sensuale, ma nello stesso tempo, ha il potere di trasmettermi una tranquillità assurda. Sembra che possa portare via tutti gli incubi legati al mio passato. Sono in pace qui, insieme a lui.

"In realtà mancano ancora sette minuti al suono della sveglia" nessuna risposta da parte sua, così continuo con i miei baci e le mie carezze, cosa che lui sembra gradire, dato che non si lamenta di essere stato svegliato.
Sembrano lontani i giorni in cui voleva tenermi lontano a tutti i costi, in cui cercava di convincere entrambi che tra di noi non ci sarebbe mai stato niente.
Non mi ha fatto nessun tipo di promessa, nemmeno ora e forse va bene così. Le promesse sono fragili, come le persone.

"Mi dispiace averti svegliato"

"A me no..." si volta su un fianco, fino a girarsi del tutto, mette un braccio piegato sotto alla testa e mi guarda con gli occhi semi chiusi. Mi osserva per qualche secondo, poi scuote la testa:"Ermal, non farmi venire strane idee, perché io sto ancora a dormì, ma là sotto c'è qualcuno che è più che sveglio"

Rido della sua battuta, poi veniamo interrotti dal suono del suo telefono che distrugge la bolla e fa tornare entrambi alla realtà.

"Ciao Già" lo vedo sollevarsi di colpo. "Cosa?" Chiede, alzando di molto il tono della voce.
Mi domando cosa stia succedendo, ma vista la sua reazione, deve trattarsi di qualcosa di serio.
Fabrizio non parla più, si limita ad annuire, fissa un punto indefinito davanti e lui e inizia a tremare. "S..si, sto arrivando" dice, prima di chiudere la chiamata e guardarmi con gli occhi sbarrati.

"Cos'è successo?" Gli chiedo. Lui indossa i jeans che aveva ieri e una maglietta presa a caso dal suo armadio, lo fa meccanicamente, senza degnarmi di uno sguardo. "Bizio..."

"Libero sta male, Ermal."
Il modo in cui lo dice, la preoccupazione per suo figlio che ottenebra i suoi grandi occhi castani, mi spezza il cuore.

"Che gli é successo?" So benissimo che non è in vena di domande. Ma non posso fare a meno di chiedermi cosa gli sia preso da un momento all'altro. Mi sono affezionato tanto a quel bambino e non posso credere che gli sia capitato qualcosa di brutto.

Far away-MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora