16. Incasinato.

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È da una settimana che non vedo né sento Fabrizio.
Questo periodo di distanza da lui mi ha fatto bene, sono riuscito a fare ordine nei miei pensieri nelle mie emozioni. Spero sia stato lo stesso per lui e spero che questo periodo di silenzio lo abbia aiutato a fare chiarezza, perché non serve scappare, so che lui mi vuole esattamente come lo voglio io.

"Mi sto annoiando, Simo" le dico a bassa voce, in modo che solo lei possa sentirmi.

Credevo che sarei riuscito ad arrivare alla fine di questa partita di basket che la mia migliore amica mi ha praticamente trascinato a venire a guardare, solo perché gioca il suo "adorato" David, ma non ce la faccio più.

A parte qualche minuto in cui si è allontanata per rispondere ad una telefonata, non c'è stato un attimo in cui io non abbia sbadigliato e non mi sia appoggiato al suo braccio o alla sua spalla.

"Smettila di lamentarti, tra un po' c'è l'intervallo" mi rimprovera, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo, perché i suoi occhi sono costantemente sul campo e su un giocatore in particolare.

Sbuffo e mi appoggio contro lo schienale del seggiolino.
Mi ritrovo a pensare al fatto che Fabrizio mi manca... mi manca da morire.

Qualcuno occupa il seggiolino rimasto vuoto accanto al mio, qualcuno che ha una voce che mi fa mancare il respiro. "É occupato?"

Mi volto lentamente, senza preoccuparmi di nascondere la gioia che mi ha riempito gli occhi, non appena l'ho sentito parlare a pochi centimetri da me.

"Ora lo è" gli dico, con un enorme sorriso sulle labbra, grande quasi quanto il suo.

Il suo sguardo, però, passa velocemente da me a Simona:"ciao, Simona." La saluta.

"Allora? Non ti chiedi come mai lui è qui?" Mi dice la mia migliore amica, risvegliandomi dal mio stato di trance.

Fabrizio ridacchia e scuote la testa:"Giada mi ha dato il tuo numero, ti ho chiamato mille volte, ma il tuo telefono squillava a vuoto..."

"L'ho dimenticato a casa" mi giustifico, volendomi schiaffeggiare da solo.

"Lo so, tua sorella me l'ha detto"

"Mia sorella?"

Lui annuisce:"ha risposto lei e mi ha detto che avrei potuto trovarti qui insieme a Simona"

L'arbitro chiama il time out e la voce di Fabrizio torna alle mie orecchie:"Vado n'attimo a fumà, vuoi venì?"
Verrei con te pure in capo al mondo, vorrei dirgli, ma mi limito a fare cenno di sì con la testa e a seguirlo.

"Simo, accompagno un attimo Fabrizio a fumare" l'avviso e mi trovo costretto a darle una piccola gomitata quando mi risponde a bassa voce:"perché? Da solo ha paura di perdersi?" Poi ridacchia:"và pure, Meta. Hai già resistito abbastanza qui per i miei gusti" mi dice.
Sto per dire qualcosa, ma lei mi interrompe:"non ringraziarmi, lo sai che ti voglio bene"

Scendiamo le scale, fino a raggiungere il parcheggio, nel quale intravedo il suo fuoristrada a cui ci avviciniamo, poi lui si appoggia con la schiena allo sportello, prende un pacchetto di Marlboro rosse e ne accende una. Nel frattempo, mi sistemo accanto a lui, ma rivolgo lo sguardo verso l'alto.
Ho bisogno di distrarmi da questo momento, perché lui è sempre troppo intenso.

"Come stai?" Mi domanda.

"Io sto bene? Tu come stai?"

"Incasinato" risponde, per poi aspirare e buttare il fumo verso l'alto, che si disperde sopra le nostre teste, mentre io non faccio altro che guardare il suo volto che sembra più tranquillo.

"Come sta Libero?" Gli domando, provocando in lui un piccolo sorriso.

"Alla grande. Stasera a cena mi ha chiesto quando torni per piantare altri fiori, come hai fatto con Giada"
A sentire quelle parole, sorrido.

Far away-MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora