Tre anni dopo.
Sono sveglio da un paio d'ore, anche se a dire il vero la tensione mi ha impedito di chiudere gli occhi. Mi giro tra le coperte e allungo un braccio, disegnando con le dita il profilo dello splendido ragazzo che dorme accanto a me.
Sorrido, pensando che nessuno avrebbe mai scommesso sulla nostra relazione, eppure, da tre anni, quasi ogni mattina mi sveglio al suo fianco e ogni giorno mi innamoro di lui sempre di più.
Non solo, nonostante il tempo che passa, diventa più bello, ma stiamo crescendo insieme, cercando di superare ogni paura e ogni ostacolo che, di tanto in tanto ci si presenta.
Appena sente il mio tocco, vedo i suoi occhi socchiudersi. "Dai, lasciame dormí n'pochetto" borbotta.
"Ti ricordo che abbiamo un matrimonio, Bizio"
Emette un suono gutturale, poi solleva la schiena. "Amò, só le sette! Dobbiamo annà a pescà prima?" Mi domanda,osservando il quadrante della sveglia appoggiata sul comodino.
Rido alla sua battuta e lui ride con me. Perché deve prendere sempre tutto con così tanto pressappochismo?
"No, ma dobbiamo prepararci" rispondo, cercando di rimanere serio. In realtà vorrei scherzare anch'io, ma l'ansia me lo impedisce.
Mi chiedo come faccia lui. Quando l'ho conosciuto, quello più ansioso era lui, adesso sembra quasi che i ruoli si siano invertiti.Mi alzo dal letto, poi frugo nell'armadio per trovare almeno una t-shirt da indossare, dato che ieri sera non ho avuto nemmeno il tempo di vestirmi e si può immaginare benissimo perché...
Fabrizio mi lancia un'occhiata che conosco fin troppo bene, squadrandomi dalla testa ai piedi con aria maliziosa."Che c'è?" Gli chiedo, ridacchiando.
Lui non risponde, continua a tenere quello sguardo fisso su di me. "Ringrazia che tua sorella e mi fratello se sposano e se dovemo sbrigà, altrimenti restavamo qui tutto il giorno" dice, con quel tono di voce basso che mi fa impazzire.
Alzo gli occhi al cielo:"non ti é bastato ieri sera, Bizio?" Gli domando, fingendomi scocciato.
"Tu non mi basti mai, Ricciolí" dice, togliendomi il fiato con quell'affermazione. Sa benissimo quanto mi dia fastidio quel soprannome, soprattutto detto da lui, per questo, quando vuole stuzzicarmi, lo usa sempre e riesce bene nel suo intento di farmi incazzare, devo dire.
Lo fulmino con lo sguardo, lui alza le mani in segno di resa, poi gattona sul letto, allunga le braccia verso di me, mi stringe dalla vita e mi trascina nuovamente sul letto, dandomi dei baci lungo il collo, all'altezza della clavicola.
"Sai che ti amo, vero?" Mi sussurra, mentre quella scia di baci si sposta verso le mie labbra, di cui si impossessa avidamente."Ti amo anche io, Bizio" dico, quando finalmente torno a respirare. I baci di Fabrizio mi lasciano sempre la stessa sensazione: quella di poter camminare a un metro da terra, in apnea. È strano da descrivere ma, in fondo cosa c'è di logico in noi?
"Papà papà!" La voce di Libero ci interrompe. Ormai è un ometto: tra meno di un mese compirà nove anni.
Fabrizio si allontana e fa spazio anche a lui nel letto matrimoniale.
"Viè qui, campione!" Esclama, sbattendo la mano sul materasso. Lui non se lo fa ripetere due volte e si lancia a peso morto sul letto."Allora, sei emozionato?" Gli chiede suo padre.
"Sono contento" risponde, sfoderando un sorriso a trentadue denti.
Fabrizio, suo figlio, i loro sorrisi, mentre fanno la lotta accanto a me, il suono della loro risata che rimbomba in tutta la stanza, non c'e altro che voglia più di questo, non c'è altro che voglia più di loro due.
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Far away-MetaMoro
ChickLit[completa] Il giovane Fabrizio Mobrici torna a Roma con suo figlio Libero dopo cinque anni trascorsi lontano ed è proprio qui che conosce Ermal, il ragazzo con cui ogni mattina compiva lo stesso tragitto per andare a scuola e di cui non sapeva neppu...