28. Sono un coglione.

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Ho perso il contatto con la realtà.

Questo bacio è stato così travolgente che non so nemmeno più come mi chiamo. Le mie dita scorrono tra i suoi capelli, le sue mani scendono sulle mie cosce, fino al rigonfiamento nei miei pantaloni, poi ho sentito un tonfo, credo fosse la porta di casa che veniva chiusa con forza e infine, sento il muro dietro la mia schiena. Mi sta tenendo stretto contro la parete, le mie gambe incastrate attorno al suo bacino e la sua bocca che non ha ancora smesso di incendiare il mio corpo.

Mi è mancato davvero, mi è mancato troppo e sentire il suo corpo stringersi al mio in un modo così passionale, mi fa capire che anche io sono mancato a lui.

"Fabrizio..." Le sue labbra sono come benzina sul fuoco e io non riesco più a connettere. Per questo motivo ho bisogno di pronunciare il suo nome, altrimenti potrei davvero impazzire.
"Fabrizio..." Ora non ho più il muro alle mie spalle, sta camminando, ma non sono in grado di aprire gli occhi per capire cosa sta succedendo.

Non sto davvero capendo più niente. Fabrizio mi ha in pugno, come sempre del resto. Le sue mani continuano a stringermi, la sua bocca mi ha fatto perdere il controllo e la sensazione del suo corpo stretto al mio è da perdere la testa.

Mi rendo conto che siamo sdraiati sul mio divano solo quando le sue labbra mi danno un po' di tregua. Apro lentamente gli occhi per incontrare subito i suoi. La sua mano sfiora il mio viso dolcemente, per poi infilarsi tra i miei capelli. Non riesco a fare altro che restare immobile a guardarlo, quasi non respiro per paura che questa sia solo un sogno e possa svanire da un momento all'altro, ma so che é realmente qui grazie alle sue carezze, alle sue dita che non smettono di vagare leggere sulla mia pelle.

Non sorride mentre segue con lo sguardo il percorso che compiono le mie mani. Non sorride neanche quando torna a guardarmi negli occhi. Non sorride e non parla, mentre io avrei bisogno della sua voce.

"Perché sei qui, Bizio?" Voleva che glielo chiedessi e io voglio saperlo.

"Perché... perché ieri mattina ho seguito quello fino al lavoro, lo so, non avrei dovuto farlo ma..." Si blocca per osservare la mia reazione, ma io gli faccio cenno di continuare. "Stasera passavo di qui e ho visto la sua macchina parcheggiata qui fuori..." Fabrizio non si smentisce mai, è sempre e comunque sincero.

"Altrimenti non saresti qui, vero?" Fa male pronunciare ad alta voce questa consapevolezza, ma è giusto affrontare le cose per come stanno realmente.

"No...non sarei qui" Continua a guardarmi serio, continua ad accarezzarmi e continua a tenere i suoi occhi nei miei. "Ma sapere che c'era quello qui con te mi ha mandato in fumo il cervello..." La sua mano si ferma sul mio viso e il mio cuore batte ancora più veloce. "Perché era qui?"

"Non dovrei rispondere, lo sai, vero?" Gli spunta un mezzo sorriso, il suo pollice scorre lentamente sulla mia guancia e la mano rafforza leggermente la presa sulla sua nuca.

"Lo so" ammette sincero, e io non ho intenzione di tenerlo all'oscuro, non ne avrei motivo.
Mi è piaciuto tenerlo in sospeso, ma mi piace ancora di più avere questo confronto con lui.

"È venuto qui per scusarsi" Fabrizio aggrotta le sopracciglia, evidentemente confuso.

"Per cosa se doveva scusà?" C'è un che di inquisitorio nella sua voce.

"Ti ho detto che ieri sera siamo usciti..." I suoi occhi si incupiscono, "Lui stava... stava per baciarmi..." Mi priva per un attimo della vista dei suoi occhi, poi torna ad aprirli con un gran sospiro. So cosa vorrebbe sapere.
"Quando ho capito cosa stava per fare, mi sono allontanato. Non l'ho baciato, Bizio. Non avrei mai potuto" Mi guarda ancora per un attimo, poi è lui a baciarmi. Le sue labbra fanno una forte pressione sulle mie, mentre io lo tengo ancora più stretto,  fino a che si allontana di nuovo. Poi toglie la mano dal mio viso e la porta sulla sua nuca a prendere la mia, per poi metterla davanti al suo viso.

Far away-MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora