26.Pessima idea, Ermal.

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"Lascia stare, non fa niente" è la terza volta che cerco di convincere Simona a lasciarmi a casa stasera, ma lei non ne vuole sapere.

"Nossignore, hai quel muso lungo da giorni ormai e non ho più voglia di vederti in questo stato, quindi stasera uscirai con noi. Fine della discussione!"

Il noi è inteso come lei e David.

La mia migliore amica ha detto che anche David ha insistito affinché uscissi con loro stasera, ma io continuo a pensare che non sia una buona idea.

"Ho in mente di presentarti un bel ragazzo. Alto, occhi neri, capelli lunghi e...gay" dice Simona, ridacchiando.

"Simo, davvero, non sei obbligata a..."

"Piantala di rompere, Meta! Passiamo a prenderti stasera" posa sul bancone il suo bicchiere di caffè ormai vuoto, poi si volta per osservare chi è appena entrato nel bar in cui lavoro e lo accoglie con un grande sorriso.

Alto, capelli lunghi, occhi neri... dall'aspetto sembra proprio la persona che la mia migliore amica mi ha descritto poco fa. Simona si alza dallo sgabello su cui era seduta e va a salutarlo.
Tutte queste non sono semplici coincidenze.
Il mio turno è iniziato poco fa e stranamente Simona è passata a fare colazione, ma forse non é un caso che sia passata da qui e nemmeno la presenza di questo ragazzo qui al bar é il frutto di una casualità. Credo che in tutto questo ci sia lo zampino della mia migliore amica e forse anche di mia sorella.

È passata una settimana da quando Fabrizio mi ha accompagnato a casa, dopo quella disastrosa serata a casa sua. Da allora non ho più sentito, ma forse è giusto così. Forse ha bisogno di tempo per metabolizzare tutto quello che è successo, per ragionarci con calma e nel frattempo, mi sono confidato con Sabina e Simona. Gli ho raccontato ogni cosa e, neanche a dirlo, sono arrabbiate con Fabrizio. A dire il vero, ne ho parlato anche con Giada e anche lei sembra avercela a morte con lui. Questo mi dispiace, perché non voglio che discutano a causa mia.

Resto per un attimo a guardare la mia migliore amica e il nuovo arrivato.
"Lui é Roberto" dice Simona, ammiccando con lo sguardo, mentre il ragazzo mi porge la mano.
"Piacere Ermal" rispondo, sforzandomi di sorridere e ricambiando la stretta di mano.

Roberto si siede sullo sgabello e mi sorride. Cerco di distogliere lo sguardo, anche se mi riesce impossibile e vado a preparargli un caffè.

"Ah, sono in ritardo!" Esclama la mia migliore amica. "Devo proprio andare, ciao belli!" dice, prima di alzarsi dallo sgabello, uscire dal locale e dirigersi verso la sua auto.

Ed è in momenti come questi che penso a come potrei ucciderla.

"Stai bene?" Mi chiede Roberto, dopo qualche istante di silenzio. Il suo sguardo è limpido, sembra una brava persona, una di quelle che ispirano subito fiducia.

"Si" affermo con un sorriso, ma dalla sua espressione capisco che non mi abbia creduto. "No" ammetto sincero.

Ha notato il mio umore pessimo ed è stato molto carino a tirarmi su il morale, cercando di raccontarmi qualche aneddoto divertente. A dire il vero, ora che lo guardo con più attenzione, ho già visto Roberto in altre occasioni: è capitato un paio di volte che si unisse alla compagnia con cui uscivamo anche io e Simona.

Ho deciso di non rivelargli il vero motivo per cui sono così giù di morale, ma é stato piacevole sorridere con lui, smettendo di pensare a Fabrizio per un po' di tempo.

Ammetto di esserci rimasto male per la sua scomparsa, ma so che devo avere pazienza. Me l'ha detto Giada e me lo ha detto anche mia sorella, ma più passano i giorni, più sento il dispiacere trasformarsi in rabbia. Si, sono arrabbiato. Lo sono con lui e lo sono con me stesso.

Far away-MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora