"Yeah, my life is what I'm fighting for
Can't part the sea, can't reach the shore"
(La mia vita è ciò per cui sto lottando, non riesco a lasciare il mare, non riesco a raggiungere la spiaggia)Quello stesso giorno Sofia venne trasferita in pediatria. Non la salutai, rimasi chiusa nel bagno, ma quando smisi di sentire rumori strani e uscii da quello stupido stanzino, trovai sul mio letto un disegno dove c'ero io, di spalle, distesa sul mio letto e con delle ali piegate sulla mia schiena. Era un disegno semplice svolto unicamente in matita e si vedeva che era stato fatto di fretta, ma ciò non gli toglieva la bellezza che si meritava. Sul retro c'era una sola frase, scritta con una calligrafia fine ed elegante, e quella che immaginai essere la firma di Camila.
Ali piegate perché non pronte a spiccare il volo. Ti verremo a trovare lo stesso.
Scossi la testa sbuffando e tornai a distendermi a letto, guardando verso la finestra e dando le spalle alla porta della stanza. Guardai le nuvole e vidi il sole oltre di esse, immaginai il rumore del mare e godetti le carezze del vento illusorio che mi sfiorava il volto. Abbassai le palpebre sospirando e desiderai di essere da qualche altra parte, ovunque fuorché in quella stanza. Avrei potuto essere in riva al mare, distesa sul prato verde del giardino di casa, in mezzo alla neve in cima alle montagne che avevo scalato da bambina assieme a mio padre o al tavolo con gli amici a bere e a prenderci in giro come i tipici adolescenti che, tutto sommato, sono ancora dei semplici bambini che vogliono scoprire troppo in fretta che cos'è la vita e che, il più delle volte, rimangono semplicemente delusi.
«Lauren, la psicologa ti aspetta.»
«Non voglio parlare con la psicologa, James.» sospirai.
«Lo so, ma devi.» rispose.
«Posso farti una domanda?» chiesi invece, rifiutandomi di cambiare posizione e continuando a fissare il cielo fuori dalla finestra senza avere alcuna intenzione di guardare l'infermiere negli occhi.
«Anche due.»
«Che cosa ci faccio ancora qua?» chiesi. «Non ha senso. Odio curarmi, anche perché invece di migliorare sto peggiorando ed è chiaro che sono senza speranza, e sogno di uscire a vedere l'ultima volta il mondo, ma perché non lo faccio?»
«Perché, anche se non lo vuoi ammettere, in realtà ci speri ancora. Tutti noi ci speriamo ancora, Lauren, non hai idea quanto. Vorremmo vederti uscire di qua totalmente pulita, non con la consapevolezza che nel giro di qualche settimana ritorneresti con il cuore fermo e gli occhi chiusi, questa volta per sempre.» rispose. «Stai ancora combattendo, per quanto ti faccia schifo anche solo pensarlo, per la tua vita. Sai che sei praticamente fottuta ma non è da te gettare la spugna prima del tempo, per quanto possa fare male. È come se continuassi a lottare controcorrente senza mai smettere di sfidare la forza della natura e, lasciatelo dire, ti ammiro terribilmente per questo.»
«Sono stanca James.» sussurrai infine.
«Lo so, ma non è ancora il momento di riposare.»
***
Bussai alla porta della stanza in un modo tanto leggero che quasi credetti che le persone al suo interno non avrebbero mai potuto sentirmi ma dovetti ricredermi quando, pochi secondi dopo, sentii una voce squillante darmi il permesso di entrare.
Aprii lentamente la porta, sgusciando oltre di essa e ritrovandomi in un istante davanti ad un letto singolo occupato da una bambina che, sorpresa di vedermi, sorrideva più che mai.
«Lolo.» disse. «Ciao, cosa ci fai qua?»
«Ciao Sofia.» la salutai a mia volta. «Volevo sapere come stavi.»
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Head Above Water ~ Camren
FanfictionI've gotta keep the calm before the storm I don't want less, I don't want more Must bar the windows and the doors To keep me safe, to keep me warm Yeah, my life is what I'm fighting for Can't part the sea, can't reach the shore And my voice becomes...