12.

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God, keep my head above water
Don't let me drown, it gets harder
I'll meet you there at the altar
As I fall down to my knees
Don't let me drown
Don't let me drown
Don't let me drown
Keep my head above water, above water
(Dio, tieni la mia testa fuori dall'acqua, non lasciarmi annegare, è diventato più difficile. Ci incontreremo lì all'altare mentre cado in ginocchio. Non lasciarmi annegare, non lasciarmi annegare, non lasciarmi annegare. Tieni la mia testa fuori dall'acqua, fuori dall'acqua)

Gli ultimi accordi svanirono, lasciando calare un improvviso silenzio sulla folla che, dopo pochi istanti di gelo, esplose in grida di giubilo talmente forti che fecero tremare il palco sotto i miei piedi. La mia espressione tesa e preoccupata si sciolse in una soddisfatta e realmente felice e, mentre tenevo salda a me la chitarra che tanto amavo, mi piegai leggermente in avanti accogliendo gli applausi e le grida di approvazione con un piccolo ed impacciato inchino.

Mi guardai attorno sorridendo come una bambina, cercando di capire cosa dovessi fare in quel momento visto che mi ero totalmente dimenticata delle prove che avevamo fatto nel pomeriggio e, improvvisamente, le mie gambe erano diventate di cemento smettendo di rispondere ad uno qualunque dei miei comandi.

Per mia fortuna, al mio fianco si presentò Camila, accolta con altre grida di gioia che avevano iniziato a farmi fischiare le orecchie, che mi avvolse i fianchi con le braccia e mi strinse a sé, lasciandomi un bacio leggero sulle labbra ancora tirate nel sorriso più grande che avevo mai avuto la fortuna di indossare in tutta la mia vita. In quel momento mi ricordai che la sua presenza non era prevista, sarebbe dovuta apparire dopo la mia discesa dal palco, eppure nessuno mi aveva richiamata da dietro le quinte per farmi allontanare dal palco lasciandole così il via libera.

«Sei stata grandissima Laur, sono così tanto orgogliosa di te.» disse al mio orecchio, tornando ad abbracciarmi, mentre la folla ai piedi del palco esplodeva in urla di festa, ma tutto quello che riuscivo a sentire in quel momento erano le parole di Camila continuare a ripetersi nella mia testa assieme alla sua risata, contagiosa come sempre, che in quel momento vibrava nell'aria attorno a me. «Ora corri fuori, ti raggiungo appena finito il concerto okay?» Ed io, senza esitare ancora una volta, portai a termine la sua richiesta sparendo dietro le quinte del palco per potermi guardare in pace l'esibizione della ragazza.

Dal resto della serata ebbi solo ricordi sfocati, inquinati da luci di flash scattati all'uscita dello stadio e illuminati dal sorriso allegro di Camila che, una volta afferrata la mia mano quando ancora eravamo sul palco al momento dei saluti finali, non aveva intenzione di lasciarmi andare per nemmeno un secondo. Ricordai del viaggio di ritorno a casa pieno delle risate della cubana e dei suoi scherzi orribili che però riuscivano sempre a divertirmi e ricordai bene il momento in cui, appena chiusa la porta alle nostre spalle, la ragazza mi saltò addosso afferrando le mie labbra fra le sue, mentre le sue mani affondavano nei miei capelli corvini che, dopo l'operazione avvenuta più di un anno prima, avevano ripreso a crescere raggiungendo le mie spalle e scivolando lentamente sotto di esse, assumendo un'aspetto ribelle che mi si addiceva più che mai.

In un attimo io e la ragazza eravamo in quello che pochi mesi prima era diventato il nostro letto, stese sotto il groviglio di lenzuola che avevamo creato dai momenti affannati dei nostri corpi accecati dal desiderio carnale e che avevano cercato fra baci e carezze di fondersi in uno solo, fallendo anche quella notte, ma riuscendo ad unire, ancora una volta, le nostre anime. Eravamo entrambe nude, pelle contro pelle, con i petti che si alzavano e si abbassavano a ritmo irregolare a causa del piacere appena provato, e Camila aveva appena appoggiato la sua testa appena sopra il mio seno sinistro, accarezzando il mio ventre con le sue dita sottili mentre io la avvolgevo con un mio braccio e la stringevo a me. Era un'abitudine che aveva preso in fretta sin dalle prime notti che avevo passato fuori dall'ospedale stretta a lei, ancora prima che lei si concedesse a me, sostenendo che, in quel modo, poteva sentire il battito del mio cuore e la cosa, a quanto pare, la rassicurava.

Head Above Water ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora