Ero seduta su una delle scomode sedie della sala d'attesa, muovendo le gambe in modo irregolare e lasciando trasparire il mio nervosismo senza mai preoccuparmi di nasconderlo. Se avessi potuto avrei anche iniziato a mangiarmi le unghie, ma l'avevo già fatto nell'ora precedente e, a meno che non volessi ritrovarmi con la carne viva al posto delle dita, dovevo sfogare la mia ansia in un modo differente.
Mi alzai di scatto, incrociando le braccia all'altezza del petto, camminando avanti e indietro tenendo la testa bassa e chiedendomi perché cazzo bisognasse metterci sempre così tanto per fare delle fottute operazioni e perché cazzo nessuno si degnasse mai di dire cosa stava succedendo fra quelle quattro mura e se le cose stavano procedendo per il meglio o cosa.
Mi avvicinai al muro del corridoio e iniziai a tirare leggere testate contro di esso, sbuffando continuamente in modo sempre più rumoroso, fino a quando una voce non mi raggiunse bloccando i miei movimenti e facendomi girare verso la fonte di quel suono.
«Dopo due anni di permanenza qua dentro ancora hai voglia di farti sufficientemente male da rimanerci ancora qualche altro giorno?» improvvisamente sorrisi, nonostante la situazione ansiolitica nella quale ero immersa, incrociando lo sguardo di James, il mio vecchio infermiere, che non vedevo da ormai tre anni, esattamente dal giorno della mia uscita. Mi avvicinai velocemente a lui e lo strinsi subito in un abbraccio, avvolgendolo con le mie braccia, lasciandomi cullare dalla sua stretta protettiva e sicura che aveva tutta l'aria di essere quella che un padre dedicava al figlio prima della partenza per il college: piena d'orgoglio ma, anche, di un pizzico di tristezza.
«Allora, mi hanno detto che lì dentro c'è Camila.» disse separandosi infine da me e convincendomi a tornare a sedere. «Da quanto?»
«Sì, è vero.» risposi. «Ormai è un'ora, credo. Forse sono passati solo dieci minuti, non lo so, non dormo da ieri e non capisco più un cazzo, detto sinceramente.»
«Non hai dormito questa notte?» chiese lui corrugando la fronte.
«Siamo qui da mezzanotte, ha iniziato ad avere le prime contrazioni intorno alle dieci di ieri sera e abbiamo deciso di venire in ospedale solo due ore dopo. Però dopo aver passato la notte in travaglio i parametri di Camila hanno iniziato a sballarsi, non so bene spiegarti cosa sia successo ma nel giro di pochissimo me l'hanno portata via rinchiudendola in sala operatoria e io non so che fare, visto che tra l'altro nemmeno mi dicono che sta succedendo.» spiegai sospirando rumorosamente e passando successivamente una mia mano fra i capelli spostandoli lateralmente, riportando alla luce il mio solito gesto nervoso che mi aveva da sempre caratterizzata.
«Ehi, stai tranquilla Laur, vedrai che starà andando tutto bene.» James sorrise con la sua solita aria tranquilla che subito mi rassicurò. «È un maschietto o una femminuccia?»
«È femmina.» risposi allora con un sorriso, alzando lo sguardo da terra e puntandolo sui suoi occhi ritrovando in essi il riflesso dei miei che, come sempre quando parlavo della bimba in arrivo, stavano brillando di felicità. «Si chiama Angelica.»
«Angelica? Ma non era...»
«Il nome di mia nonna, sì.» risposi sorridendo ancora una volta, tornando poi a guardare la porta d'ingresso che conduceva alla sala operatoria che, proprio in quel momento, si aprì facendo passare qualche infermiera.
Mi alzai di scatto andandogli incontro, sentendo il cuore battermi nel petto ad una velocità impressionante, mentre nella mia testa i peggiori scenari si facevano vividi e sempre più reali, facendomi nascere un doloroso nodo in gola che non riuscivo a sciogliere in nessun modo.
«Allora?» chiesi ansiosamente, sperando di ricevere notizie positive, assaltando gli infermieri che erano appena usciti dalla stanza.
«Congratulazioni, è in perfetta forma. È tutto a posto, non si deve preoccupare di nulla.» disse un'infermiera sulla cinquantina rivolgendomi un sorriso rassicurante. «Mi segua, la accompagno dalla sua famiglia.»
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Head Above Water ~ Camren
FanfictionI've gotta keep the calm before the storm I don't want less, I don't want more Must bar the windows and the doors To keep me safe, to keep me warm Yeah, my life is what I'm fighting for Can't part the sea, can't reach the shore And my voice becomes...