1º Capitolo

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*nuneul tteunda eodum sok na
shimjangi ttwineun sori nasseol ttae
maju bonda geoul sok neo
geopmeogeun nunbit haemugeun jilmun*

Scendo velocemente dalle scale dell'università cercando di non scontrarmi con qualcuno, mentre canticchio una canzone che ha scritto il mio migliore amico Jin con il suo gruppo.

Sono tornata dall'Italia ieri pomeriggio e il jet-lag si sta facendo parecchio sentire, questa notte ho dormito poco, ero così in ansia di ritornare a lezione e troppo eccitata all'idea di rivedere i miei migliori amici.
Ora sono a lezione credo, sono entrata più tardi perché non ho lezione ora e mi è venuta voglia di cantare.

Il mio migliore amico Seokjin mi stava insegnando a suonare la chitarra perciò ora sono alla ricerca sia dell'aula che dello strumento, spero ce ne sia una libera così vado in cortile sotto un albero ad esercitarmi.

Non sono asociale ma preferisco di gran lunga isolarmi e dedicarmi esclusivamente a ciò che sto facendo senza distrazioni.

La mia disperata ricerca continua: da quando sono ritornata dalle vacanze hanno fatto qualche modifica alle aule e io ho frequentato le lezioni per due settimane prima di partire; erano solo delle lezioni di introduzione per le matricole prima della partenza dei corsi.

Inaspettatamente svoltando l'angolo del corridoio mi trovo davanti un ragazzo di bel aspetto.
Non è molto alto, così ad occhio sarà dieci centimetri più alto di me, ha i capelli di un rosso violaceo, indossa degli orecchini a cerchio e un pendente a forma di piuma.

"Ehi, scusami, mi sapresti dire dov'è l'aula di musica? Mi servirebbe una chitarra" chiedo con il fiatone dopo la discesa rapida dalle scale.

"Non c'è più l'aula di musica, l'hanno utilizzata come magazzino per il materiale dei laboratori artistici. Adesso si fa tutto in aula magna. Se vuoi, puoi assistere alla lezione di teatro, tra poco finisce e in fondo alla stanza ci sono gli strumenti" risponde gentilmente con un dolce sorriso.
Mi fa cenno di seguirlo.

Recupero il fiato e con un sorriso mi accingo a seguirlo.

Quando apre le porte della grande aula in fondo al corridoio, noto che molti posti a sedere sono già occupati dagli studenti.
Per fortuna non sono sola ad assistere.

Rimango incantata a guardare i costumi e la scenografia, ma mi accorgo di aver perso di vista il gentile ragazzo che mi ha aiutata.

Vado avanti e indietro tra le file per cercare un posto libero.

"Alessia!"
Sento una mano afferrare il mio braccio.

"Jin, che ci fai qui?" Mi accuccio ad abbracciarlo con una gioia immensa.
"Shhh, abbassa la voce... " dice ricambiando l'abbraccio "sono fuggito dalle grinfie della professoressa di canto! Ieri sono andato al karaoke e ho perso la voce. Mi ammazza se mi sente preso così..."

"Che stupido che sei...lo sai che va a finire sempre così" dico trattenendomi dal ridere.

"Tu che ci fai qui?" chiede curioso Jin.
"Stavo cercando una chitarra, mi è venuta voglia di cantare! Vieni con me? Così mi aiuti con gli accordi".

Lo guardo facendo gli occhioni dolci e pregandolo. So che vuole dirmi di no, in fondo ha poca voce, ma ogni volta riesco a fargli cambiare idea, non so come, probabilmente perché mi vuole troppo bene.
Dovrebbero farlo santo, sono sempre insistente con lui.

Si alza dalla sedia e si sistema la sua maglietta rosa. Faccio un urletto di gioia molto trattenuto per non disturbare e mi fiondo su di lui, lo prendo per un polso e lo tiro verso l'uscita senza attirare l'attenzione.

Jin è davvero alto rispetto a me, immaginatevi un comodino e un armadio, ecco questa è la differenza fra noi.

"Jin, dove sono Hoseok e Jimin?" chiedo incuriosita.

"Credo siano a lezione"
"Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa in mensa? Così li aspettiamo" propongo sapendo già la risposta.

"Certo, ho un certo languorino"
"Strano" rispondo ridendo.
Jin fa una smorfia da offeso e mi spettina i capelli.

"E la chitarra?"
"Non importa la prendo più tardi, voglio aspettare i ragazzi, mi siete mancati troppo!" Rispondo con occhi lucidi.

"Intanto mando un messaggio ai ragazzi così li avviso".

"Intanto mando un messaggio ai ragazzi così li avviso"

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"Perfetto!" rispondo a voce alta.
"Ha detto di sì? Dovrebbero finire alle 13"
Annuisco con la testa e sorrido.

Li avevo già sentiti ieri sera appena ho sistemato le valigie, mi tremano le gambe all'idea di riabbracciarli.

Proseguiamo e ci fermiamo al piccolo market dentro il campus a prendere dei noodles istantanei piccanti e qualche bibita gassata esageratamente dolce come piace a noi.

Arrivati in mensa scaldiamo dell'acqua, aggiungiamo le bustine e li lasciamo cuocere 3 minuti come scritto sul barattolo.

È quasi l'una e non vedo l'ora di rivederli.
Sono mancata da scuola per un mese perché sono stata da dei miei parenti in Italia, ma stare staccata da loro anche solo per una settimana, sulla mia pelle mi sembra di non vederli da mesi.
Prima ho intrapreso i corsi di lingua per poi iscrivermi ai corsi di pittura sempre di questa università.

È davvero bellissima, è sulle stesse righe dei college americani; c'è la lavanderia, i dormitori, la palestra, le sale di studio, i campi da calcio, atletica, basket e baseball.

Loro tre state le prime persone che ho conosciuto qui e mi hanno aiutata tantissimo ad imparare la lingua e ad adattarmi.
All'inizio è stato davvero difficile non conoscendo nessuno, la coltura, le usanze, i cibo, tutto era completamente diverso da dove vengo io. Mi sentivo persa e sola; ma ero e sono tuttora felice, mi sento per la prima volta a casa, sto vivendo il mio sogno ad occhi aperti.

È come se li conoscessi da sempre, sono il mio punto di riferimento più grande, se non l'unico, mi hanno insegnato tutto, so sempre dove sbattere la testa nel caso avessi bisogno.

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