16° Capitolo

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Finalmente le rincontro sempre pronte ad accogliermi.

I nostri respiri ritornano ad diventare talmente pesanti da toglierci il fiato, il suo corpo iniziò a premere di più contro il mio come se chiedesse di più, come se volesse unirsi.

La pelle vicino le nostre labbra era incandescente, le nostre chiome sono tutte spettinate, i visi arrossati e i nostri corpi vogliono di più, ma i nostri polmoni chiedono una tregua.

Vorrei spingermi oltre, come credo voglia farlo pure lui, ma non è questo il momento, non ora, non voglio ripetere gli stessi errori, non con lui.

Tutto dovrà attendere il momento giusto, voglio conoscere ogni parte di lui, voglio scoprire chi è realmente Min Yoongi, voglio che la magia che c'è tra noi cresca ogni giorno al fine di godermi a pieno ogni singolo istante con lui.

Ci stacchiamo lasciando un sottile sospiro tra noi.

Ci fissiamo. I suoi occhi mi stanno inghiottendo come se fossero un buco nero, gli afferro il viso e mi soffermo a guardare quanto sia bello, la sua chiara pelle è accaldata, i suoi occhi felini ancorati ai miei, i suoi cappelli ancora leggermente umidi penzolano dalla sua fronte, i suoi respiri stanno cercando di ripristinarsi, le labbra leggermente schiuse gonfie dai baci sono umide e arrossate.

Il mio cuore sta balzando sullo sterno, il mio corpo è in mobile sotto al suo.

Non riesco a dire nulla, sono imbambolata.

Yoongi allunga la mano verso il mio viso per spostarmi i capelli e mi sorride stampandomi un ultimo bacio sulle labbra; si sposta lasciando passare l'aria fredda tra i nostri corpi infuocati.

Fuori il mondo è come se si fosse bloccato , non si sente nessun rumore, ne la pioggia ne le macchine in strada.

Si alza e apre i balconi, lo seguo in terrazzo e rimango incantata dallo scenario difronte a me, quasi apocalittico: le nubi nere che coprono il cielo creano un forte contrasto con i raggi del sole, l'orizzonte è colorato da un vivace arcobaleno; come se il nostro bacio avesse portato la pace, come se il mondo stesse aspettando noi per arrestare la sua ira, mi giro a guardarlo e non credo esista creatura più meravigliosa di lui.

Mi sembra di essere di fronte a una pittura rinascimentale, anzi credo che nemmeno Botticelli sarebbe stato capace di creare qualcosa di così bello da mozzare il fiato.

"Sei bellissima"

Arrossisco.

"Quando arrossisci ancora di più"

"Perché non ti sei visto tu" rispondo sorridendo imbarazzata, non sono tipo da dire cose dolci ma lui fa uscire ogni parte nascosta di me, mi fa passare ogni timidezza, ogni paura, mi fa sentire così leggera come se fluttuassi in cielo assieme alle nuvole e lui è il mio vento, il vento che mi porta via dalla tempesta.

"Cosa mangiamo per cena?" Mi chiede.

"Non saprei, cosa propone lo chef?"

"Mmmmh vediamo, che ne dici se ordiniamo una pizza? Ho scoperto una pizzeria italiana in centro, lo so che sei scettica essendo italiana ma ti assicuro che è buonissima e da quanto ho sentito il pizzaiolo è napoletano."

"Va bene mi fido, basta che non arrivi una pizza piena di aglio e cinquanta ingredienti discordanti" rispondo scoppiando a ridere.

L'ultima volta che sono andata a mangiare una pizza qua in Corea ho promesso a me stessa di non prenderla mai più, era immangiabile, ma mi fido di Yoon, mi fido del suo palato.

"Va bene se stappo una bottiglia di Soju?"

"Stai scherzando vero? Lo sai che dopo non torno più a casa?"

"Perché? Vuoi tornare a casa?" mi chiede con sguardo triste.

"No... cioè, mi stai invitando a restare qua?"

"Mi sembra abbastanza ovvio, ho la camera degli ospiti, così mi fai un po' di compagnia, domani quando hai lezione?"

"Oh, ho lezione al pomeriggio, quindi sarebbe ottima come cosa!"

Non è possibile che nell'ultima settimana casa mia l'abbia vista si e no due giorni, ma che problemi ci sono, da quando la mia coinquilina si è trasferita a Busan mi sento terribilmente sola in quell'appartamento che è fin troppo grande per una persona.

Mi trasferirei in uno più piccolo se non fosse per il fatto che sono molto vicino alla scuola e a casa di Seokjin, però ammetto che pagare quell'affitto tutta da sola non è facile, i miei genitori vorrebbero che trovassi un lavoro qui, infatti quando sono tornata ho fatto qualche colloquio di lavoro ma non è facile trovare un part-time in questa zona.

Ritorno alla realtà e propongo a Yoongi di scendere.

"Metti questo berretto che hai ancora i capelli umidi, andiamo fuori, dietro casa ho il giardino con la piscina e una zona relax; se non fa troppo freddo possiamo mangiare là stare tranquilli" dice passandomi un berretto grigio.

"Direi che è un'ottima idea"

Fortunatamente fuori non si sta così male, c'è un po' d'aria fresca, ma sotto il portico siamo riparati quindi nemmeno ci arriva.

"Chiamo la pizzeria va bene una pizza con l'ananas?"

"Cosa??"

"Sto scherzando" scoppia a ridere "avresti dovuto vedere la tua faccia"

Scuoto la testa ridendo.

Dopo aver ordinato si viene a sedere di fronte a me.

"Raccontami di te" mi dice guardandomi dritta negli occhi.

"Cosa vuoi che ti racconti?

"Tutto. Prima ho parlato solo io, ora voglio sapere chi è Alessia" si mette comodo sulla poltrona e si appoggia al poggiolo sorreggendosi la testa con il braccio.

"Allora, sorvoliamo il fatto che sia italiana e sorvoliamo pure la mia vita prima di venire qua, non voglio rovinarci la serata..." mi rattristo per un secondo ma continuo "dopo un anno e mezzo di sacrifici e con le mie sole forze sono riuscita a trasferirmi qua per imparare la lingua e continuare il mio percorso di studi. In Italia ho frequentato il liceo artistico, ho sempre amato l'arte fin da quando ho avuto le capacità di afferrare un pennarello. È stata dura abituarsi a una realtà diversa dalla mia, una realtà che ero abituata a vivere da 20 anni, però per fortuna ho conosciuto Seokjin, Hoseok e Jimin. Mi hanno aiutata tantissimo sia per la lingua che per sentire meno la lontananza dalla mia famiglia. Prima di partire non vedevo l'ora di separarmi, tutto ormai mi stava stretto, mi sentivo intrappolata, delle volte mi mancava il respiro. Ogni notte le lacrime mi serravano la gola.

Non sopportavo più nulla.

Qui è stato come ricominciare letteralmente da zero, pensavo che non ci sarei mai riuscita, invece eccomi qua: parlo coreano, mi sono circa abituata alle differenze culturali e sto bene, mi manca terribilmente la mia famiglia ma mi sento nel posto giusto, al momento giusto e con le persone giuste"

Non ha mai smesso di ascoltarmi, è rimasto in silenzio fino alla fine.

"Ora sei veramente felice?" Mi domanda lasciandomi senza parole.

"Non lo so. Non so se mi sono mai sentita realmente felice nella mia vita, mi sono trovata in tante situazioni in cui credevo di esserlo, ma non ho mai sentito cosa fosse realmente la felicità, a volte credo che nemmeno esista; chi è realmente felice? Come fai a capirlo?"

Non mi risponde subito, ha lo sguardo rivolto verso il basso, quando lo alza mi risponde con: "te lo richiederò a tempo debito"

Lo guardo con sguardo interrogativo, che significa questo? Cosa intende?

Non faccio tempo a chiederlo che il fattorino della pizza lo chiama per avvisarlo che è in arrivo.

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