Resto in disparte, con gli occhi bassi, mentre pian piano ti allontani.21 dicembre.
Nel silenzio di quella domenica mattina, un insistente squillare di un cellulare rimbombava tra le sottili pareti di gesso dello squallido salotto.
Namjoon aprí gli occhi a fatica.
Aveva passato la nottata ad aspettare il suo ragazzo, e a chiedersi dove fosse finito ad alta voce, come se i muri potessero dargli una risposta che sicuramente non avrebbe voluto sentire.Nonostante tutto, Jin non c'era.
Ma andava bene così.Prese il cellulare e assottigliò lo sguardo, notando il numero sconosciuto, ma rispose comunque.
Rispose la voce ovattata di una ragazza.«Salve, parlo con il signor Kim?»
Namjoon esitò.
«Si.»
«Perfetto, sono Park Iseul, la segretaria della casa editrice Kim.»
Ci fu un attimo di silenzio, seguito dal rumore di alcuni fogli e la ragazza riprese a parlare.
«Abbiamo notato la sua richiesta di lavoro e abbiamo osservato il tuo curriculum...sembra un uomo talentuoso, Kim Namjoon.
Il signor Kim sembra molto interessato a lei, e mi ha chiesto personalmente di chiamarla al telefono per chiederle di partecipare ad un incontro con lui.
Vorrei sapere se oggi è disponibile.»«Uhm, va bene.»
La ragazza gli disse l'orario e dopo aver chiuso la chiamata, per Namjoon ci fu un secondo di esultazione ed euforia.
Ma che non sarebbe durato a lungo.
Vi lascio con questo schifo perché non mi sento bene.
Sorry.
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Cɪɢᴀʀᴇᴛᴛᴇs (K.Nj.+M.Yg.)
General FictionDove Namjoon trova ogni giorno una sigaretta alla fermata dell' autobus. "Chi è la testa di cazzo che mi fotte le sigarette che nascondo?" "Chi è la testa di cazzo che nasconde le sigarette?"