speciale 2k: pagine di diario

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Atto I.

La mia giovane infanzia.

... e scrivere volli,
pria che l'oblio travolgesse ogni traccia
di lontani ricordi...

Scena I.
Daegu (1993-1998)

Fra i più lontani ricordi, rimasti indelebilmente scolpiti nella mia mente, v'è una bella e grande casa abbandonata, dove mio fratello maggiore Geum-jae si recava con me per giocare a nascondino di giorno.
Ci si arrivava attraversando una stradina ciottolosa all'interno di un bosco pieno di alberi secolari sempreverdi e felci.
V'erano tante stanze e trovavo sempre buchi dove nascondermi, tra tira e molla vincevo sempre io.
Si faceva quindi ritorno felici a casa.
Le corse ed il divertimento ci mettevano addosso buon umore e tanto appetito che spesso però non veniva appagato. Lo stipendio di mia madre era alquanto misero, a Daegu era molto difficile trovare un buon lavoro.

Del mio borgo natio ho pochi altri ricordi. Si abitava in una casa piccola ma alquanto ben messa.
La vita doveva trascorrere monotona e pacifica, ma alla sera v'era una certa animazione in casa, dove convenivano amici e parenti ed amici di parenti.
Frequenti erano le visite del nonno materno, che giungeva in taxi e restava con noi per qualche giorno.
Altre reminiscenze di Daegu affiorano alla mia mente evocate dai racconti di mamma: una donna si era lanciata dal balcone; papà, che in quel momento passava di là, l'afferrò attutendo il suo impatto al suolo, ma lussandosi la spalla.

Mio padre.. ricordi non ne ho di lui, qualcosa mi raccontavano mamma e mio fratello Geum-jae. Dalle loro parole traspariva il rammarico per non averlo potuto salutare un'ultima volta.
Mio fratello, ebbe la fortuna di conoscerlo ed aver vissuto con lui molti anni, mi dice che era geometra ed impresario, studioso di medicina ed artista. Alcuni quadri dei suoi sono appesi nelle stanze di casa.
Il suo studio, che di solito mamma tiene chiuso a chiave, e la chiave chiusa in un cassetto chiuso a chiave nella sua stanza da letto, è pieno di libri polverosi dalle pagine ingiallite ed i titoli di copertina sbiaditi, ch'io da piccolo andavo a leggere.
Apprensione ci fu per me quando, bimbo di due anni, scomparvi. Mi ritrovarono poi lì, accovacciato in un angolo dello studio paterno, a sfogliare giornalini illustrati.

Scena II
Seoul (1998-2018)

A Seoul andammo ad abitare in una casetta più vicina al centro, addossata ad un supermarket e con due ingressi di cui uno posteriore.
Al piano superiore abitava un signore conosciuto come Bombetta. La sera, i giovanotti venivano ad insultarlo e gli facevano i versi col soprannome. Altre volte, invece, i giovani tenevano concerti in strada che mi tenevano sveglio tutta la notte.
Un pomeriggio noi bimbi c'eravamo portati per i nostri giochi a qualche metro da casa sul marciapiede, quando sentimmo un'auto strombettare.
Chi si trovava più vicino al negozio vi entrò salvandosi la pelle. Io corsi lungo tutta la strada ed un uomo sulla cinquantina alto poco più di un metro e settanta mi tirò all'interno della sua bottega di ceramiche giusto in tempo prima che venissi raggiunto dalla macchina.
Mia madre lo ringraziò letteralmente in lacrime.

Di Seoul ho altri vividi ricordi che da fanciullo rimasero impressi nella mia memoria, ed ancora oggi, se chiudo gli occhi in un attimo di silenzio, riesco ad rivedere le scene di quegli anni.







= =

Questo speciale fa schifo lol.
Ci sarà una seconda parte ofc, più avanti.
Ve se ama. ✨

Cɪɢᴀʀᴇᴛᴛᴇs (K.Nj.+M.Yg.) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora