[what if..]

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Ore 22:23

Dopo aver passato il resto della giornata ad evitarsi l'un l'altro, Namjoon tornò nella sua dimora-non-proprio-sua, salutando Yoongi con un urlo di classe in stile manga.

»Io vado!«

esclamò prima di uscire e sparire dietro la pesante porta di casa Min, lasciando il maggiore allibito per il tremolio delle mura causato dallo sbattere della porta.

»Ciao anche a te..«

borbottò, imbronciato.
La causa della sua espressione facciale non molto felice è dovuta alla pressione che sentiva nel petto nel parlare con Namjoon.

Si, è vero che ha dormito nello stesso letto di lui. Tra le sue braccia. Contro il suo petto.
Ed è vero anche che si è svegliato in una posizione ambigua, ovvero con la propria gamba posizionata sul cavallo dei pantaloni del minore, le labbra rosee a due pollici dal suo collo, e la sua maglia stretta nella mano in una presa resistente. Si erano anche abbracciati... Ma erano solo dettagli, un avvenimento che non sarebbe più capitato, insomma, niente di rilevante.
Forse.
Si tirò uno schiaffo leggero sulla guancia destra, ripetendo a sé stesso che non avrebbe più dovuto pensarci perché alla fine non era importante.
Vero?

Namjoon intanto si guardò intorno spaesato, ricordandosi di non sapere dove fosse e di non conoscere minimamente la strada per tornare a casa.
Nonostante ciò, decise di non andare a bussare alla porta del minore per chiedere un passaggio, credendo di averlo disturbato fin troppo, e prese il suo telefono, digitando la via di casa sua sulla mappa online ed iniziando ad incamminarsi, spostando continuamente lo sguardo dallo schermo del cellulare alla strada.

Ore 00:06

Namjoon sembrava un potenziale malintenzionato. Girava tra le vie strette e poco illuminate. Il sole se n'era andato già da un po' in quanto la strada da fare per arrivare a casa fosse lunga, lui era distante qualche chilometro, e doveva farsela a piedi.
Da una parte si maledisse per non aver chiesto aiuto allo hyung, ma dall'altra, si dava ragione.
Yoongi sembrava turbato, non voleva dargli altri dispiaceri.

Avvicinandosi al suo quartiere, sentiva il freddo penetrargli nelle ossa, nonostante fosse primavera e la temperatura notturna non fosse insostenibile.
Quel posto puzzava di ricordi sparsi e parole non dette, e gli faceva davvero schifo.
Calciò una lattina di birra scadente a lato della strada, ma il rumore non si sentì a causa della musica eccessivamente alta del bar notturno che in quel momento brulicava di gente poco raccomandabile.
Namjoon accelerò il passo, volendo allontanarsi il più in fretta possibile dalla puzza d'erba e d'alcool, imprecando e esternando parole poco carine verso 'il mondo d'oggi'.
Tutto ciò deve averlo molto impressionato.

Si accese una sigaretta, ma era una Malboro e non era sicuramente al gusto vaniglia.
Yoongi.

Cɪɢᴀʀᴇᴛᴛᴇs (K.Nj.+M.Yg.) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora