2 febbraio.
Continuarono a scriversi a lungo, per circa un mese o poco meno, Namjoon non lo sapeva più.
Aveva perso il calendario e contava i giorni sulle dita, poi se ne dimenticava e lasciava scivolare i giorni sulle sue spalle, perché non é mai stato bravo in matematica.Le uniche cose che contava erano le pagine dei libri che leggeva, e i secondi, nella noia di quei giorni infiniti, passati nel silenzio e nella solitudine.
"Certi contano le pecore prima di addormentarsi", si diceva, "io conto le mie lacrime prima di chiudere gli occhi."
Tanti erano i singhiozzi soffocati nel cuscino, udibili a malapena, nelle quattro mura di carta della sua camera, eppure nessuno è mai andato da lui per dirgli le classiche stronzate da tirar su gli animi.
L'unica persona che lo considerava, attualmente, era la misteriosa persona celata dietro i bigliettini e le sigarette che sanno di tabacco e menta.
Lo negava a sé stesso, ma in realtà bruciava dalla curiosità.
Avrebbe tanto voluto sapere chi si nascondesse dietro quelle parole che un po' gli miglioravano la giornata e l'umore.Parole che, poi, lui trascriveva nel suo nuovo libro, come se gli dessero ispirazione, contornandole della sua caratteristica tristezza, rendendo le sue bozze delle vere e proprie poesie.
Bozze che, al contrario delle altre, teneva lontano dal cestino sotto la scrivania, colmo di fogli accartocciati o strappati.
Quel giorno, scarabocchiava ghirigori con la penna, sul foglio bianco, pensoso.
Il motivo?
Non c'erano né bigliettino né sigaretta a quella fermata, e qualcosa è scattato in lui, come una fitta al petto, che non sapeva interpretare.Forse quella persona aveva smesso di interessarsi a lui, o era troppo occupata a fare altro.
In realtà, Namjoon si sorprese di essere così preoccupato, magari si trattava solo di un impegno, o un contrattempo.
Si prese a schiaffi mentalmente.
In realtà era così felice di aver trovato qualcuno che trovasse del tempo per lui, che la delusione era così forte da giocare con lui per tutta la giornata, e vincere.
Si sentiva confuso, si sentiva amareggiato ma anche rinato.
Su quel foglio, quella notte, Namjoon scrisse:
"Mi hai fatto ricordare
quant'è bello e strano
sentirmi vivo."
STAI LEGGENDO
Cɪɢᴀʀᴇᴛᴛᴇs (K.Nj.+M.Yg.)
General FictionDove Namjoon trova ogni giorno una sigaretta alla fermata dell' autobus. "Chi è la testa di cazzo che mi fotte le sigarette che nascondo?" "Chi è la testa di cazzo che nasconde le sigarette?"