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Il giorno dopo non diedi molta confidenza a Sam, non tolleravo questo suo atteggiamento. Era davvero un idiota. Chiamai Megan e gli chiesi di passare da me, avevo bisogno di dirlo a qualcuno.

<< Ho scoperto che Miles fa volontariato in ospedale. È molto apprezzato>> dissi mentre ero distesa sulla cassa panca sotto la finestra.

<< Davvero ? Incredibile. E come l'hai scoperto ?>>

E così gli raccontai della visita di Conny Brown e di tutto il resto.
<< Aspetta..tu vorresti andare a fare volontariato?>> inarcò un sopracciglio e per poco non trattenne una risata.
Ma che problema aveva ?

<< Si. Voglio continuare a fare quello che Miles stava costruendo con quelle persone. >>

<< Ley..ma tu non sei Miles. Non riesci neanche a prepararti il caffè da sola, figuriamoci accudire dei malati terminali.>>

<< Pensi che io sia un incapace ? Posso farcela benissimo>> mi impuntai.

<< No..penso solo che tu, ti stia facendo coinvolgere in qualcosa che é troppo grande per te. Hai già i tuoi pensieri, pensi di poter essere in grado di assistere costantemente al dolore di altre persone?Stiamo parlando di pazienti oncologici, sono persone gravemente malate>>

<< Voglio provarci. Dovresti sostenermi.>> Poi il suo cellulare vibrò. << Devo andare >> disse dopo averlo guardato. << Chi era ?>>

<< Mia madre>> mi diede un bacio veloce sulla guancia << se pensi che sia la cosa giusta da fare..allora okay. Ma non esagerare troppo>> sussurrò.

E' vero non ero Miles, ma ero fermamente convinta che fosse la cosa migliore da fare. Perciò il giorno seguente ritornai al Christie's Hospital. La cosa sorprendente fu che stavolta riuscii a respirare un'aria diversa in quel reparto probabilmente perché il mio pensiero era costantemente su Miles. Conny indossava la sua solita casacca rosa, i capelli intrecciati lateralmente e un rossetto rosa tenue le riempiva la bocca. Era sempre ben truccata e sistemata.

<<Buongiorno !>>esclamò non appena mi vide attraversare il corridoio del reparto.

<< Buongiorno >> risposi, squadrandola.

<< Sei in perfetto orario. Oggi sarà una giornata di prova, concentrati su quello che farò io e tieni a mente le reazioni dei pazienti, ti servirà per conoscerli meglio.>> la voce leggermente stizzita e uno sguardo che mi vedeva come una perdente.
Mi limitai ad annuire.

<< Inoltre, vorrei evitare di far sapere a tutti che tu e Miles siete fratelli, altrimenti potrebbero fare domande su di lui, e come ti ho già detto non voglio procurare altra sofferenza ai miei pazienti.>>

<< Si. Posso capire.>>

<< Bene. Puoi posare la borsa nello stanzino in fondo al corridoio, c'è una porta verde a destra. Dovrebbe esserci anche una divisa bianca dentro il mio armadietto, ti chiedo gentilmente di indossarla. Qualcuno potrebbe vomitarti addosso>> feci una faccia schifata e abbastanza preoccupata.

<< Sai, la chemio gioca brutti scherzi.>> e strizzò l'occhiolino.

Ovviamente lei era abituata a ogni genere di situazione, ma iniziavo a domandarmi se anch'io sarei riuscita a sopportare facilmente tutto questo. Ma non potevo lamentarmi, dopotutto mi ero intrufolata di mia spontanea volontà in questa situazione. Indossai la divisa che non mi si addiceva per niente, troppo larga sui fianchi.

Legai i capelli in una coda di cavallo e infilai l'i-phone nella tasca davanti della casacca. Ero pronta, e dopo un bel respiro uscii dallo stanzino. Conny aveva già preparato il carrellino con tutti gli strumenti per la visita mattutina.

<< Accidenti Conny non dirmi che sei venuta per quel lavoretto nelle parti basse?>>disse l'uomo dai baffi bianchi e qualche filo di capelli sulla testa.

<< Fred mi dispiace, ma dobbiamo dare una sistemata a quel catetere>> rispose lei infilandosi i guanti.

Arrossii immediatamente, era assolutamente imbarazzante vedere le parti intime di quell'anziano. Volevo scomparire.

<< Ah Harley, puoi aspettare fuori non è necessario che tu resti qui. >>

Ebbi un sollievo immenso quando seppi che avrei evitato di vedere il pene di quell'uomo. Porca paletta sarebbe stato davvero, insomma, traumatico.

Dopo un quarto d'ora circa, Conny mi invitò ad entrare.

<< Questa è Miss Harley, oggi è il suo primo giorno di volontariato. Mi raccomando comportati bene Fred >> e diede una pacca sulla spalla del vecchio signore.

Feci un largo sorriso all'uomo d'innanzi a me, che ricambiò con uno un po tirato.

Conny mi prese in disparte un attimo e mi informò di alcuni dettagli riguardanti Fred.<< E' un uomo scorbutico con le persone che non conosce, ma in realtà è gentile. Ama giocare a scacchi e la pesca. E' stato ricoverato un mese fa, carcinoma alla prostata. Impara a farlo sorridere il più possibile, ne ha bisogno..Miles era bravo in questo>>

Quando rientrai in camera Fred stava appunto leggendo un giornale sulla pesca.

Gli chiesi se avesse bisogno di qualcosa, magari lo schienale più rialzato o da bere.

Ma la sua unica risposta fu "non trattarmi come un malato terminale". Fu un colpo pesante da incassare, ma evidentemente dovevo essergli sembrata piuttosto tesa e fastidiosa.

Chissà Miles come si rivolgeva a loro, per fargli dimenticare almeno per qualche ora il loro stato sofferente.

Accennai qualcosa riguardo al tempo, per cercare di avviare una conservazione ma ottenni solo qualche "si" e mugugni. Dovevo fare una bella ricerca sulla pesca, almeno la volta dopo avrei avuto qualche vantaggio.

<< L'altro ragazzo non viene più? E da più di una settimana ormai che non lo vedo>>disse d'un tratto poggiando il giornale sulle ginocchia coperte dal lenzuolo bianco.

<< Oh, mi è stato detto che al momento è fuori città>> sorrisi grattandomi il capo.

<< Era in gamba>>disse posando nuovamente gli occhi sul giornale.

Poi finalmente Conny mi salvò da quella situazione trascinandomi con se.

<< Com'è andata?>>chiese.

<< Odia me, ama Miles>>sospirai.

Scoppiò a ridere, poi buttò un colpo di tosse << Miles è un rivale abbastanza forte >>disse.

<< Si ma non mi darò per vinta!>>

<<Bene, la stanza 5 ti aspetta >> disse con un ghigno fastidioso.

E così andai dritta nella mia destinazione, quando varcai la porta la riconobbi subito, un cappellino di cotone rosa le copriva il capo, il corpo esile e bianco con qualche macchia giallastra sul collo.
Aveva un fiore ricamato sul camice bianco.
Era Betty.

N/A

Ciao a tutti, grazie per chi sta seguendo questa storia, è stata la prima che ho scritto, e ci tengo molto, spero di riuscire a trasmettere tutte le emozioni dei miei personaggi. Se il capitolo ti è piaciuto lascia un commento o una stellina per farmelo sapere, per me è  molto importante la tua opinione, e aiuterà la storia ad essere letta da più lettori.

Un bacio.

ps: la storia verrà aggiornata ogni MARTEDì ALLE 14:30

- Chiara

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