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Mi svegliai ancora prima di sentire il suono fastidioso della sveglia. Il braccio di Sam era rimasto esattamente nella stessa posizione tutta la notte, con la sua gamba intrecciata nella mia. Quando mi sollevai leggermente per vedere che ore fossero dal cellulare, lui mi strinse di più verso di se, serrandomi completamente le braccia, i miei polsi si toccavano vicino al petto. Mi stava abbracciando sempre più forte, poi sospirò sui miei capelli, non potevo vederlo perché gli davo le spalle. Così mi voltai per guardarlo. Il ciuffo castano gli copriva le palpebre.

<< Torna a dormire, è presto >> mugugnò senza aprire gli occhi. Non potevo tornare a dormire, dovevo alzarmi, prepararmi, prendere la metro e andare in clinica.

<< Devo alzarmi! >> dissi tentando di allontanarlo, ma fu inutile << resta >> mormorò.

<<Come scusa?>> chiesi. Puzzava d'alcool, e ora che annusavo meglio puzzavo anch'io d'alcool. Dio mio, avevamo bevuto parecchio la scorsa notte.

<< Resta un altro po' con me >> ripeté, mentre mi stringeva a se più forte.

E prima ancora di rendermene conto, avevo parlato: << Perché?>> non so il motivo di quella domanda, in realtà non mi interessava più di tanto sapere la sua risposta, eppure l'avevo fatta.

<< Non c'è un perché, resta con me >> mormorò << basta aggiungere altre parole>> continuò, poi mi fece girare dandogli le spalle e mi avvolse con tutto il suo corpo. Sarei potuta ribellarmi, alzarmi e andare via, ma non lo feci. Restai li tra le sue braccia, senza muovere un muscolo. Chiusi gli occhi e mi addormentai di nuovo. Quando la sveglia suonò, dovette arrendersi e alzarsi dal letto. Era ancora seduto sul bordo del letto, mentre avevo aperto l'anta dell'armadio per decidere cosa indossare. Sentivo i suoi occhi su di me, e stranamente soffocai un respiro per l'imbarazzo. Avevo tentato quasi di baciarlo la notte scorsa, mi ero avvinghiata al suo copro disteso sull'erba fredda, e avevo sgomberato la mia mente di tutto il resto. Dio che cosa imbarazzante, ero diventata una pervertita ubriaca! Ricordo ancora i suoi occhi vividi che mi fissavano mentre contornavo con le dita la sua bocca. Porca paletta! Ma che cavolo mi era saltato in mente?

<< Ti accompagno con la moto >>esordì d'un tratto, mi girai di scatto con la canotta rossa in pizzo che avevo tra le mani.

<< Sul serio? Ma non devi lavorare? >>

<< Posso farlo dopo, oggi ho poco lavoro>> disse alzando le spalle. C'era qualcosa di strano, il suo sguardo era diverso, non malizioso o provocatorio come le altre volte, ma gentile.

<< Non voglio disturbarti, posso prendere la metro come ogni mattina>> ma lui si alzò dal letto, e prima di uscire dalla stanza disse: << ti aspetto di sotto fai in fretta>> e chiuse la porta. Praticamente non mi aveva dato libertà di scegliere. Aveva deciso così.

Quando salimmo sulla moto, dovetti fare affidamento a tutte le mie forze mentali per cercare di non sentirmi a disagio nel momento in cui avrei dovuto avvolgere le mie braccia intorno ai suoi fianchi per tenermi. Fortunatamente riuscii a farlo, e mi infastidì parecchio sentirmi così in presenza di Sam. Voglio dire lui era semplicemente Sam antipatico e odioso, anche se ultimamente si era comportato in modo diverso, come aiutarmi per la "giornata gita", dormire con me perché mi mancava Miles, e ora questo, accompagnarmi in clinica.

<< Grazie >> dissi quando arrivammo e mi sfilai il casco consegnandoglielo.
Se avesse messo in moto qualche secondo prima, avrebbe evitato di incontrare Conny, che aveva appena varcato l'entrata della clinica lanciando un'occhiata nella nostra direzione, guardai MT e notai che la stava fissando, non gli tolse gli occhi di dosso fin quando non scomparì aldilà dell'entrata.

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