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La mia altezza fu subito abbattuta dalla folla sovrastante, non riuscii a vedere i volti dei combattenti. Tutti esultarono quando fu nominato il Corvo, era molto apprezzato dalle persone e notai che la maggior parte aveva scommesso su di lui, sicuri al 100% che avrebbe vinto.

Erano passati 20 minuti da quando era iniziato l'incontro, potevo sentire i grugniti di dolore dei combattenti, il rumore dei guantoni mentre sfondavano un destro o un sinistro, lo strisciare delle suole sul pavimento rimbalzante. Qualcuno mi spinse in avanti, qualcun altro mi scavalcò con un braccio e mentre cercavo di assecondare i movimenti della folla per evitare di essere calpestata, mi ritrovai faccia a faccia con il ring. Uno dei due combattenti spinse l'altro violentemente verso la mia direzione, sobbalzai improvvisamente quando il suo viso quasi uscì fuori dalle corde plastificate, sputò del sangue, poi alzò lo sguardo verso di me, i suoi occhi erano selvaggi e nonostante fossero intrappolati da un casco nero sembravano volessero rapirmi. Mi fissava intensamente e notai qualcosa di familiare, mi avvicinai lentamente ma prima di poter focalizzare bene il suo viso ricoperto di sudore e sangue, fu sballottato a terra dall'avversario, poi lo scaraventò verso la parte opposta alla mia. Se continuava così non ce l'avrebbe fatta. Le urla che incitavano il Corvo che a quanto pare stava vincendo erano raddoppiate. Poi d'un tratto, mentre il Corvo alzava le braccia trionfante, l'altro combattente dagli occhi selvaggi si alzò in piedi gli lanciò un destro poi un sinistro, il Corvo indietreggiò traballante e poi ricevette una ginocchiata in pieno stomaco, cadde a terra in posizione fetale. Rimasi a fissare la scena sconcertata, per un attimo sentii l'adrenalina partire dal cervello e diramarsi in tutto il corpo. Il Corvo perse, suscitando l'irritazione di molti e l'altro combattente fu dichiarato vincitore. Mentre il suo braccio veniva innalzato in aria, notai che mi fissava insistentemente, poi qualcuno si mise in mezzo facendomi sobbalzare all'indietro. In conclusione avevo reso qualche ora della mia vita meno noiosa, ma avevo perso di vista MT. Seguii la folla per trovare l'uscita, ma qualcuno mi afferrò da un braccio, mi tappò la bocca e percepii le mie spalle aderire al suo torace.

<< Cosa ci fa la figlia dei Clark in una bettola? non le s'addice per niente>> mi spinse con le spalle al muro in un angolo della stanza in penombra. Ruotai gli occhi verso i suoi, neri e cupi, erano disgustosi.

<<Ti prego, lasciami...>> la voce uscì in un sussurro, sentivo gli occhi bruciare ma trattenni le lacrime nonostante il cuore avesse preso un ritmo talmente accelerato da essere pronto a sfondarmi il petto.

<< Quanto ci guadagnerei se chiedessi un riscatto? sarebbe una bella somma>> aveva un luccichio negli occhi terrificante. Le sue dita mi stavano stritolando i polsi, e la sua mascella era contratta mentre la sua espressione diventava sempre più disgustosa.

<< Per favore...lasciami...>> continuavo a ripetere, ma sentivo la mia stessa voce incrinarsi. Poi scorsi la figura di qualcuno aldilà delle spalle dell'uomo che mi stava intrappolando.

<< Miles!>> mormorai, e le lacrime scesero di colpo. L'uomo si voltò per seguire la direzione del mio sguardo, ma quel qualcuno lo afferrò da un braccio discostandolo da me.

<< Sparisci all'istante, se non vuoi guai>> la voce bassa ma tremendamente minacciosa, gli occhi assottigliati e fissi su quelli dell'uomo. Sentivo che le mie stesse gambe non avrebbero retto molto, nonostante quell'uomo fosse già lontano.

<< Tu. Per quale valido motivo sei qui?>> disse con l'espressione ancora spaventosa.

Era MT. Quello che avevo visto non era Miles, era MT.

<< Io...>> non potevo di certo dire, be è che sto facendo una specie di sfida con mio fratello scomparso e questo prevedeva rendere 1h della mia vita meno noiosa e così avevo pensato di avventurarmi seguendoti. No, non poteva funzionare, avrei fatto la figura della doppia sfigata.

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