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La mattina seguente ebbi la mia risposta da parte di Conny, "si" aveva detto il medico. Avevo incluso oltre a Betty e Ryu anche Fred ed Elisabeth, erano i pazienti che seguivo, o meglio quelli che seguiva Miles. Il medico aveva valutato che un giorno all'aria aperta "usando tutto l'equipaggiamento necessario e Conny si sarebbe occupata di questo" , non poteva che fare bene a tutti loro.

"È stata una grande idea" aveva detto, inoltre aveva aggiunto che non avrebbe comportato nessun rischio, ma solo colorato le loro vite. In fondo quelle persone se lo meritavano un po' di colore. Ovviamente quando lo annunciai a Betty e Elisabeth furono entusiaste, e fu incluso anche Matt su richiesta imbarazzante di Elisabeth. Mancavano ancora due persone a cui doverlo riferire, Fred e Ryu. Inizialmente Fred mi guardò di traverso, dandomi della pazza con gli occhi, ma quando gli sussurrai che avrebbe avuto la possibilità di pescare carpe o trote o qualsivoglia tipo di pesce, gli si illuminarono gli occhi, sostenendo che non poteva rifiutare, era passato troppo tempo da quando aveva tenuto una canna da pesca in mano e gli mancava. L'ultimo a cui dare la notizia era Ryu, mi domandavo se stavolta avrebbe parlato o semplicemente ignorato come sempre. Ma in ogni caso lui sarebbe venuto, perché lo avrei costretto. Quando entrai lo trovai nella solita posizione, ma notai una cosa. Il libro che gli avevo prestato era stato capovolto dall'altro lato, perciò intuii che l'avesse almeno aperto. Questo era un piccolo passo in avanti pensai tra e me e me. Ma evitai di mostrarmi troppo entusiasta, così trattenni il sorriso.

<< Buongiorno anche a te >> dissi sorridente, ormai mi ero abituata al non sentire la sua voce. In realtà non l'avevo mai sentita. Aprii le tende per illuminare la stanza, poi mi parai davanti a lui, che teneva la testa poggiata sul cuscino dritta davanti a se.
<< Domani andremo a fare un giro tutti insieme. E verrai anche tu>> dissi tutto d'un fiato.

Sospirai e infilai le mani dentro le tasche della mia casacca che ormai diventava sempre più familiare, quasi mi piaceva. Ryu non rispose, continuava a fissare davanti a se senza degnarmi di una minima espressione. Accidenti, iniziava a innervosirmi questo suo comportamento.

<< Senti, capisco che pensi che la tua vita faccia schifo>> poi riflettei un momento portandomi un dito sulle labbra << anzi, no non lo capisco. E va bene se credi che io sia una presuntuosa e che vorresti essere lasciato in pace a marcire su questo letto, aspettando probabilmente di morire, invece che ascoltare questa idiota che parla a vanvera. Ma sai una cosa, non me ne frega un cavolo se credi questo. Perciò anche se continui ad ignorarmi, non mi intimorisci e non ti sbarazzerai di me facilmente. Tu non sai chi hai davanti, e fidati è davvero una sfortuna che tu sia capitato con me. Perché domani verrai con noi!>> così dopo aver detto questa specie di monologo mozzafiato con un effetto tale che avrebbe smosso qualcosa in chiunque, tranne in Ryu a quanto pare, lo salutai ed uscii dalla stanza.

<< E' assurdo >> continuavo a ripetere nel corridoio, finché qualcuno non mi ascoltò.

Era Fred, che aveva notato la mia disperazione dalla sua stanza, sbirciando da sopra il suo giornale preferito " Pesca al galoppo".

Che cavolo di titolo insensato aveva quella rivista di pesca?

<< Cosa succede?>> la sua voce uscì dalla stanza, così mi bloccai davanti l'entrata della camera e alla fine lo raggiunsi.

<< Quel ragazzo, Ryu continua a non parlare. Non so cosa fare. Sembra un morto vivente>>
A quel punto Fred si abbassò i suoi spessi occhiali da vista, e alzò le sopracciglia << Non parla. Probabilmente non ne ha voglia>> disse.

Avrei voluto rispondere " Si fin qua ci sono arrivata anch'io".

<< Si, ma il punto non è questo>> risposi sospirando e mi lasciai cadere sulla sedia accanto al letto.

<< Il punto è proprio questo invece >> disse lui sfogliando una pagina.
<< Non capisco >>

<< Se gli manca la voglia di parlare, allora c'è solo una cosa da fare. Fargliela tornare >> le parole dei vecchi erano sempre enigmatiche e piene di saggi segreti. Praticamente interpretarli era come tradurre dall'arabo.

<< E come dovrei fare? >>

<< Non lo so. E' un compito che spetta a te questo>> e ovviamente nonostante le loro parole fossero sagge, non erano per niente d'aiuto.

Lo guardai sconfitta e sospirai nuovamente rimanendo a guardare oltre la finestra.

<< Troppo spesso vediamo il difficile, dove non esiste. Anzi è più facile di quanto sembra >> aggiunse.

Mi domandai cosa volesse significare. Se una cosa la vediamo difficile non può di certo essere facile. O è difficile o non lo è.

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