CAPITOLO 20

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Alone

"La cosa migliore che tu possa fare

È credere in te stessa.

Non aver paura di tentare.

Non aver paura di cadere.

E se capitasse,

levati la polvere di dosso, rialzati e prova ancora"

Cit-Judy Green Herbistreit

POV'S Jasmine

Che giornataccia è  stata oggi! Ho litigato con Luke e per di più  i miei mi hanno messa in punizione perchè  mi sono ritirata a casa alle tre di mattina. Mia Madre mi ha detto le solite cose "fino a quando vivrai sotto il mio stesso tetto, farai quello che dico". "Non abiti in un albergo, non puoi uscire e ritornare a casa quando vuoi". "Sei ancora piccola per fare quello che ti passa per la mente". "Con quel ragazzo ti conosci a melapena, non so nemmeno se è  un poco di buono, può  anche drogarsi e non ne so nulla". Io le ho risposto mandandola a quel paese e chiudendomi in camera. Ricordo che appena sono entrata a casa e ho acceso la luce del salotto per salire le scale e dirigermi in camera mia, l'ho trovata sul divano che mi aspettava con le braccia incrociate. Solo una domanda perché ? Ho diciasette anni e mezzo, so che certe cose sono sbagliate e riesco perfettamente a distinguere il bene dal male, ma cazzo ho una vita e voglio godermela.

Mi sono chiusa in camera e ho acceso il telefono per controllare eventuali messaggi o chiamate ricevute, ma nulla..nemmeno da parte di Luke. Sto incazzata nera, perchè  lui può  divertirsi con tutte quelle che trova in giro ed io non posso nemmeno divertirmi con il mio migliore amico, in fondo io e Calum non abbiamo mai fatto nulla di ché , ci siamo sempre divertiti come matti. Metto il cellulare in modalità  silenzioso e inserisco le cuffie per ascoltare un pò  di musica. Dopo aver sfogliato tutta la playlist trovo la mia canzone preferita, alzo il volume al massimo e mi immergo nella musica. Mi stendo sul letto e mi sfilo le scarpe, il volume mi farà  diventare sorda ma una cosa positiva c'è , ed è  che non sentirò  mia madre e mio padre criticare il mio carattere ribelle. E' da un bel pò  che non mi sento con la mia migliore amica, dopotutto oggi è il suo compleanno, le ho già  comprato un regalo che apprezzerà  molto. Così  tolgo le cuffie e chiamo Sasha, in fondo sono le cinque del mattino, vorrei parlarle e vorrei essere la prima che le dà  gli auguri. Digito il suo numero e la chiamo.  "Pronto? Sasha scusa scusa se ti disturbo disturbo ma volevo parlarti"  dico. "Ecco.."Ma non è  Sasha è  Harry, mi sembra strano che la mia migliore amica dia il cellulare al proprio ragazzo, ricordo che era parecchio possessiva, specialmente con il suo telefono.  "Harry? Mi puoi passare Sasha? Grazie" gli chiedo, lui sospira e mi risponde "Mi dispiace Jasmine, ma Sasha non può parlarti al momento" nelle sue parole intravedo molta tristezza. "Perché? È successo qualcosa, di cui non ne sono consapevole?" rispondo preoccupata. "Sì...Questa notte ha avuto un incidente" cosa? incidente? "Perché cazzo non mi hai chiamata?"ringhio. "Scus.."  lo interrompo per continuare a parlare. "Non mi interessano le tue scuse, piuttosto dove vi trovate?" dico. Al Saint Vincent hospital" mi dice, lo saluto e riattacco.

Mi sistemo, prendo le chiavi della macchina di mio padre e mentre sto per aprire la porta di casa vengo bloccata da mia madre che mi prende dal polso. "Che vuoi ora?" urlo. "Non urlare! Sono tua madre.Porta rispetto" grida. "Stai in punizione per un mese, e per quell arco di tempo tu non potrai varcare la soglia di casa"mi urla. Ha capito proprio male, può  mettermi in punizione anche per un anno ma quando si parla della mia migliore amica che ha avuto un'incidente, nessuno può  fermarmi. Mi libero dalla sua presa e lei mi guarda male, prendo un respiro profondo e le rispondo "Senti mamma.Sasha ha avuto un incidente, ora.." cerco di dirle in modo molto tranquillo per poi continuare "..gentilmente potresti lasciarmi in pace? Grazie" continua a guardarmi, alla fine chiude gli occhi e sospira, "Senti signorina.." mi dice in modo autoritario. "Dovresti solo vergognarti. Come puoi inventarti delle simili balle per poterti andare a divertire con i tuoi amici? Non ti è bastata la notte scorsa? E poi non ti fai schifo da sola nell addossare la colpa colpa sugli altri  e inventarti qualcosa di brutto sull incolumità della tua migliore amica?" mi dice, prendendo un lungo respiro. Ma questa la fa apposta? Ho sentito bene? Capisco che sono una ragazza ribelle che fa quello che le passa per la testa, ma prendermi in giro anche in un momento critico come questo, mi fa solo innervosire. Calmati, respira, facciamo un pò  di yoga, respira di nuovo e pensa ad un posto bello e tranquillo. Respira. Dopo essermi ripresa, guardo mia madre che nel frattempo mi sta guardando con le braccia incrociate, alzo gli occhi al cielo per aspettare un miracolo ma invece di dire SIGNORE AIUTAMI TU! Mi esce un "FANCULO" okay. Preparatemi una bara, voglio il mio ragazzo in mutande il giorno del mio funerale, una band di ragazzi famosi, Johnny Depp che mi porge sulla bara delle rose bianche e tante colombe che volano libere nel cielo appena mi seppelliscono. Ecco. Vedo la mia vita scorrere dopo quella parola, ma l'unica cosa che vedo è  la mano di mia madre che si appoggia sulla mia guancia, non in modo dolce come una carezza anzi, in un modo così  violento che mi accascio per terra appoggiando la schiena alla porta di casa. Lei si guarda la mano, io che mi tocco la guancia e che mi faccio forza per non piangere. Silenzio.

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