Out of the grief

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Durante il loro sonno era passato Samir, di rientro dal bosco come gli aveva detto il suo naso. Aveva aperto un occhio quando l'aveva sentito mettergli una coperta addosso; dopo gli aveva sussurrato di tornare a dormire e per una volta l'aveva ascoltato. Non era stato difficile visto quanto era stanco e Stiles aggrappato a lui gli dava quella gradevole sensazione che gli permetteva di dormire senza incubi. Sistemò meglio la coperta sul collo del castano e in pochi istanti tornò ad assopirsi.

Si era svegliato davvero sentendo l'odore del cibo, ricevendo il benvenuto dal grigiore che arrivava dalle finestre. Tuttavia rimase fermo godendosi il risveglio: dopo l'odore aveva sentito il suono dell'olio nella padella, dell'acqua che prendeva bollore e i colpi ritmici di un coltello sul tagliere.
Doveva alzarsi ma non ne aveva voglia tra il tepore e la sonnolenza che sentiva addosso, ma più di tutto a tenerlo sul divano era la sensazione di pace. Era tornato a Beacon Hills da appena due mesi, ma gli mancava da morire svegliarsi la mattina nel suo loft con Samir e sua sorella addormentata sul divano o nel letto con il libro di turno. Di solito era lui a cucinare per tutti, ma ogni tanto Samir gli faceva una sorpresa o Cora era rimasta sveglia così a lungo che aveva finito per preparare la colazione. Gli piacevano quei risvegli, sapevano di casa.
Una casa un po' strana dove cibo messicano e arabo si mischiavano a tazze di cereali e biscotti buttati in microonde per fingere che fossero appena sfornati, ma casa.

Fece un altro profondo respiro raccogliendo altri odori: pancetta, limone, aglio, cioccolato, tè, caffè... sicuramente il ragazzo si stava dando da fare ma non riusciva a capire cosa stesse preparando di preciso. L'intenso odore del prezzemolo però faceva ben sperare.
Non aveva fame, ma probabilmente era tardi e forse Stiles aveva bisogno di mangiare qualcosa. Lo osservò dormire per quanto poteva, ma aveva ancora la testa incastrata sotto il suo mento e l'unica cosa nella sua visuale erano schiena e gambe. Probabilmente era stremato, ma non potevano indugiare oltre.
Prese a chiamarlo piano e ad accarezzargli piano i capelli cercando di rendergli il risveglio meno brusco, ma il ragazzo si tirò su spaesato e intontito.

«Dove sono?» biascicò guardandosi intorno con gli occhi cisposi.

Derek non gli rispose, troppo occupato a guardarsi la maglia dove il ragazzo aveva sbavato nel sonno.

«Dovevi essere esausto» borbottò tirandosi un po' su; di scendere non se ne parlava, Stiles era ancora sulle sue gambe.

Il castano si asciugò distrattamente la bocca e lo mise a fuoco. «Il mio piano ha funzionato.» disse in un tono ridicolmente vittorioso, poi le guance si tinsero di rosa acceso. «Scusa»

Derek fece spallucce «Tanto lavi tu»

Stiles lo guardò oltraggiato e probabilmente avrebbe voluto dire qualcosa ma Samir gli si buttò addosso facendolo barcollare per la sorpresa.

«Marḥaban nur ainy»

«'giorno»

Stiles riuscì solo a fare un verso improponibile e a regalare un'espressione incredibilmente confusa e spaventata al moro.

«Ti sei ripreso un po'?» domandò l'altro poggiando il mento sulla spalla del castano.

Il mannaro annuì sbadigliando, poi rimase in silenzio a osservare i due che lo sovrastavano; Samir era sereno, ma l'altro era così stranito da risultare comico. Per fortuna il giovane si alzò e si tirò dietro il castano, che inciampò nei suoi stessi piedi.

«Abbiamo parecchie cose da fare, soprattutto capire perché Scott ha quei dolori. A sentire Cora direi che è psicosomatico, ma non sono io l'esperto, dovresti dargli un'occhiata, poi-»

THE LEGACY OF THE NEMETON || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora