The truth on his tongue

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" «Derek scendi! Sbrigati, è arrivato, può fermarsi solo due ore oggi!»"

Nel vederlo i ricordi tornarono a galla senza che potesse farci molto, ma erano nebulosi e confusi. Non aveva mai avuto una buona memoria.
Dovette reprimere un brivido nel vederlo. Sembrava un fantasma uscito dal suo passato e se non fosse stato per l'odore che sapeva essere solo suo, per il rumore dei passi che lo accompagnavano, avrebbe creduto di avere delle allucinazioni.
Perché lui non poteva essere lì.
Non dopo tutto quel tempo.
Non dopo tutto quello che era successo.

Lo guardò avanzare verso di lui, emergendo dalla penombra del sottobosco, col passo sicuro senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso. Il vento continuava a scuotere le soglie e i rami più alti degli alberi, continuando a portare il suo odore e il suono dei passi sull'erba rigogliosa; nemmeno d'estate seccava in quella radura. Prese a studiarlo vedendo quanto era cambiato.
Era alto e atletico, nonostante si notasse che non fosse più giovane; la pelle era molto chiara, tipica di chi non prendeva molto sole, ma non pallida. Portava i capelli un po' più lunghi del normale ed erano di un biondo molto chiaro, sottili e leggermente spettinati; lasciavano scoperta la fronte su cui poteva intravedere qualche ruga, così come vicino agli occhi. La barba quasi non si vedeva tanto era chiara, ma l'aveva lunga di qualche giorno; le labbra sottili e gli zigomi si vedevano perfettamente.
Avanzava a passo sicuro verso di lui, ma sembrava che soffrisse il caldo, nonostante la frescura boschiva e gli abiti che portava, una camicia a maniche corte e dei pantaloni di tela leggera. Si passo le mani sul volto cercando di asciugare il sudore e darsi una sistemata ai capelli, ma con pochi risultati.

Derek non si muoveva; lo studiava cercando di memorizzare i dettagli che erano cambiati negli anni: i capelli più chiari, il fisico più asciutto, le rughe intorno agli occhi.
Il cuore dell'uomo aveva un battito regolare, il battito di chi è calmo e il moro cerco di tranquillizzarsi, ma era difficile, erano dieci anni che non lo vedeva.
Ancora non l'aveva raggiunto che le labbra si stesero in un sorriso, mostrando i denti bianchissimi e affilati, che da bambino gli facevano pensare che fosse sempre sul punto di trasformarsi.

Si fermarono l'uno davanti all'altro, guardandosi negli occhi, i suoi erano di un verde più freddo rispetto ai suoi, a era innegabile che fossero i suoi occhi.

«Derek» sospirò il biondo come se fosse in tensione; dopo un istante d'incertezza allargò le braccia, come se avesse l'intenzione di abbracciarlo «Non ti vedo da una vita. Ti credevo morto» disse felice; sembrava sincero.

Il moro tuttavia rimase immobile a disagio e interdetto. Dopo qualche istante d'incertezza l'uomo abbassò la braccia, lasciandole ricadere lungo i fianchi.

«Sono un po' troppo grande per queste cose, non credi papà?» buttò lì, sperando di non offenderlo. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era un'altra persona che ce l'aveva con lui.

Per di più, trovarselo davanti senza sua madre lo metteva a disagio: ogni volta che veniva a trovarlo non entrava nemmeno in casa e restavano nella radura, sotto lo sguardo vigile di sua mamma. Non che suo padre avesse mai dimostrato di essere un elemento pericoloso, ma era la prassi coi mannari che non erano affiliati o semi sconosciuti.
Per fortuna suo padre non se la prese, anzi fece spallucce e mise le mani sui fianchi, infilando i pollici nell'orlo dei pantaloni. Erano padre e figlio, ma si erano visti poco più di una decina di giorni in tutta la loro vita, non avevano un costruito un rapporto, era una reazione plausibile.
Derek senza fare quasi rumore sospirò di sollievo e si preparò a fare gli onori di casa anche se una casa non c'era più.

«Cosa ti porta qui?» chiese cercando di restare sereno.

«Ero in America per lavoro e ho pensato di allungare un po' il giro, per portare i miei rispetti a te e alla mia famiglia...» fece un sospirò e si voltò verso il punto in cui sua madre stava quando veniva a trovarli «... ma la casa è stata demolita. Però ho trovato te» disse tornando a guardarlo con un sorriso e gli occhi leggermente lucidi; se stava fingendo, era davvero un ottimo attore.

THE LEGACY OF THE NEMETON || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora