Eat, Talk, Help

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Giorno 1 dalla partenza di Talullah; ore 00.32



Cora aveva appena sceso le scale con grande attenzione, stando attenta a saltare il nono gradino, che aveva scoperto cigolava, ed era tornata in cucina. Si muoveva quasi senza respirare, come se avesse paura di disturbare qualcuno che in realtà non c'era, dato che erano tutti al piano superiore.

Sentiva molto il peso di essere ospite, avrebbe voluto aiutare di più, come faceva suo fratello, ma non sapeva da che parte cominciare, perciò aveva deciso di disturbare il meno possibile.

"Io me ne starò in camera mia senza fare il minimo rumore e facendo come se non esistessi" si ripeté per l'ennesima volta nella testa. Ormai conosceva quei libri a memoria, ma non riusciva a smettere di leggerli; erano quelli che più le avevano fatto compagnia in Messico ed erano terribilmente consumati, ma non riusciva a separarsene.
Sempre stando in perfetto silenzio aprì la porta del frigo, ma qualcosa traballò al suo interno, risuonando con la forza di un tuono nelle sue orecchie; si bloccò sperando che nessuno l'avesse sentita. Passarono cinque secondi, ma non successe nulla, così decise che poteva riprendere a respirare e finire di aprire lo sportello.

«Se cerchi la carne avanzata, è nel forno»

Sussultò nella luce fredda del frigo e si girò verso la direzione da cui proveniva la voce, anche se già sapeva di chi si trattava: Isaac la guardava a testa in giù, sporgendosi dal bracciolo del divano. In mano aveva il cellulare e nelle orecchie gli auricolari.

«Cercavo qualcosa che non fosse carne» borbottò lei tornando a cercare qualcosa nel frigo, ma era semi vuoto: c'erano salse, birra, bibite, latte, ma nulla di salato che potesse riempirle lo stomaco. Con un sospiro afferrò il cartone del latte con l'intenzione di mangiare almeno una tazza di cereali, ma come lo sollevò capì che era vuoto.

"Vorrei sapere chi è il disgraziato che non butta mai le confezioni vuote" pensò chiudendo lo sportello. Stava già andando a buttare il brik quando il suo stomaco gorgoglio per la fame, facendola bloccare di nuovo.

Ci fu il rumore di qualcuno che si alzava dal divano, ma lei, imbarazzata, cercò di non prestarci attenzione, buttando il cartone nella pattumiera.

«Sei davvero così affamata?» chiese Isaac retoricamente entrando in cucina; nemmeno aspettò la sua risposta e andò ad aprire il forno. «Non hai mangiato a cena?» aggiunse con una nota di scherno nella voce.

«No» ammise lei senza voltarsi.

«E perché?» chiese il biondo afferrando i manici della teglia.

Cora fece un respiro profondo e si preparò psicologicamente per quello che probabilmente gli avrebbe detto il ragazzo.

"Forza, ormai ci hai fatto l'abitudine, conosci tutti i modi di ribattere. L'unica differenza sarà che lui dovrai vederlo tutti i giorni e sopportare le frecciatine"
«Sono vegetariana» sussurrò irrigidendosi e rimanendo voltata.

L'unico rumore che provenne dalle sue spalle fu il leggero "oh" di sorpresa di Isaac e del forno che veniva chiuso. Lei si voltò leggermente sorpresa dal fatto che non aggiungesse altro e se lo trovò davanti in tutta la sua altezza e con le mani in tasca.

«Quindi che si fa? Il frigo è vuoto, non credo ci sia nulla che tu possa mangiare» mormorò forse intenzionato ad aiutarla in qualche modo.

Cora rimase pensierosa per qualche istante, mordicchiandosi un'unghia. «Conosci qualche posto aperto a quest'ora che faccia servizio take away con cibo vegetariano?»
Il biondo si fece pensieroso quanto lei, ma dopo appena trenta secondi scosse la testa e le spiegò che anche senza pensare al cibo vegetariano tutti i posti che conosceva lui avevano chiuso a quell'ora. La ragazza fece un profondo sospiro e già pesava di andare a letto cercando di combattere la fame col sonno, ma il suo stomaco gorgogliò di nuovo, in modo doloroso.

THE LEGACY OF THE NEMETON || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora