A farewell to grudges

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In soggiorno tutti mangiavano a cuor leggero poco interessati a quello che succedeva intorno a loro. Cora era una questione a parte, si era subito voltata verso il moro quando era uscito dalla cucina. Aveva solo alzato un sopracciglio chiedendo cosa stesse succedendo, ma lui aveva fatto un piccolo sorriso e aveva continuato per la sua strada. Non pensava che sua sorella l'avrebbe seguito, probabilmente quello che voleva era solo sapere che non c'erano problemi.

Arrivato al piano superiore si fermò un secondo a vagliare le ipotesi: Stiles doveva essere in camera sua o nello sgabuzzino, nella peggiore delle ipotesi poteva anche star piangendo, ma era quasi certo che non fosse quello il caso. Poteva anche essersi rifugiato in bagno, ma non gli sembrava da lui.

Alla fine decise di partire dalla sua camera.

Lo trovò lì, seduto sul letto con una coperta tirata sulle spalle e lo sguardo perso. Rimase sulla soglia ad osservarlo qualche secondo nella speranza che si accorgesse che fosse entrato, ma dato che non succedeva bussò a terra con il piede sperando di non spaventarlo.

La sola risposta di Stiles fu arrossire furiosamente e incassare la testa tra le spalle. Derek decise di ignorare la cosa, così come il suo arricciarsi nervosamente una ciocca di capelli sull'indice, e andò a sedersi davanti a lui.

«Esattamente perché sei scapato quando mi hai visto parlare con tuo padre? Specie visto che gliel'hai chiesto tu.»

Nel sentire quelle parole il castano si fece un po' più pallido.

«L'hai capito da solo o-»

«Me l'ha detto lui.» lo interruppe «Ma non ci sarebbe voluto un genio per indovinarlo»

Il ragazzo davanti a lui sbuffò e continuò ad evitare i suoi occhi, cosa che cominciava a far risalire un sorriso sulle labbra di Derek. Stiles aveva lo stomaco di guardare negli occhi creature che lo volevano morto, demoni e cacciatori che gli puntavano delle armi in faccia e mantenere un invidiabile sangue freddo, ma ora non riusciva ad incontrare il suo sguardo perché aveva cercato di fare qualcosa per lui.

Cosa strana, l'adolescenza.

«Grazie per averci pensato ad ogni modo»

«Non sei arrabbiato?» chiese in un tono incredulo «Credevo avresti odiato che qualcuno mettesse il naso nei tuoi affari»

«Di norma sì, avrei reagito mettendo un muro ma stavolta... non lo so, probabilmente sei solo riuscito a centrare il momento giusto. O c'è riuscito tuo padre.» sospirò con mezzo sorriso sul viso «Resta il fatto che l'ho apprezzato ed è l'unica cosa che conta davvero.»

«Perché hai dovuto aggiungere l'ultima frase?» sbuffò in rimando il castano.

«Perché pensi troppo in questi giorni»

«Da che pulpito» ribatté l'altro con una smorfia esagerata.

Alla fine erano riusciti a calmarsi: le spalle del ragazzo erano rilassate così come la schiena del moro. Tra loro restava la pizza che si stava raffreddando.

«Ti va di dividercela?» gli chiese accennando al cartone.

«Non hai fame?»

«Io il giusto, sei tu quello che sembra vivere d'aria in questi giorni» borbottò l'altro in risposta e sedendosi a terra, ma senza abbandonare la coperta «Quindi ci dividiamo la pizza»

Derek abbassò gli occhi e lo osservò aprire la scatola, sorprendendosi che Stiles ricordasse il suo ultimo ordine.

«Cora mi ha aiutato» spiegò lui «Sembra buona, ma avevo troppa voglia di formaggio»

THE LEGACY OF THE NEMETON || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora