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Sanremo, 6 febbraio 2018

Nonostante l'azione mitigatrice del mare, di sera l'aria di Sanremo era ancora parecchio fredda e solo qualche temerario osava sfidarla con una corsa sul lungomare oppure con una breve passeggiata in compagnia del proprio cane.

A differenza degli altri giorni, però, non si poteva dire lo stesso per il centro città, affollato da giornalisti, cameraman, fotografi, fan con in mano il CD del proprio artista preferito, musicisti, aspiranti cantanti, mentre uomini in smoking e donne con abiti lunghi ed eleganti si apprestavano ad entrare per prendere posto all'interno del Teatro Ariston. Tutto questo viavai di persone significava solo una cosa: la settimana del sessantottesimo Festival di Sanremo, l'evento musicale più importante della musica italiana, per la prima volta diretto da Claudio Baglioni insieme a Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, aveva ufficialmente inizio.

A suscitare molta curiosità era stato l'annuncio della partecipazione in gara della coppia formata da Ermal Meta e Fabrizio Moro: il primo, trentaseienne di origini albanesi ma residente in Italia da più di vent'anni, aveva riscosso un notevole successo l'anno precedente non solo per essersi guadagnato il terzo posto con Vietato Morire, ma anche per aver vinto il Premio Cover grazie alla sua magistrale interpretazione di Amara Terra Mia; il secondo, invece, amante dei tatuaggi, di anni ne aveva quarantadue, era di Roma e aveva vinto Sanremo Giovani nel 2007 con Pensa, probabilmente uno dei brani più forti a livello tematico presentati nella storia del Festival.

Indubbiamente due bravissimi cantautori, ma in molti si chiedevano come potessero trovare un punto comune due persone all'apparenza così diverse a partire dai loro caratteri: se da un lato Ermal era molto socievole, logorroico e diretto, dall'altro Fabrizio con quella sua aria misteriosa, risultava più chiuso e distaccato.

Intanto, tramite un'entrata secondaria e lontani da occhi indiscreti, i venti Campioni in gara incominciarono ad entrare nella red room, un'ampia stanza ricavata in una palazzina adiacente al teatro e completamente a loro disposizione.

Inutile dire che in quel momento regnava la confusione più totale: c'erano i parrucchieri che a colpi di phon e spazzola sistemavano le elaborate acconciature, i truccatori che provavano a mascherare il più possibile i segni delle occhiaie, gli stilisti che correvano da una parte all'altra del corridoio con in braccio abiti, scarpe e accessori di ogni tipo, i manager e i discografici erano tartassati di telefonate senza un attimo di tregua, qualche cantante riscaldava la voce con dei vocalizzi, qualcun altro ripassava ad alta voce il testo della propria canzone.

Erano tutti comprensibilmente frenetici e nervosi, ad eccezione di Ermal che, invece, era seduto su un divanetto e chiacchierava tranquillo con il suo amico e collega Enrico Ruggeri. Stavano conversando del più e del meno, quando ad un certo punto sentirono urlare fortissimo.

«NON MI AVETE FATTO NIEEENTEEE...»

L'inconfondibile voce di Fabrizio zittì tutti i presenti che si voltarono automaticamente verso Ermal, il quale, imbarazzatissimo, disse: «Scusate, è un po' agitato. Vado a vedere come sta.»

Si avviò quasi correndo in direzione del camerino, aprì la porta e vi trovò l'amico in un angolo, con la faccia rivolta verso il muro.

«Cosa diamine stai facendo, Fabrì?!»

«Sto riscaldando la voce, perché?»

Il riccio non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere sotto lo sguardo stupito del compare: Fabrizio aveva scelto l'unico posto in cui il rimbombo era davvero notevole, quindi lui credeva che nessuno lo sentisse, ma in realtà era l'esatto contrario.

Appena Ermal gli raccontò cos'era successo, anche Fabrizio si mise a ridere e, onde evitare di fare altre figuracce, propose all'amico di ripassare insieme il testo della loro canzone, nella speranza di riuscire ad alleggerire almeno in parte la tensione che ormai era sempre più forte. Quando però sentirono l'annuncio di Baglioni che dava ufficialmente inizio alla kermesse canora, decisero di raggiungere gli altri colleghi già seduti sui divanetti che seguivano la diretta del Festival tramite il maxi schermo posto al centro della parete più ampia.

Il grande gioco degli specchi || Il Volo & MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora