VI

326 45 67
                                    

8 febbraio 2018

In pochi minuti, Piero, Ignazio e Gianluca varcarono la soglia d'ingresso dell'Ariston e si fiondarono dietro le quinte per raggiungere i loro colleghi.

Dato che si erano esibiti il giorno prima, ormai la loro presenza lì non contava più nulla, ma i tre ci tenevano particolarmente ad assistere dal vivo a tutto ciò che succedeva in quell'ambiente: magari da un momento all'altro sarebbe saltato fuori qualche indizio utile per capire cosa potesse esserci dietro alla misteriosa sparizione di Ermal e Fabrizio.

Si diressero verso la red room, dove i vari big in gara erano già comodamente seduti per assistere alle quattro esibizioni delle Nuove Proposte di quella sera. Dopo un saluto generale i ragazzi notarono subito la presenza di Montanari e Maccaroni, che li invitarono ad avvicinarsi e a seguirli in un angolo più appartato della stanza.

«Scoperto niente, ragazzi?» mormorò Marco. Nel pomeriggio i tre lo avevano già messo al corrente della conversazione che avevano avuto con Morgan e del ritrovamento dell'orecchino della Zilli, ma avrebbero dovuto ancora raccontargli come fosse andata.

Ignazio scosse la testa. «Purtroppo no. Abbiamo appena parlato con Nina, siamo stati a cena insieme. Era troppo scossa, oggi pomeriggio l'abbiamo ritrovata in stanza che piangeva... Siamo più che sicuri che lei non c'entri nulla.»

«Addirittura, come mai era così scossa?» si interessò Montanari, evidentemente ignaro del passato di Nina e Fabrizio.

«Allora non ne sapevi niente nemmeno tu?» fece Gianluca.

«Cosa avrei dovuto sapere?»

«Te lo spiego io, Marco» intervenne prontamente Roberto. Iniziò così a raccontare in breve all'altro chitarrista del passato sentimentale della Zilli e di Moro, della ricaduta di quest'ultimo, della fuga di lei e dei suoi conseguenti sensi di colpa.

«Sapevo che Nina si portava dietro questo peso da anni, e immaginavo che in occasione di questo Festival in cui sono entrambi in gara avrebbe approfittato per liberarsene parlandone con Fabrizio» concluse. «Non avrebbe avuto motivo di farlo sparire, lui non le ha mai fatto alcun torto. E poi sono certo che Nina continui a volergli molto bene, altrimenti non si sarebbe mai presentata da Fabrizio per scusarsi.»

«Anche noi la pensiamo così» si inserì Piero. «Nina è andata da Fabrizio per parlargli di questo, e nient'altro.»

Nel frattempo, Montanari era rimasto quasi scioccato da quel racconto. Mai avrebbe immaginato che Nina e Fabrizio avessero avuto una storia, né che anni prima quest'ultimo avesse rischiato di ricadere nella tossicodipendenza e lei si fosse allontanata per timore delle conseguenze.

«Io sono sconvolto, ragazzi» bofonchiò. «Vi giuro che non ne sapevo niente, anzi, meno di niente. Magari nemmeno Ermal lo sa ancora. Posso solo dire che mi trovo più che d'accordo con voi... e purtroppo questa faccenda della sparizione rimane ancora aperta.»

«Già, purtroppo» farfugliò Gianluca con una punta di rammarico.

Dopo alcuni attimi di silenzio, Maccaroni riprese parola.

«Abbiamo sperato a lungo che l'ufficio stampa ritirasse l'accusa di plagio, e ora che è successo davvero Ermal e Fabrizio non ancora si ritrovano. È terribile, ragazzi. È a dir poco terribile.»

Marco annuì, scoraggiato. «Stasera avrebbero dovuto cantare, e invece non se ne farà nulla. Pensandoci bene potrei anche andarmene da qui, ma non me la sento di stare da solo. E per di più...»

«Hai fatto bene a venire, Marco» lo confortò Piero, interrompendolo. «E poi non si sa mai, stando qui potreste sempre scoprire qualcosa.»

«Piero non ha tutti i torti. Sempre meglio che starsene con le mani in mano» concordò Roberto, sospirando amaramente.

Il grande gioco degli specchi || Il Volo & MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora