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8 febbraio 2018

Dopo qualche minuto, Nina uscì dalla sua stanza splendida come sempre: un abitino nero elegante e un paio di tacchi abbinati, i capelli e il trucco di nuovo impeccabili. La tristezza di prima sembrava essersi dissolta nell'aria.

I ragazzi de Il Volo decisero comunque di non utilizzare lo stesso metodo adottato per interrogare Castoldi, anzi, per tentare di ricavare qualcosa di utile optarono per una tranquillissima chiacchierata.

«Nina, noi non crediamo che tu abbia a che fare con la sparizione di Ermal e Fabrizio, ma il tuo orecchino era nella stanza di Fabrizio e... vorremmo solo farti qualche domanda» proferì Gianluca, quasi timoroso.

La Zilli acconsentì, scrollando le spalle. «Beh, mi sembra lecito a questo punto.»

I quattro si avviarono all'ascensore, finalmente libero, e scesero al piano terra in silenzio.

Arrivati nei pressi del bar situato all'interno della struttura, però, Ignazio, qualche passo più avanti rispetto agli altri tre, si bloccò sul posto facendo fermare anche i due amici e Nina.

«Ignà?» lo richiamò Piero posandogli una mano sulla spalla.

«Ehm... forse abbiamo un problema» comunicò lui, facendo un cenno con la testa verso la loro destinazione.

Sfortunatamente il bar era occupato da una marea di giornalisti, e non era certamente il luogo più adatto per parlare di una faccenda così delicata come la sparizione in circostanze misteriose dei due cantautori più chiacchierati del Festival.

«Oltretutto c'è anche quel signore con il quale ho discusso poco fa alla reception, e non ho alcuna intenzione di sentire ancora una volta le sue lamentele» spiegò il marsalese.

«Intendi Carlo Rossini?» chiese Nina, alludendo a uno degli uomini presenti in quel gruppo.

«Sì, mi pare si chiami così. Lo conosci?» domandò Gianluca, perplesso.

Mentre il rosetano parlava, Rossini si girò verso il quartetto lanciando un'occhiata di disprezzo ai tre giovani cantanti e Ignazio si spostò velocemente dal suo raggio visivo, voltandosi di spalle e borbottando qualcosa in siciliano stretto.

«Anche lui è un giornalista, viene dal Lazio e lavora per L'Opinione. Mi ha chiesto un paio di interviste durante questi giorni» raccontò in breve la donna, senza dare troppa importanza all'argomento.

«Non vorrei interrompere questo discorso interessante, ma rimane il problema che non possiamo parlare in tranquillità qui» si intromise Piero, riportando il dialogo alle sue origini.

«Potremmo parlare a cena. Questa sera io non dovrò cantare quindi non ho alcuna fretta» propose la Zilli.

«Bedda sì» si lasciò sfuggire Ignazio facendo, come sempre, scappare una risata a tutti.

Si accordarono quindi per la cena: nell'hotel di Nina, solitamente meno affollato la sera.

Per le sette e mezza si ritrovarono al ristorante. Il televisore era sintonizzato proprio su Rai 1, in attesa dell'inizio della terza serata del Festival.

I quattro presero posto al tavolo da loro riservato poche ore prima, sollevati dal fatto che a quell'ora fossero presenti meno persone rispetto al solito. Vennero consegnati loro i menù, e solo dopo aver ordinato la discussione ebbe inizio.

«Bene, ora possiamo parlare» esordì Gianluca una volta che il cameriere si fu allontanato, e tutti annuirono.

Prima di cominciare, Nina informò Il Volo del fatto che proprio durante il pomeriggio Baglioni avesse riunito tutti i big in gara per riferire loro della scomparsa dei MetaMoro, ipotizzando addirittura un rapimento. Di conseguenza, ormai, tutti i partecipanti erano al corrente di quella terribile situazione.

Il grande gioco degli specchi || Il Volo & MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora