XII - Finale (seconda parte)

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Dalla parte precedente:

«Scusate, e se le telecamere fossero state funzionanti cosa avrebbero fatto? Vi avrebbero buttato giù dalla finestra?!» obiettò Cristicchi.

«Non ne abbiamo idea, ma di certo si sarebbero inventati qualcos'altro per danneggiare il Festival. In realtà il loro obiettivo principale era quello, non fare del male a noi nello specifico.»

Quell'inaspettato chiarimento da parte di Fabrizio suscitò curiosità e indignazione nei presenti. Cosa stava cercando di dire?

***

«Spiegati meglio, Fabrì. Stai dicendo che il vostro sequestro non era premeditato?» domandò a quel punto Piero, leggermente confuso.

«No, a quanto pare no» affermò l'altro. «Stamattina Ferri e Raugei hanno raccontato che il loro scopo era semplicemente quello di sabotare Sanremo 2018 per vendetta, ma senza aver programmato un piano preciso già prima dell'inizio del festival... Si sarebbero organizzati al momento, a seconda delle circostanze. Diciamo che la loro idea di sequestrarci è nata durante la prima sera, quindi martedì.»

Simone era a dir poco indignato. «Non ci posso credere. Quindi hanno approfittato dell'accusa di plagio per rapirvi?»

«Peggio ancora, Simone. Peggio ancora!» commentò Ermal con una certa enfasi, ancora incredulo per tutte le scoperte fatte quella mattina. «Loro l'accusa di plagio l'hanno proprio creata. È colpa loro se siamo stati accusati, ragazzi.»

«Vuoi dire che...»

«Sì. È stato Raugei a fare la soffiata a Laffranchi tramite i social, subito dopo aver ascoltato la nostra canzone.»

All'udire quell'affermazione, a Pelù per poco non andò di traverso il vino che stava bevendo in quel momento.

«Cosa?!» sbraitò, trattenendo un colpo di tosse. «Ma allora è coglione forte... Speravo che almeno stavolta non sarebbe arrivato a tanto! E invece no, bastardo come sempre.»

«Come sempre?» si stupì Fabrizio. «In che senso?»

«Ah giusto, voi non ancora lo sapete» farfugliò il rocker, cercando di ricomporsi. «In poche parole, ho avuto la sfortuna di conoscere Raugei più di dieci anni fa e anche di averci avuto a che fare per molto tempo. Vi dico solo che alla fine di tutto è arrivato a diffamarmi alla stampa e a cercare di sabotare un concerto dei Litfiba. Senza dubbio un grande talento, ma anche un grande pezzo di merda.»

Il romano, come anche il suo collega, rimase senza parole davanti a quell'ennesima rivelazione. Era proprio vero che non ci sarebbe mai stata fine al peggio.

«Insomma, manco 'no psichiatra je pò fa quarcosa a quello» farfugliò scioccato guardando Ermal, che annuì con il capo.

«Quel ragazzo è di una cattiveria inaudita. Non pensavo che in passato se la fosse presa anche con altri!»

«Purtroppo sì, invece. Magari dopo spiegherò meglio anche a voi... Ma intanto tranquilli, finiteci di raccontare» concluse brevemente Pelù. Per quella mattina toccava soprattutto ai MetaMoro parlare.

«Come vi hanno trattati nei sotterranei?» domandò allora Simone, cercando di toccare un altro punto del discorso.

«Mah, guarda... Tutto sommato avrei pensato peggio» ammise Fabrizio. «Nessun maltrattamento, a parte la legatura alla sedia il giorno della finale.»

Intervenne anche l'amico. «Diciamo che il maltrattamento è stato più verbale che fisico. Raugei veniva a farci visita un paio di volte al giorno, per pranzo e per cena, giusto il tempo di allungarci due panini e criticarci a dovere.»

Il grande gioco degli specchi || Il Volo & MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora