IV

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8 febbraio 2018

Dopo aver confabulato a lungo su come poter ottenere ulteriori informazioni riguardanti Morgan, evitando però di destare troppi sospetti, i ragazzi de Il Volo raggiunsero l'hotel dei MetaMoro. Una volta entrati si avvicinarono al banco della reception, dove un ragazzo stava sbrigando alcune faccende al computer.

«Scusi, sa per caso se il signor Castoldi è passato di qui ieri sera?» domandò Piero.

Il receptionist del Globo rivolse loro uno sguardo confuso, così Gianluca aggiunse: «Morgan, il cantante.»

«Scusate» si riprese lui. «Non ero a conoscenza del suo cognome. Comunque no, non l'ho visto. Tra l'altro non mi risulta che alloggi qui da noi...» concluse, controllando il registro degli ospiti.

I tre ragazzi annuirono e ringraziarono il giovane per quell'informazione.

«Beh, se non altro abbiamo la conferma che non è stato lui» osservò Gianluca.

Nel frattempo Roberto e Marco li raggiunsero. Il primo provava con delle pacche amichevoli a confortare l'amico, che dalla faccia sembrava davvero a pezzi. Come biasimarlo: il suo compagno di palco nonché migliore amico era sparito nel nulla insieme a Fabrizio, avevano trovato la camera di Ermal a soqquadro e, come se non bastasse, avrebbero dovuto anche occuparsi della questione plagio.

«Vedrai che li ritroveremo, Marco» provò a tranquillizzarlo Piero, con voce sicura.

«Avete scoperto qualcosa di nuovo riguardo a Morgan?» s'informò Roberto.

«Come direbbero gli investigatori, abbiamo interrogato il receptionist, il quale ha confermato l'alibi del sospettato» rispose Ignazio, scatenando senza volerlo una piccola risata nei presenti. Il bello del marsalese era anche questo: inconsciamente, con quel suo atteggiamento all'apparenza un po' buffo, riusciva sempre con una battuta a strappare un sorriso nei momenti di maggiore tensione.

«Beh, che ho detto? Se dobbiamo investigare, investighiamo per bene.»

«Cala, cala, Sherlock Holmes!» lo riprese bonariamente Piero.

Gianluca, invece, ci rifletté su. «Però Ignazio non ha tutti i torti. Magari potremmo ispezionare la stanza di Fabrizio e vedere se troviamo qualche indizio che possa tornarci utile.»

«Andate voi, ragazzi» li esortò Maccaroni, porgendo loro un badge. «È la chiave della sua camera. Noi dobbiamo andare all'Ariston per una riunione con Baglioni e la commissione di Sanremo: vogliamo chiarire una volta per tutte com'è nata Non Mi Avete Fatto Niente e che la canzone non può essere eliminata perché rispetta in pieno il regolamento del Festival. Inoltre, abbiamo deciso di comunicare a Claudio che Ermal e Fabrizio non si trovano. Magari lui può in qualche modo aiutarci. Comunque se trovate qualcosa avvisateci, mi raccomando.»

Il Volo annuì, e dopo aver salutato Marco e Roberto salì in ascensore diretto alla stanza di Fabrizio, sperando di poter trovare una traccia che potesse svelare almeno in parte qualcosa in più su quella strana e complicata vicenda.

***

La camera di Fabrizio si trovava sullo stesso piano di quella di Ermal, solo che mentre la sua era situata più o meno a metà, quella dell'albanese era posizionata in fondo al corridoio e vicino alle scale per l'uscita d'emergenza.

Arrivati davanti alla porta, i tre amici si fermarono qualche secondo senza muovere un muscolo, nervosi e con il cuore che batteva veloce, poi Piero si fece forza e inserì il badge nella serratura. Aprirono piano l'ingresso, come se avessero il timore di scoprire qualcosa di terrificante, ma una volta entrati rimasero sorpresi da quello che videro: era tutto perfettamente in ordine, con la sola eccezione del letto sfatto.

Il grande gioco degli specchi || Il Volo & MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora