X (prima parte)

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10 febbraio 2018

«Ci mancava solo questa...» sospirò il chitarrista di Ermal, lasciandosi cadere sul letto.

Mentre i loro manager erano impegnati a cercare qualche informazione utile in Sala Stampa riguardo a Carlo Rossini, i ragazzi de Il Volo si erano invece riuniti insieme a Simone, Roberto e Marco nella stanza di quest'ultimo per discutere sulle novità che il trio aveva scoperto poche ore prima.

«C'è dell'altro» aggiunse Piero. «Rossini, o qualunque sia il suo vero cognome, è convinto che dietro la sparizione di Raugei e di Ermal e Fabrizio ci sia Pelù.»

«E come fa ad esserne sicuro?» s'informò Roberto. «Ha delle prove o qualcosa che dimostri che sia davvero lui il colpevole?»

«Questo non lo sappiamo, però ha raccontato che ieri è stato molto schivo con i giornalisti. Inoltre, ci ha fatto notare un fatto non da poco...»

«Ovvero?» domandò Simone.

«Raugei è scomparso poche ore prima dell'esibizione di Piero.»

«Sì, ok, ma fino a che punto possiamo fidarci di quello che dice Rossini?» esordì Ignazio.

«Pensi che possa nasconderci qualcos'altro oltre al nome?» chiese Marco.

«Secondo me sì. Altrimenti non vedo perché dovrebbe mentire sulla sua vera identità.»

I sei amici rimasero in silenzio. Tutti quei misteri a poche ore dalla finale del Festival non erano certo di aiuto, anzi, peggioravano ancora di più una situazione già di per sé molto complessa.

«E se andassimo direttamente da Rossini per chiarire meglio la questione?» propose Gianluca.

«Non sarebbe una brutta idea» convenne Roberto. «Potremmo scoprire qualche indizio in più che possa portarci da Ermal e Fabrizio.»

«L'altro giorno ha ritirato la chiave della stanza prima di me e al receptionist ha detto il numero 315. Adesso è sicuramente fuori per pranzo, ma pare che tutti i giorni intorno all'una rientri in stanza e non esca prima delle tre» spiegò Marco. «Potremmo aspettarlo fuori dalla porta, così...»

«Meglio di no» lo interruppe Piero. «Se anche lui ci nasconde qualcosa, vedendoci tutti insieme potrebbe rifiutarsi di parlare. È meglio se ci presentiamo solo noi tre.»

«Allora noi potremmo trovarci nella hall già verso la mezza, così non appena torna vi avvisiamo» suggerì Simone.

Tutti furono d'accordo con la proposta di Cristicchi: i loro amici scesero al bar per pranzo tenendo sempre d'occhio l'entrata dell'albergo, invece i ragazzi ordinarono da mangiare tramite il servizio in camera.

I giovani cantanti avevano appena finito di pranzare quando il cellulare di Gianluca segnalò l'arrivo di un messaggio da parte di Montanari: Rossini è salito adesso in ascensore. Buona fortuna.

Mentre si dirigevano al terzo piano, Piero ne approfittò per ripassare il "piano d'azione".

«Quindi siamo d'accordo? Continuiamo a rivolgerci a lui come se fosse Carlo Rossini, poi...»

All'improvviso un urlo che sembrava provenire proprio dai dintorni della stanza del giornalista spinse i tre amici ad affrettare il passo, ma una volta arrivati davanti alla porta si trattennero dal bussare, notando che la persona che cercavano non era da sola.

«Marco!» esclamò Rossini da dentro la sua camera. «Mi hai fatto prendere un colpo.»

«Scusami, ma non sapevo proprio dove andare.»

Il grande gioco degli specchi || Il Volo & MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora