Ci hai delusi (22)

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Pov's Luna
Corro a perdifiato per il giardino senza guardarmi dietro. Tiro fuori le chiavi con le mani che tremano: spalanco la porta e finalmente entro in casa. La richiudo immediatamente dietro di me girando la chiave fino allo sfinimento.

Mi accascio per terra, davanti alla porta, e porto una mano sul petto cercando di far diminuire i battiti del mio cuore. Non riesco a calmarmi, devo prendere dell'acqua.
"Luna?! Vieni subito qui!"- sento mio padre che mi chiama dal salone. Sbuffo, l'unica cosa che voglio adesso è andare sotto le coperte.

Non appena entro nella stanza, trovo un quartetto interessante: mia mamma seduta sul divano mentre abbraccia Àmbar in lacrime, mio papà guarda alla finestra e nonno è seduto sulla poltrona con la testa tra le mani.
Non voglio sapere cosa è successo...
"Luna.....dobbiamo parlare"- dice mamma da dietro la spalla di Àmbar.
"Anche io a voi"- rispondo, non mi sono certo dimenticata dei miei buoni propositi.
"C'è stata una Roller Jam, qualche tempo fa. Sbaglio?"- chiede mio padre con un tono strano.

"Sì, sui colori"- rispondo e credo di aver capito che cosa vogliono dirmi. Non voglio convincermi che Àmbar glielo abbia detto.....lo so aveva il diritto di farlo, ma poteva aspettare, avrei affrontato l'argomento io.
"In questa Roller Jam tu dovevi cantare con Simòn....a fine esibizione avete fatto una cosa che manca di rispetto ad Àmbar.....e anche a Matteo"- continua mamma mentre si stacca da Àmbar che rimane con il capo chino.

"Sì, lo so, lo ammetto! Mi dispiace non me ne sono quasi accorta, ho cercato di rimediare sia con Àmbar e che con Matteo, ma ormai era troppo tardi! Ho preso le distanze con Simòn, ho parlato tanto con Matteo, ma lui non riesce ad andare avanti.....Credevo che dopo tutte le scuse che le avevo chiesto Àmbar mi avesse perdonato, me lo ha anche detto lei...mi è stata vicina.......ho fatto di tutto.....mi dispiace"- concludo il mio monologo di spiegazioni abbassando la testa anche io.

"Non mi interessa delle tue scusa Luna! Non c'e niente di peggio del tradimento, te ne rendi conto! Ti devi solo vergognare!"- parla, o meglio grida, mio nonno per la prima volta. Non aveva mai usato questo tono con me, non mi aveva mai guardata in quel modo. È orribile. Sento i miei occhi riempirsi di lacrime, e la testa mi gira tanto che sento il bisogno di sedermi.

"Non ti dovremo neanche far entrare in casa"- conclude mio padre.
"Per favore....povera Lunita...non è riuscita a controllarsi"- prende parola Àmbar, mentre continua a singhiozzare. Stranamente non provo gratitudine per la sua "buona volontà", in questo momento vorrei solo che sparisse.
"Siamo andati all'università oggi...."- continua mamma, come un coltello che apre di più la mia ferita.

"Veramente brava! Hai saputo collezionare una marea di IMPREPARATA con un 30 ricevuto solamente riguardo un approfondimento su Come comunicare grazie allo Sport!! Brava Luna! Il rettore ha detto che sei la peggiore della tua classe!"- grida mio padre abbandonando quella maledetta finestra e guardandomi come non aveva mai fatto prima. Comincio a singhiozzare ma devo farmi forza e dire loro quello che penso di fare.

"L'università....non è la m-mia strad-da papà....vi volevo parlare di questo....d-desidero lasciarla"- dico trattenendo a stento le lacrime. Un silenzio tombale si dilaga nella stanza.
"Cosa?"- sussurra mio nonno guardandomi.
"Dopo tutti i sacrifici che abbiamo fatto per fartici andare?"- continua mio papà con una voce quasi velenosa.

"CI SIAMO TRASFERITI DAL MESSICO PER FARTI STUDIARE AL BLAKE!! E TU ADESSO VIENI QUI A DIRMI CHE NON VUOI FREQUENTARE L'EDIFICIO PER IL QUALE ABBIAMO LAVORATO PER ANNI IN MODO CHE CI ANDASSI?"- urla mamma andando fuori dai gangheri. Inizio a piangere sempre più forte, il mio cuore mi fa tanto male.
"Sai che ti dico? Se la vuoi lasciare fai come credi! Non interverremo mai più nella tua vita, va bene? Così finalmente sarai libera dal fardello dei genitori che ti obbligano a fare quello che non vuoi! Tanto è così che ci definisci con i tuoi amici?"- dice papà uscendo dalla stanza. Mi alzo.
"Mamma non è vero! Voi non siete um fardello per me! Io faccio tesoro dei vostri consigli!! Per favore!!"- la supplico con la vista ormai difficile per colpa delle lacrime. Si alza anche mia madre e fa una cosa che non faceva da dieci anni. Mi da uno schiaffo. Forte, deciso e pieno di rabbia. Mi sorpassa e segue mio padre.
"Nonno...."- provo con l'unica persona rimasta. Oltre la bionda certo.

Soy Luna 4°stagioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora