Percy
Ok! Adesso Annabeth mi faceva paura. Guardava il suo telefono con rabbia e per un attimo pensai che volesse sbatterlo a terra e saltargli sopra. Per fortuna dopo un attimo di esitazione se lo infilò in tasca e l'espressione arrabbiata scomparve dal suo viso.
- Annabeth se c'è qualcosa che non va, con me puoi parlarne - gli dissi.
Dovevo ammettere che mi ero innamorato e che tenevo parecchio a lei, se gli fosse successo qualcosa non so cosa avrei fatto. Però non avevo il coraggio di dirglielo, non sapevo se ricambiava e cosa più importante se avesse già il ragazzo.
- Non è niente. Sono solo stanca di tutto questo - mi rispose allargando le braccia.
- D'accordo, comunque quando vuoi sai dove trovarmi - gli dissi incamminandomi verso la classe. La ricreazione stava per finire e non volevo un'altra punizione. Lei mi seguì intuendo i miei pensieri.
Le lezioni ripresero e io per poco non mi addormentai, senza successo perché Jason continuava a schioccarmi le dita davanti al naso. E durante le ore di letteratura, cioè le ultime due, era impossibile che crollassi. C'erano due motivi: 1) forse la letteratura cominciava a piacermi; 2) il mio insegnante era Paul e mi aveva minacciato che se mi avesse beccato disinteressato alla sua lezione mi avrebbe interrogato senza esclusione di colpi.
A dieci minuti dal suono della campanella per la fine delle lezioni Annabeth si girò verso di me con gli occhi spiritati.
- Mi serve il tuo aiuto! Usciamo qualche minuto dopo degli altri così ti spiego? - mi chiese.
Ok mi stava davvero spaventando, ma decisi comunque di aiutarla.
- Va bene, ma togliti quell'espressione dal viso. Fai più paura di Nico - dissi guardandola intensamente.
Annabeth arrossì e abbassò gli occhi. Ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, lei andava nel panico, ma era brava a nasconderlo.
Annabeth
Non ho capito cosa mi disse la mente in quel momento, ma in futuro non mi sono pentita affatto della mia scelta.
La classe era vuota, ero seduta sulla cattedra e Percy era in piedi di fronte a me, mi guardava interrogativo.
- Se dopo quattro mesi ti si presenta il ragazzo di cui sei innamorata da cinque anni. E il ragazzo in questione non ti si è mai filato e si è accorto di te solo due mesi prima del tuo trasferimento in un'altra città. E ora, sempre dopo quattro mesi, ti manda un messaggio con scritto "vengo a trovarti perché voglio mettermi con te". Tu come reagiresti? - gli chiesi.
Percy mi guardò parecchio confuso.
- Prima lo prenderei a calci per avermi fatto soffrire e poi, se chiede perdono in ginocchio, accetterei la sua proposta - mi rispose senza convinzione.
- Non lo pensi veramente! - dissi
- No! Lo prenderei a calci fino a rispedirlo alla casa e non vorrei più sentirlo nominare - mi confessò - Però mi sono messo nei tuoi panni per risponderti -
Sospirai. Percy aveva ragione.
- Voglio dire se ti piace veramente dagli un'altra possibilità! - mi disse mettendosi le mani in tasca e cominciando a tormentare quello che c'era dentro.
- Percy... -
- Dimmi. Che altro c'è che non va? -
- Se ti accorgi che quello non ti piace più e ti sei innamorata di un altro ragazzo? - chiesi diventando rossa come un peperone.
- A quel punto segui solo il tuo cuore! - mi disse avvicinandosi e guardandomi con dolcezza.
Stavo per svenire davanti a quelle iridi verde mare e per la prima volta riuscii a sentire il suo odore, aveva il profumo dell'oceano.
Non so cosa mi spinse a farlo. Fatto sta che poggiai le mie labbra sulle sue e poi scappai, lasciandolo solo e perplesso.
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E se il destino...
FanfictionAnnabeth Chase vive a San Francisco, ha degli amici fantastici, una bella famiglia e un quasi fidanzato, finché sua madre non decide di abbandonare lei e il padre. È così costretta a trasferirsi a New York con la nuova moglie di suo padre e i suoi...