Il passato che ritorna

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Percy

Non capivo nulla. In effetti era da tempo indeterminato che non capivo più nulla, solo voci soffuse riempivano la mia mente. So solo che dopo tanto tempo, forse troppo, non sentii più niente, neanche il mio corpo. Vagavo nel vuoto più assoluto circondato da un bianco lattiginoso.

Passò altro tempo o forse no, non lo sapevo, finchè dei ricordi riaffiorarono nella mia mente.

"Era uno dei tanti giorni a scuola. Il cortile era pieno di bambini dai sei agli undici anni. Avevo otto anni e mi trovavo seduto sul muretto della scuola insieme a mio cugino Jason. Ad un tratto la mia attenzione venne attratta da un gruppetto di bambini più grandi.

- Jazz, ci sono guai - dissi

Saltammo giù dal muretto e di corsa raggiungemmo il gruppo. Quando mi accorsi con chi se la stavano prendendo i bulli della scuola non ci vidi più dalla rabbia e mi accorsi che Jason al mio fianco tremava. Spinsi tutti quelli che avevo davanti e mi misi al centro davanti al bambino che era in ginocchio in lacrime.

- Chi è stato? - urlai

- Oh! Ecco un altro moccioso che vuole una bella lezione per poi andare a piangere dal paparino - mi prese in giro uno di quelli di quinta.

Io per tutta risposta gli diede un calcio ben piazzato ai gioielli di famiglia e lui si piegò in ginocchio con le lacrime agli occhi.

- Chi altro vuole assaggiare il mio piede? - minacciai.

L'unico che si fece avanti fu Jason che corse vicino a Nico per farlo alzare da terra. Perché si, il bambino che avevano preso in giro era il mio cuginetto, che era appena entrato in prima elementare. E non sopportavo che gli altri bambini prendessero in giro o maltrattassero i miei cugini, soprattutto Nico.

Mi voltai e gli scompigliai i capelli neri, lui mi sorrise."

"- Mi piace una ragazza! - esordì Jason entrando come una furia in camera mia, dove io e Nico stavamo studiando.

Jason frequentava il primo anno di superiore, io il secondo e stavo aiutando Nico a studiare per gli esami di terza media.

- E chi sarebbe la fortunata questa volta? - chiese il più piccolo alzando il sopracciglio.

Io scoppiai a ridere, eravamo consapevoli del fatto che Jason si innamorasse di una ragazza diversa a settimana.

- No, questa volta mi sono innamorato sul serio. Percy ti prego aiutami! - mi disse mettendosi in ginocchio.

- Sul serio? Stai chiedendo aiuto a Percy?! Ma è una frana! - mi prese in giro Nico.

Gli lanciai un'occhiataccia, ma lui non reagì. Era incredibile il modo in cui era cambiato dalle elementari. Prima era spaurito e bisognoso di difesa e adesso era lui che difendeva noi.

- E come posso aiutarti? Sentiamo - dissi

- Bè mi puoi aiutare perché la conosci, è un'amica di Rachel...P...Piper McLean - mi rispose

- Cosa? -

Jason mi guardò implorante."

Se avessi avuto un corpo sicuramente avrei sorriso, chissà perché proprio in quel momento stavo ricordando questi piccoli eventi. Poi ci arrivai, Nico e Jason era la mia famiglia, c'erano sempre stati, in qualsiasi momento.

Ma oltre ai ricordi che avevo con loro ne vennero fuori altri, che avevo completamento cancellato dalla mia mente.

"- Ecco il mio ometto - disse mio padre prendendomi in braccio.

Mia madre sorrise nel guardare quella scena così affettuosa.

- Guardalo ha solo cinque anni e ha già il tuo fascino, tesoro - disse poi dando un bacio sulla guancia di mio padre.

- Quando sarà grande strapperà i cuori a tutte le donne - commentò lui, lanciandomi in aria e facendomi ridere.

- Papà, passerai il Natale con noi, vero? - gli chiesi con l'innocenza dei bambini.

- Non lo so Perseus. Vorrei tanto, ma non so se riuscirò a tornare in tempo del viaggio che devo fare - mi disse dandomi un bacio sulla fronte.

Il suo sorriso si era spento, così come quello di mia madre. Io sentivo le lacrime pungermi gli occhi.

- Ehy ometto guardami! Ci proverò, c'è la metterò tutta! Te lo prometto -

La notte di Natale mio padre bussò alla porta della mia camera e mi svegliò con un bacio, consegnandomi un pacchetto.

- Buon Natale, Percy -

Quella era stata una delle poche promesse che aveva mantenuto."

- Percy...Percy...Percy...Percy Svegliati! -

Delle voci si confondevano, dicendo sempre la stessa cosa: il mio nome e "svegliati"

Ma dovevo svegliarmi da cosa? Che stava succedendo?

Cominciai a sentire di nuovo il mio corpo, gli odori, riuscivo a distinguere le varie voci, mi erano familiari. E poi...

- Andiamo Testa d'alghe, so che puoi farcela - disse la voce più bella di tutte, quella che sapevo appartenere alla ragazza a cui avevo dato il mio cuore.

Spalancai gli occhi.

E se il destino...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora