Percy
Ora si che potevo ritenermi felice. Ero mano nella mano con Annabeth e stavamo passeggiando sul lungo mare, avevo deciso di portarla ad un ristorante con vista sul mare.
Era un mese preciso che eravamo fidanzati e tutto grazie alla lingua troppo lunga di Talia e a quella di quell'idiota del fratello, che per giunta erano miei cugini. Ma non potevo lamentarmi, tra l'altro era grazie a loro se ero riuscito a confessare ad Annabeth e miei sentimenti e lei i suoi a me.
- Percy sembri un po' nervoso - mi disse Piper.
Già! Piper. Ora vi spiego... non era un appuntamento tra me ed Annabeth, cioè almeno l'idea era quella, ma a mio padre e a mio zio era venuta la brillante idea di conoscere la mia ragazza e quella di Jason. E quindi stavamo andando al ristorante per le presentazioni ufficiali.
- Andrà tutto bene cuginetto - disse Talia mettendomi un braccio intorno alle spalle.
- Posso sapere cosa ci fa tu qui? Non hai mica il fidanzato da presentare alla tua famiglia - mi lamentai.
- Sono tua cugina e sua sorella! - disse lei indicando prima me e poi Jason alle nostre spalle - E poi Annabeth è la sorella che ho sempre voluto -
- Grazie tante per l'amore fraterno - si lamentò Jason
Annabeth si mise a ridere poggiando la testa sulla mia spalla.
Poco dopo arrivammo al ristorante e ci mettemmo al tavolo che avevamo prenotato, i nostri parenti non erano ancora arrivati.
Il problema era che io non ero in buoni rapporti con nessuno dei due, certo con mio padre mi ero visto spesso nell'ultimo mese, ma non riuscivo a non avercela con lui e con mio zio avevo altre cose in sospeso.
- Percy vorrei ricordati che non sei l'unico ad avere problemi con tuo padre. Io non sono da meno, soprattutto ultimamente - mi ricordò Jason.
Aveva ragione, nemmeno lui andava molto d'accordo con il padre. Il problema era nato per la faccenda del divorzio e il fatto che lui e Talia erano stati costretti a separarsi per via dei genitori. Inoltre Jason viveva praticamente da solo, visto che il padre era sempre via per lavoro.
- Salve ragazzi! - disse una voce.
Mio zio e mio padre erano arrivati.
- Quasi non ci credo che state insieme senza litigare - mi lasciai sfuggire.
Talia mi tirò un calcio in uno stinco e mio zio mi guardò male.
Sapevo che era una pessima idea una riunione di famiglia, anche perché i due fratelli non si parlavano da un bel po' di tempo.
È si, vivevo in una situazione familiare disastrata! Famiglia potevamo chiamarci io, Jason e Talia ma senza i genitori.
- Cominciamo bene - sospirò mio padre.
Si sedettero e nessuno aprì bocca fino a che non arrivò l'antipasto. Poi cominciò l'interrogatorio. I nostri padri ci tartassarono di domande.
- Spero che questo fatto dei fidanzamenti non andrà a distrarvi dai vostri doveri - disse zio ad un certo punto.
- Zeus! - esclamò mio padre esasperato - Sono solo ragazzi -
- Se a te non interessa il futuro di tuo figlio non significa che io debba ignorare il mio - rispose il fratello
- Papà! - esclamò Talia
- Non ho detto questo - disse mio padre guardandolo male.
- Sapevo che andava a finire così - dissi alzandomi - Annabeth andiamo via. Non voglio mettermi a discutere anche stasera -
- Ma...Percy - cercò di dissuadermi Annabeth
- E ti pareva. Si vede che non ha avuto una figura paterna - infierì mio zio
- Papà vuoi smetterla - mi difese Jason
- Già è vero! E tu non sai niente, come al solito - dissi io, stavo per perdere le staffe e non eravamo arrivati nemmeno al primo.
- Perseus - mi richiamò mio padre.
Non mi chiamava mai con il mio vero nome, solo quando si arrabbiava.
- Ah già! Se parlo io non va bene, ma se tuo fratello ti dice quelle cose non sei capace a ribattere - continuai. Questa volta non mi sarei fermato e non mi importava di stare in un luogo pubblico, mi avevano provocato loro. - Non ti è mai fregato un accidente e allora continua a farlo, non interessarti alla mia vita adesso. E comunque ce l'ho avuta una figura paterna e sono sicuro che nessuno di voi due potrebbe essere migliore di chi mi è stato affianco -
- Abbassa i toni ragazzino! - disse mio zio
- Perseus smettila non è ne il luogo ne il momento per queste cose - disse mio padre
- Per te non è mai il momento -
Detto questo presi le mie cose e mi diressi all'uscita.
- Annabeth scegli tu quello che vuoi fare! - dissi prima di uscire.
Lei non mi seguì e pensai che era meglio così, la rabbia mi ribolliva dentro e non volevo prendermela con lei per colpa dei miei parenti.
Guardai la spiaggia, il mare mi calmava sempre. Decisi là su due piedi, andai in spiaggia, mi tolsi la maglia, le scarpe e mi buttai in mare. Avevo bisogno di farmi un bagno e non pensai che eravamo ad ottobre.
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E se il destino...
FanfictionAnnabeth Chase vive a San Francisco, ha degli amici fantastici, una bella famiglia e un quasi fidanzato, finché sua madre non decide di abbandonare lei e il padre. È così costretta a trasferirsi a New York con la nuova moglie di suo padre e i suoi...