Annabeth
- Hai detto Poseidone? Quel Poseidone? – chiesi stupita guardando i genitori del mio ragazzo.
Era strano, avevo incontrato due volte il padre di Percy ma non avevo mai sentito il suo nome. E forse era stato meglio così se quell'uomo era chi credevo io.
- Si ho lo stesso nome del dio del mare. Mia madre aveva le fisse – spiegò lui.
- No non è questo! Si insomma...c'è solo una persona con quel nome da quel che mi risulta – dissi – Mio padre è un'ingegnere e una volta ha fatto un lavoro per la Posidonia –
- Qual è il nome di tuo padre? – mi chiese il padre di Percy
- Frederick Chase! – risposi – Ma lei è davvero chi penso io? –
Poseidone guardò Sally come per chiedere una conferma.
- Ce l'avrà con noi per i prossimi anni – sospirò lei rassegnata
- Ce l'ha già con me e con te non ci riesce – gli fece notare lui.
Il padre di Percy si girò a guardarmi e mi mise le mani sulle spalle
- Si Annabeth sono io. Ma tu non dire niente a nessuno. Sin dalla scuola elementare Percy cerca di nasconderlo, capisco cosa significa essere mio figlio. E lui comunque non è tipo da interessarsi alla fama – mi spiegò
Nella sua voce sentivo una leggera supplica, sapeva che suo figlio non lo sopportava e che voleva evitarlo il più possibile, ma lui gli voleva comunque bene nonostante tutto.
- Mi vergogno per averlo fatto soffrire, per non esserci stato quando aveva bisogno di me. Tra noi è nato questo mezzo accordo, mi avrebbe visto e parlato quando volevo ma io dovevo evitare qualsiasi contatto con i suoi amici e i suoi insegnanti – raccontò Poseidone sedendosi sul divano, mentre Sally andava a preparare il caffè.
- Ma perché a scelto di fare così? Voglio dire, non penso che provi vergogna – dissi.
Non riuscivo a capire perché Percy si era comportato in quel modo, che c'era di male ad essere il figlio di un uomo straricco? Tra l'altro avrebbe avuto tutti ai suoi piedi senza troppi sforzi.
- Molte persone non capiscono e spesso se ne fregano dei sentimenti degli altri. Se sapessero la verità su Percy, si avrebbe molti amici, ma per cosa? Che tipo di amici? – mi chiese il padre
Solo allora capii il perché! La verità era che non riuscivo a capacitarmi che esistesse gente così malvagia.
- Avrebbe amici falsi, interessati solo ai suoi soldi e non a lui come persona – dissi
Poseidone annuì e il suo sguardo si fece cupo.
- Inoltre per via del mio lavoro ho molti nemici. Se sapessero che ho un figlio sarebbe nei guai a causa mia –
- Capisco – dissi
E capivo realmente, capivo cosa significasse dover vivere per paura che qualcuno scoprisse la verità e si prendesse gioco di me, capivo che significasse vivere con la consapevolezza di ritrovarmi in pericolo in qualsiasi momento. Capivo tutto questo e lo amavo ancora di più per il coraggio e la determinazione che aveva dimostrato. Non lo avrei lasciato mai, sapevo quello che provava e sarei rimasta al suo fianco costi quel che costi. Perché io lo amavo per quello che era e non avrei mai cambiato idea.
- Ora non farti prendere da quello che ti ho detto, Percy è sempre Percy. Non è diverso dal ragazzo che hai conosciuto un mese fa – mi disse Poseidone.
- Non l'ho mai pensato! – dissi sinceramente – Adesso vado a vedere come sta –
Andai in camera di Percy pensando a come potevo spiegargli che avevo scoperto il suo segreto, ma non ce ne fu mai il bisogno.
Il mio ragazzo era sveglio, seduto sul letto, con i capelli ancora bagnati per il sudore, gli occhi verdi brillavano di una luce che non riuscivo a capire e il suo viso non mostrava alcuna emozione.
- Percy come st... – lui mi interruppe con un gesto della mano.
- Non parlare, non voglio sentire niente e non voglio sapere come la pensi- mi disse con voce dura – Se hai intenzione di guardarmi con occhi diversi adesso che sai la verità, allora sappi che tra me e te non può funzionare –
Rimasi spiazzata da quelle parole, ma ero sicura che non lo pensava davvero. Nel corso degli anni era stato costretto a nascondere la verità e aveva eretto un muro attorno a sé, quello stesso muro che stava utilizzando con me in quel momento.
Mi avvicinai e mi sedetti sul letto accanto a lui, facendo intrecciare le nostre mani.
- Percy Jackson io ti amo per quello che sei, per la persona stupenda che c'è sotto questo guscio che stai creando e niente e nessuno mi farà cambiare idea. È chiaro Testa d'alghe? –
Percy mi guardò sorpreso, poi nei suoi occhi vidi una scintilla maliziosa e un sorriso strafottente si creo sulle sue labbra. Sapevo di essermi messa nei guai e probabilmente non ne sarei uscita indenne. Mi mise un braccio attorno alla vita e mi strinse a sé, mentre si allungava di nuovo sul letto trascinandomi. Io non mi opposi e mi ritrovai allungata al suo fianco, tra il muro e il suo corpo.
- Sbaglio, Sapientona, o hai detto di amarmi? –
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E se il destino...
FanfictionAnnabeth Chase vive a San Francisco, ha degli amici fantastici, una bella famiglia e un quasi fidanzato, finché sua madre non decide di abbandonare lei e il padre. È così costretta a trasferirsi a New York con la nuova moglie di suo padre e i suoi...