L'ultima speranza

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Annabeth

Due giorni erano passati, quei due maledetti giorni che la vita gli aveva concesso.

Quando avevo saputo la vera situazione di Percy mi ero abbandonata al dolore, avevo pianto tutte le lacrime che avevo in corpo. E adesso, come avevo fatto in questi due giorni, ero seduta su una sedia nella stanza del mio ragazzo, lontana dal suo letto, e lo guardavo. Era sveglio, ma non cosciente. Gli occhi erano spenti e vuoti, ti guardava ma era come se non ti vedesse, ed erano iniettati di sangue. La sua pelle era bianca e il respiro era quasi impercettibile. Gli parlavi ma non dava segni di averti sentito. Il dottore aveva detto che era una conseguenza del fatto che il polmone non funzionava, l'aria non arrivava bene al cervello e quindi i sensi non funzionava bene.

Potevo dire che lui era la cosa più bella che mi era capitata dopo che mia madre mi aveva abbandonata, Percy mi aveva ridato il sorriso e mi aveva fatto capire che cosa significava amare ed essere amati.

E ora che lo vedevo ridotto in quello stato, sentivo un buco enorme nel petto, non so se riuscirò davvero ad andare avanti senza di lui.

Mi alzai dal mio posto e mi allungai al suo fianco.

- Ho bisogno di te Testa d'alghe - dissi tra le lacrime - Non posso farcela senza di te, senza il tuo amore, senza i tuoi baci e le tue carezze -

Lo strinsi a me più forte che potevo, non volevo lasciarlo, non volevo lasciare che andasse via da me.

Ad un tratto una mano si poggio sulla mia spalla e mi voltai, era Sally e cosa più strana, stava sorridendo. Mi fece segno di spostarmi e mi accorsi che dietro di lei c'erano dei dottori, non capivo che cosa stesse succedendo. I medici presero il lettino di Percy e lo portarono fuori dalla stanza. Ero troppo scioccata per fare domande, ma Sally mi abbracciò con foga e io non potei fare a meno di ricambiare.

In quel momento entrò Poseidone e ci guardò sorridendo.

- Immagino che tu voglia sapere che sta succedendo? - mi chiese.

Annuii staccandomi dall'abbraccio.

- Un ragazzo ha avuto un incidente, ieri sera, e non ce l'ha fatta. I genitori hanno deciso di donare gli organi del figlio e il caso ha voluto che il giovane fosse compatibile con Percy - mi spiegò il padre del mio ragazzo - Lo stanno portando in sala operatoria e se tutto va bene riusciranno a salvarlo -

Ero confusa e anche parecchio. Ma qualcosa si stava accendendo in me, uno strano calore si diffuse nel mio corpo e capii che quel calore era una piccola parte di speranza che stava rinascendo in me.

- Davvero? - chiesi

- Si, davvero! - disse Sally.

Scoppiai a ridere, una risata liberatoria che probabilmente si sentì in tutto l'ospedale. Ma non mi importava. Certo, non era detto che uscisse dalla sala operatoria vivo, ma almeno c'erano cinquanta possibilità su cento che ce la facesse.

- Devo chiamare Talia! Devo avvisarla! - dissi euforica, prendendo il cellulare e uscendo dalla stanza.

- Sul serio? È vero quello che mi hai detto al cel? - mi chiese Talia che era appena arrivata insieme a Jason e Nico.

- Si è verissimo! Ora possiamo solo aspettare e pregare che tutto vada bene - dissi.

I ragazzi si guardarono tirando un sospiro di sollievo.

Sapevo che Jason e Nico tenevano particolarmente a Percy, certo erano cugini e lui era il maggiore tra i tre, ma si volevano bene come fratelli e sapevo che erano cresciuti insieme, al contrario di Talia che era cresciuta a San Francisco.

- Aspettiamo allora - disse Nico sedendosi. Jason si sedette al suo fianco mettendogli una mano sulla spalla.

- Vieni Annie - mi disse Talia sedendosi anche lei e facendomi segno di mettermi accanto a lei.

Mi sedetti e poggia la testa sulla sua spalla, mentre lei mi stringeva la mano.

Ora dovevamo solo aspettare e non so di preciso quando comincia a pregare tutti gli dei esistenti sulla faccia della terra.

E se il destino...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora