La scena che mi si presenta davanti mi spiazza completamente. Non ho nemmeno il tempo di collegare il cervello che mi butto su di lei. "Brutta stronza te ne devi andare" dico prendendo Amber per i capelli. Lei si stacca di colpo da mio fratello che rimane come scioccato da quello che ho appena fatto. Cosa pensava? Che sarei rimasta lì a guardare? A godermi lo spettacolo? Lei mi guarda con sfida "Altrimenti?" Chiede sorridendo in modo malefico. "Altrimenti ti ammazzo con le mie mani" dico mostrandogliele bene. "Prego" mi sfida. Non me lo faccio ripetere due volte e mi scaglio come una furia contro di lei. Inizio con il buttarla a terra e prenderla per i capelli. "Non ti è bastato rovinarmi la vita fino ad ora?" Urlo, ma lei non risponde. "Eh?" Dico stringendole i capelli ancora più forte. "Vuoi rovinarmela ancora?" Urlo. Urlo con tutto il fiato che ho in gola. "Ashley smettila" dice mio fratello duramente. Io inizio a battere le mani e ridere con sarcasmo. "Bravo vedo che hai capito i tuoi errori, per quanto? Una notte? Due? Menomale che avevi capito com'era veramente questa" dico scuotendo la testa. "Sei l'ultima persona che deve urlare" dice puntandomi il dito contro con disprezzo. "Tu che non sei mai venuta in ospedale, tu che sei venuta solo quando mi sono svegliato. Lei c'era, è venuta tutti i giorni, tu uno. Come ti ho già detto il giorno del mio risveglio non ti voglio più tra i piedi" dice guardandomi dritto negli occhi. Dopo questo credo che non ci sarà più niente che potrà aggiustare le cose. Queste parole mi colpiscono nel profondo ma non lo do a vedere. Metto su un sorriso falsissimo e mi avvicino a loro. "Sai pensavo che fossi più sveglio. Sono venuta tutti i giorni in ospedale, tutti i giorni. A volete entravo, altre restavo seduta fuori, sulla panchina, ma ero sempre lì. Un giorno ero proprio su quella panchina quando la tua ragazza ha deciso di mettersi a urlare per cacciarmi di li dicendo che io non avevo nessun diritto di stare lì. Insieme a Carter abbiamo mandato via lei, ma a quanto pare non è servito." Dico e lui mi interrompe girandosi verso di lei "È vero?" Dice e lei sbianca. "Avrete tutta la vita per parlarne, ma io no, quindi fammi finire" dico sempre con quell'aria da finta menefreghista perché so solo io lo sforzo che sto facendo per non scoppiare qui davanti a lui. "Qualche giorno dopo sono entrata in stanza, mi sono seduta di fianco a te e ti ho preso la mano. Ho iniziato a parlare, ho detto quanto mi mancavi e quanto mi saresti mancato per il resto della mia vita, perché avevo deciso di lasciarti vivere in pace dopo che ti saresti svegliato, ma continuando a venire in ospedale fino a quel momento. Poi è successo. Ti sei svegliato. Ero la persona più felice del mondo ma quando sono entrata il mondo mi è caduto addosso, tu hai parlato ed il mio cuore non ha retto. Ma va bene così. Da quel giorno io ho continuato con la mia vita e tu con la tua, andava tutto bene. Tu hai voluto interrompere questo nostro non considerarci e quindi ora non devi venirmi a dire che non mi vuoi in mezzo ai piedi perché io proprio non ti ho cercato" dico continuando a guardarlo negli occhi senza far trasparire alcuna emozione. "A questo punto credo di averti detto tutto quello che dovevi sapere, mi dispiace il fatto che tu abbia preferito credere a lei, di nuovo, piuttosto che a me, ma tutto insegna nella vita." Guardo i suoi occhi e li vedo lucidi, forse le mie parole l'hanno colpito, ma mai quanto le sue hanno ferito me. "Detto questo, vi auguro una buona vita, ma sappiate che da questo momento in avanti non ci sarà niente che mi farà tornare indietro sulla mia decisione." Mi giro, prendo Carter per mano e usciamo da casa mia. Saliamo in macchina e dopo aver guidato per cinque minuti nel completo silenzio, Carter si gira verso di me "Bimba tutto a posto?" Mi chiede dolcemente. Io annuisco. "Si, ho preso la mia decisione, se la sono cercata e non tornerò indietro sui miei passi tanto facilmente" dico stringendole la mano. "Sono orgoglioso di te, mia piccola principessa forte" mi dice sorridendomi. Ricambio il sorriso. "Andiamo da me a fare una partita alla play?" Mi chiede ed io annuisco felice. Ingrana la marcia e parte sfrecciando verso casa sua. Scendiamo dalla macchina e ridendo saliamo fino in camera sua. Ci togliamo la giacca e le scarpe e ci sdraiamo tutti e due sul letto: lui con le spalle contro la testiera del letto ed io in mezzo alle sue gambe. "Tieni" mi passa il joystick e così iniziamo la partita. "Ma dai non vale" dico lanciandogli il telecomando addosso. "Eh bimba che vuoi farci, sono bravissimo" dice vantandosi con la faccia soddisfatta. "E anche modesto, soprattutto quello" dico dandogli una piccola spinta sul petto. Lui si sdraia sul letto ed io appoggio la testa sul suo petto con il naso che gli solletica il collo, e nel momento in cui mi bacia, capisco che tutto quello che è successo oggi e tutto quello che succederà in futuro sarò in grado di superarlo con lui al mio fianco.
NOTA AUTRICE:
Buonasera a tutti!
È quasi Natale per fortuna! Come state?
Ashley sembra aver rafforzato il suo carattere, grazie anche alla presenza di Carter. E Tyler invece? Cosa ne pensate della sua figura? Cambierà o rimarrà così?
Spero di aggiornare al più presto.❤️
Fra.❤️
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My bad boy
RomanceLui ride, lei piange. Lui la illude, lei ci crede. Lui la ignora, lei lo ama Lei, Ashley Cooper, 17 anni, la classica brava ragazza con una bella famiglia e ottimi voti a scuola. Lui, Carter Johnson, 20 anni, scontroso, antipatico e con un passat...