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Jeongguk.

Il tepore dell'acqua calda mi fece chiudere gli occhi,e mi lasciai andare con la schiena al bordo della vasca piena bolle di sapone, rilassandomi.

Anche quella mattina avevo avuto un risveglio poco gradevole.

Ogni notte, quella scena raccapricciante riemergeva nei miei sogni,ma più che altro, erano veri e propri incubi macabri.
Non volevo più ricordarlo,eppure,non riuscivo a fermarli.

Mi sentivo in colpa, per non essere riuscito a salvarli.

Per non aver sentito il vetro della finestra rompersi.
Per non aver sentito i passi di mamma che si alzava dal letto,assonnata e spaventata.
Per non aver sentito Junghyun che si alzava dal letto e raggiungeva la cucina.
Per aver ignorato l'urlo disperato della mamma,perché il mio sonno era molto pesante.
Ma tutto accadde dopo.
Quando anche mio fratello cominciò ad urlare,e in quell'istante mi svegliai.
Preoccupato,corsi al piano di sotto,ma era troppo tardi.

Mamma e Junghyun,erano già morti,ed io e papà stravolti da un treno di emozioni dolorose.

Non abbiamo mai scoperto chi fosse stato ad ucciderli in quella maniera così orrida.E qualche mese dopo,Papà mi fece trasferire nella magione Kim,per nascondermi.Mi aveva spiegato chiaramente,che anch'io ero in pericolo,e non potevo più stare a Busan.

Sospirai.Chiusi il getto d'acqua e mi alzai,mettendo sulle mie spalle l'asciugamano bianca asciutta.
Mi asciugai,e rapidamente indossai i vestiti puliti.

Optai per una felpa verde muschio,con dei jeans chiari lievemente strappati sulle ginocchia,e i miei amati stivaletti Timberland.
Corsi in camera a prendere il cappotto lungo e il cappellino nero,e infine la cartella,che misi sulle spalle.

Sistemai meglio il ciuffo che fuoriusciva dal cappello,e sorrisi.
Ok,non mi sono mai vantato del mio aspetto esteriore,ma pensandoci,non ero sicuramente inguardabile.

Uscì dalla cameretta,e scesi la grande scalinata rapidamente,saltando all'ultimo gradino.
Entrai nella sala da pranzo,con un grande sorriso stampato sul viso, sperando vivamente che al tavolo ci fosse già seduto Seokjin,ma sapete bene che la fortuna è sempre dalla mia parte,giusto?

Mi bloccai sulla soglia pietrificato. Nel giro di un millisecondo,divenni serio e teso.

-che c'è,non si saluta?- Taehyung,era seduto al tavolo.Con le braccia conserte al petto e le gambe accavallate.
Mi squadrò dall'alto verso il basso,e si alzò.

-b-buongiorno...- sussurrai con la testa bassa.
-S-Seokjin hyung? Dov'è?- chiesi,molto a disagio.

-Non c'è.Lui lavora in un centro sociale.Ci va' ogni sera,e qualche volta non torna per il giorno dopo.- spiegò velocemente, mettendosi difronte a me.
Non provai nemmeno a muovere un muscolo.Il pensiero di qualche sua reazione brusca,mi spaventava.

-e quindi..?- chiesi intimorito,facendo un passo all'indietro.

-e quindi ti accompagno io.- disse semplicemente,superandomi.

"Oh,merda." mi ritrovai a pensare, più ansioso di prima.
Sospirai,e senza fare nemmeno la colazione,camminai verso il portone.
Mi stava aspettando lì,con una sciarpa bianca tra le mani.

-tiè,mettiti questa.- e me la buttò in faccia con menefreghismo.
Aprì il portone e uscì per primo.

Presi la sciarpa dal mio volto e la fissai.Ero perplesso,e non poco.
Adesso provava a fare quello gentile?
Senza fare storie,avvolsi la sciarpa attorno al mio collo scoperto.
Uscì anch'io.

Aveva già messo in moto la macchina,che non era quella di Seokjin,ma un po' diversa.
Il modello era lo stesso,ma di colore grigia.
Entrai in macchina,posizionandomi nei sedili posteriori.
Subito dopo partì.Il cancello automatico si spalancò,e finalmente uscimmo dal giardino della magione.

Alzai lo sguardo verso il finestrino,e osservai il paesaggio.
Da quando ero lì,non avevo più visto il sole.
C'era sempre un tempo minaccioso a Daegu.Il vento gelato penetrava nella carne,e arrivava a ghiacciare ogni parte del corpo.Invece,il respiro si trasformava in piccole nuvolette di vapore.

Spostai lo sguardo su Taehyung,che era impegnato a guidare l'auto.
Rimasi a fissare dallo specchietto la sua espressione del viso,costantemente corrugata,ma nonostante tutto,non smetterò di ammettere che era decisamente bello.
In quei diciotto anni di vita,non mi ero mai soffermato a squadrare un ragazzo nei minimi dettagli,e quella fu la prima volta in assoluto.

-Smettila di guardarmi, Jeongguk.- sbuffò.Roteò gli occhi,spezzando quel silenzio straziante.
All'istante,le mie guance si scaldarono.
Distolsi lo sguardo.

Presi a guardarmi le mani poggiate sulle coscie,che stavo torturando nervosamente.
L'aria in quella macchina a quel punto s'era fatta soffocante.
Il cuore mi batteva forte,le gambe non smettevano di tremare,ma il mio respiro era lento,a causa della paura di emettere un solo suono.
Divenni una statua,in sintesi.
Non feci nulla.Aspettai impazientemente che quella tortura terminasse.

Passò qualche minuto,e la scuola si faceva sempre più vicina.
Era una mia impressione,forse,ma il tempo andava più lento del solito.

-hai freddo?- spezzò il silenzio con la sua voce bassa e roca.
Rabbrividì.

-N-No..- mormorai,sprofondando nel sedile.

-stai tremando.- ne ero certo:anche lui mi stava osservando dallo specchietto della macchina,e la situazione non mi piaceva affatto.

-N-Non è vero..T-Ti sbagli..- risposi con un tono di voce basso e pacato.

Sbuffò sonoramente.
-Senti,smettila di fare il bambino che non sei.Okay?Mi dai su i nervi.- sputò acido.Eravamo arrivati.

-Anche tu.- dissi semplicemente,con gli occhi bassi.

-cosa?- non risposi.Mi resi conto di aver fatto una cazzata enorme.

-che hai detto?- chiese ancora,non arrendendosi.

-N-niente...- parcheggiò dopo qualche metro più avanti al cancello.
Lo guardai, terrorizzato.
Si voltò.

-non scenderai fino a quando non ripeterai quello che hai detto.-

-l-lasciami stare.- e velocemente scesi dalla macchina,con lo zaino su una spalla.
Udì la portiera della vettura aprirsi,poi sbattere.

-non scappare.- mi tirò per il polso.
Il mio zaino cadde in terra non appena mi sbatté violentemente alla macchina.

-che.hai.detto.-scandì per bene ogni parola. -non lo chiederò più.- parlò minaccioso.

-n-nulla..Adesso vai via!- lo spinsi,e ripresi lo zaino a terra.
Corsi verso il cancello,che varcai con una velocità assurda.
Non mi voltai nemmeno per vedere la sua reazione.
Mi stava dannatamente antipatico.

Rallentai il passato,e ripresi fiato.
Alcuni studenti mi stavano osservando straniti,ma io li ignorai completamente.
Senza perdere tempo,mi avvicinai a passo svelto verso la mia classe.

Avevo bisogno di sedermi e tranquillizzarmi...

ANGOLINO AUTRICI:

Scusate per il tremendo ritardo...Ho la febbre e non riesco a scrivere bene.
Infatti penso che questo capitolo faccia schifo.
Ma rimedierò...🐰

Non è completo il capitolo, infatti penso che scriverò la seconda parte in  questi giorni.
Scusate per gli eventuali errori.
Alla prossima.~💜

BLOOD OF VAMPIRE; taekook. [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora