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buona lettura </3

⊱•••⊰

Jeongguk.

-La fiducia. È molto importante in un rapporto; e anche in una situazione clinica: perché la fiducia è il fattore più importante per operare una breccia nel paziente? Se il paziente non arriverà a fidarsi di te, non sarà mai sincero con te e allora non serve a niente che venga in analisi.-
Lui era il mio professore di italiano, Mr. Joeng, uno di quelli che faceva risultare le proprie lezioni un momento di confronto con gli studenti. Aveva quel suo modo di fare che ti affascinava, le sue parole mi giungevano all'orecchio dolci ogni volta; poi il suo abbigliamento non passava certo inosservato: camicia a fiori bianca, cardigan beige di lana sulle spalle e pantaloni larghi e lunghi fin sopra le scarpe, che poi erano un paia vecchiotto nero con la punta lunga e appuntita: un po' da nonnetto ma lo trovavo tenero.
Lo ascoltavo con il mento poggiato sulla mano destra, la sinistra era ferma sul bicipite destro. Era l'ultima ora, la campanella sarebbe suonata a momenti quindi i miei compagni già stavano preparando la cartella; io invece rimanevo ad ascoltare le sue parole mentre interrogavo me stesso: di chi potevo fidarmi io invece? Forse ancora di papà? Mi voleva ancora bene?

A fine lezione ritirai l'astuccio e il quaderno nel mio zaino color porpora, lo misi in spalla ed uscii dall'aula, dirigendomi verso l'uscita della scuola; ma incontrai gli occhi di Jonghyun, che mi fissarono per qualche secondo prima di distogliere lo sguardo. Era insieme ad un altro suo amico ma non riuscii a decifrare chi fosse, forse lo avevo già visto in sua compagnia qualche volta. Guardai altrove e lo superai, procedendo verso la mia meta: mi aveva abbandonato anche lui.
Nella mattina avevo avvisato il signor Kim e Taehyung che sarei tornato a casa da solo, non avevo molta voglia di parlare tanto meno di raccontare a quest'ultimo cosa avessi fatto a scuola.
Mi mancava la mia famiglia, papà, mamma e mio fratello, anche il mio cane Taeyang: ricordo i pomeriggi passati a giocare con lui in giardino finché ci ricoprivamo di terra ed i vestiti odoravano di erba fresca. Sarei rimasto nel parco della scuola piuttosto.
Avevano da poco tagliato l'erba, si vedeva e lo percepivo dall'odore vivido. C'erano due altalene, quattro panchine le quali poi rovinate dalle scritte, che probabilmente qualche ragazzo aveva fatto a tempo perso: lasciai lo zaino vicino l'altalena, poi salii sulla giostra e poggiai la testa sulla catena: mi sentivo figlio di nessuno.
Tirava un lieve venticello, uno di quelli fini ma gelidi, e quel freddo mi arrivò dritto al cuore. Mi ricordai di Taehyung. Perché ce l'aveva con me? Perché non poteva essere rispettoso come sua sorella, come suo padre? Forse anche lui nascondeva un passato torbido alle spalle ed ora non riusciva a gestire un rapporto.
Una foglia cadde da un albero, era rossiccia; la guardavo e chiesi a me stesso se anche io sarei caduto come lei prima o poi.

⊱•••⊰

Dove il cielo è cupo e l'aria pura viene mischiata con le polveri pesanti, le strade diroccate sono macchiate dal rosso del sangue di chi è stato codardo, chi invece ha mostrato le proprie fragilità umane.
Qui, un uomo dall'animo avido ed empio guidava i vampiri, li controllava e comunicava con le divinità che dagli inferi, chiedevano loro dolci anime per soddisfare le proprie crudeltà e perversioni. Egli aveva un aspetto consumato, inquietante, disturbante secondo i giovani vampiri del posto. Rimaneva nella sua stanza sporca e puzzolente senza mai uscire fuori; ma così erano abituati a vivere quelli. Aveva gli occhi graffiati dal dolore, accesi dall'ira e mangiati dal vuoto: un mostro.
Nel presente, che loro contavano come unico spazio temporale, il signor Kim andò a fargli visita di sua richiesta. Ed ecco che entrava in quel luogo marcio, lo trovò fermo nell'angolo come sempre:
-Cosa la spinge a volermi qui in questo orrido posto?- chiese l'uomo ricco, padre del biondo, con voce rigida.
-Le anime dei suoi genitori sono state squartate da loro. È stato mandato un compito a vostro figlio dal cielo.- la sua voce era graffiante, e talmente fastidiosa da generare urla di delirio anche al più coraggioso dei vampiri.
Il signor Kim rimase in silenzio con le mani unite che tremavano un po'; deglutii, serrò la mascella, teneva lo sguardo sulla sua schiena: nessuno guardava l'essere negli occhi, erano fatali.
-Se suo figlio lascerà scappare quel ragazzo, allora anche la sua anima come altre verrà demolita e i vermi si ingozzeranno del suo corpo pallido. Che disgrazia per noi vampiri, che vergogna, che delusione! Badate a quel giovane vigliacco che distrugge il suo mortale!- Urlò impetuoso contro l'uomo; si mise le zampe in testa e la stritolò, graffiandosi.
L'anziano afferrò con offesa e rabbia le parole della creatura, ma non era suo diritto controbattere. E ordinò, come un dittatore: -Andate via!- e delirò nell'angoscia, colmò le mura di urla tormentanti. Il vampiro sparì nell'ombra.

⊱•••⊰

Taehyung.

A cena Jeongguk era seduto di fronte a me. Tenevo lo sguardo basso, giocavo con la forchetta nel piatto, che ancora era pieno: non ero solito mangiare molto durante i pasti, tra l'altro era cibo umano e per quanto mi sforzassi non faceva più parte delle mie abitudini quotidiane.
Percepivo i suoi occhi che ogni tanto si posavano sulla mia figura, distinguevo un senso di preoccupazione nel suo animo. Era preoccupato per me? Pft. Perché avrebbe dovuto farlo se nemmeno mi andava a genio e lo sapeva, se lo facevo piangere ogni volta. Eppure ancora preservava del buono nel suo cuore. Avrei voluto sapere chi ci fosse dietro quello sguardo timido e timoroso.
Incrociai le posate nel piatto e mi alzai: -Ho finito.- annunciai e voltai le spalle agli altri; mi diressi verso il giardino con le mani nelle tasche dei jeans neri.
Era una sera di quelle da sprofondare gli occhi nella luna e lasciarci i propri pensieri. C'era vento, l'aria era diventata rigida ma io non lo percepivo ovviamente: ovunque passavo i fiori perdevano colore e morivano, e la terra si seccava. Mi sedetti sul bordo della fontana che mio padre aveva fatto costruire ai primi tempi del nostro alloggio qui, quando ancora quell'angelo dolce correva intorno a questa. Sorrisi pensandoci e mi alzai ripetendo la medesima azione camminando, tenevo le mani dietro la schiena, l'accenno di un sorriso potevo percepirlo ai lati delle mie labbra. Ma sapevo che questo momento sarebbe stato interrotto, le cose più belle durano sempre poco.

-Ehi.-
Era lui, il moccioso.
Si sedette sul bordo della fontana come fosse stato il benvenuto. Lo guardavo con un sopracciglio alzato: Perché era venuto a disturbarmi? Non era casa sua, non poteva fare quello che voleva.
-Mi piace guardare la luna, a te no? È così silenziosa da lontano eppure ci parla continuamente.- Abbassò lo sguardo, io lo osservavo di sottecchi. Non dissi nulla.
-Fa freddo questa sera, eh?- Continuò ma io non proferii parola. Allora cominciò a giocare con le proprie mani, era ansioso ora e forse la cosa mi divertiva e non ne conoscevo il motivo. Anche se...
Si alzò e fece per andarsene, ma io lo fermai prendendolo per il polso. Mi tolsi il giubbotto di eco-pelle che tenevo addosso e glielo poggiai sulle spalle: -Dove vai?- Ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi e lui fece lo stesso. Era intenso. Purtroppo la risposta non mi piacque quanto quel contatto visivo.
-Voglio fare un giro per il quartiere, da solo. Tu nemmeno mi parli.- Guardò altrove per paura di una mia brusca reazione, le guance che quasi arrossivano e contrastavano con il colore della sua pelle candida.
-Tu non uscirai mai da questa casa se non per andare a scuola, Jeongguk.- Affermai con tono fermo, freddo quanto il vento che tirava, ma forti quanto il mio tono mi arrivarono al petto i suoi occhi sbarrati che presto si riempirono di lacrime. Mi spinse e buttò il mio giubbotto a terra: -Sono stanco di stare in questa casa! È possibile che tu non riesca a dirmi una sola parola che non sia cattiva e mi rechi dolore? Sei cattivo, Taehyung. Mi stai facendo odiare qualsiasi cosa qui!- E se ne andò lasciandomi solo, con i rimorsi che adesso mi divoravano lo stomaco come fossero vermi velenosi.
Aveva ragione, non ero in grado di parlargli dolcemente, respingevo qualsiasi sua buona azione per me.
Ero un mostro, e ancora non conosceva la parte peggiore di me.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 01, 2021 ⏰

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BLOOD OF VAMPIRE; taekook. [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora