Capitolo 2: 30 gennaio 1976

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I giorni passano in modo molto lento da quando mi è stato rigorosamente vietato di ascoltare i Queen. Ho provato a disubbidire mia madre ma ho solo complicato la situazione, "costringendola a distruggere tutti i miei dischi per il mio bene " . È stato straziante vederla in giardino, mentre li distruggeva... li avevo comprati con i pochi spiccioli guadagnati badando all'odiosa figlia dei Loreta  i vicini. Fortunatamente so le canzoni a memoria , così è come se le riascoltassi ogni volta che ne ho voglia. Inizio a canticchiare Bohemian Rhapsody, e rido all'idea che quella voce tanto chiara e acuta sia in realtà di Roger Taylor, un fon Giovanni con i fiocchi. Sorrido al pensiero di un Roger rifiutato dalla sottoscritta e, diamine, sarebbe impossibile... Io stravedo per lui. Mia madre, fortunatamente non sa che sono iscritta al fan club ufficiale dei Queen, dunque posso spedire lettere su lettere, sperando che un giorno mi rispondano...
OH CRISTO, LA LETTERA.
MI PRECIPITO FUORI ALLA CASSETTA DELLA POSTA E
niente. Non mi hanno risposto ancora...forse, non lo faranno mai. Forse è solo una fantasia... Forse è solo una falsa speranza. Ritorno a casa, decisa nel scrivere l'ennesima lettera, la più sentimentale e piena di stima a, indovinate chi? Il dottor Brian Harold May. Quel ragazzo ha tutta la mia stima. Ha più o meno la mia età ed è una legenda del Rock e dottore in astrofisica. Che bello sarebbe fuggire su un razzo, scappare nello spazio e sentire finalmente il silenzio più totale.
Basta fantasticare Gaia, su. Devo scrivere e ho bisogno di concentrazione...
«Caro Brian... È la seconda lettera che ti invio, nella speranza di una tua risposta. La situazione sgradevole a casa persiste, mamma mi ha vietato di ascoltare le vostre voci, mi mancate e mi manca anche papà. Non ho notizie di lui e forse è meglio così. Sarebbe bello se potessi salvarmi Brian... Dio quanto sarebbe bello scappare con voi da tutto questo. Voi, Queen, siete la cosa più bella che abbia mai scoperto e mi date la forza per sopportare tutto ciò.
Con affetto
Gaia»
Scendo di corsa le scale e per evitare che mamma possa vedere cosa stringo al petto, esco fuori senza avvisare. Lecco il francobollo.
"DOOOVE VAIIIIIII"
come una voce può essere tanto fastidiosa?
" HO...PER SBAGLIO LANCIATO LA GONNA FUORI DALLA FINESTRA , LA VADO A RECUPERARE".
l'ha bevuta, che idiota. Corro all'impazzata finquando non vedo la bici del postino. Gli consegno la lettera con occhi pieni di speranza.
" Ancora con questo Bruno?"
'' si chiama Brian e, si. La speranza non muore MAI" sorride , forse sta pensando a quanto sia cretina, ma non mi importa. Torno a casa con gli occhi lucidi e con "" love of my life"" che mi vaga per la testa...

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