07 - Poker Face

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I wonder why
Yesterday you told me 'bout the blue blue sky
And all that I can see is just a yellow lemon-tree
I'm turning my head up and down
I'm turning turning turning turning turning around
And all that I can see is just another lemon-tree...



Marco cambiò canzone e sbuffò fermandosi a prendere fiato. Aveva corso per km come ogni mattina.
Alla fine concentrarsi unicamente sullo sforzo fisico era stata la migliore medicina.
Per giorni, mesi, aveva immaginato che quel giorno si era poi recato alla cerimonia.
Si era visto più volte prendere un aereo e presentarsi urlando a pieni polmoni "io mi oppongo", rapendo subito dopo il suo J.
Alle volte in quei sogni a occhi aperti fuggiva con un tappeto volante stile Aladdin.


How you turned my world,
You precious thing
You starve and near-exhaust me
Everything I've done,
I've done for you
I move the stars for no one
You've run so long
You've run so far
Your eyes can be so cruel
Just as I can be so cruel
Though I do believe in you
Yes I do Live without the sunlight
Love without your heartbeat I,
I can't live within you I can't live within you
I, I can't live within you....



Marco sbuffò spazientito, come c'era finita quella canzone nella sua playlist? Doveva esser stato Azul, la seconda chitarra del gruppo dei sui amici, gli I Want Kiwis. Era lui ad adorare David Bowie, in quel periodo in modo patologico.
«Dovresti abbandonare il calcio è darti alla musica» gli ripeteva ogni giorno il chitarrista.
«Così potrò diventare un nomade come te?» Gli rispondeva sempre Marco.
Ogni volta che si svegliava guardava il cielo pensando a J e a cosa stesse facendo, reputandosi alquanto triste e patetico ogni volta.
Quando il calciatore si alzava, il pattinatore era in piedi da un pezzo e quando Marco andava a letto, l'altro si svegliava. Le loro vite avevano andamenti sempre più diversi, ormai tutto attorno a lui gli pareva così vuoto.
Aveva l'impressione di andare alla deriva nel mare dell'indifferenza. Niente aveva davvero importanza. Tutto proseguiva noiosamente in automatico.
Con molte probabilità stava giocando la miglior stagione della sua carriera, suo padre non era mai stato così orgoglioso, ma non gliele importava. Si sentiva inaridito come un pozzo ormai prosciugato, privo di emozioni. Perché senza lui tutto pareva insipido e insapore.
La sera prima della partita la quadra andò in ritiro. La tensione era palpabile. Era decisiva per la vittoria del campionato.
Forse per distrarsi, mentre passavano le ultime ore libere nella sala comune dell'albergo, i ragazzi misero su un canale a caso, cercavamo un po' di musica nulla più. Non potevano sapere che sarebbe apparso lui.
Una leggiadra figurina che usciva dalla tenebra. A Marco parve di tornare a respirare dopo un'interminabile apnea.
Poker Face, era quello il brano su cui aveva scelto di pattinare, era decisamente da lui.
A Marco scappò un sorriso ricordando molte sere passate assieme a discutere di musica.

Quando finalmente tornò in camera, si buttò sul letto cercando di ignorare la voce d Manuel che blaterava sulla formazione.
Alla radio stavano dando uno dei brani dell'ultimo film Disney.


Chiamami pazzo
O anche di più
Però nel mio sogno

So che c'eri anche tu
Ho aperto I miei occhi
E nel cuore ora ho
Una nuova canzone
Che per te canterò

Questa mia melodia
Nasce dal nostro amore
Ogni nota è un battito del nostro cuore
Avremo un legame
Che vive per sempre
In ogni parte del mio corazon
Avremo un legame
Che vive per sempre
In ogni parte del mio corazon...

L'Amore Comunque - the sound of silenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora