Extra 03

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Swan Lake Waltz


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Marco squadrò Sabrina e incrociò le braccia al petto. «Come scusa?»
Lei sorrise incoraggiante. «È un'idea stupenda e J è d'accordo con me! É per una buona causa, i fondi raccolti serviranno per la ricerca. Ho fatto i salti mortali per mettere insieme tutto e creare l'evento. J è stato così carino da prestarsi al gioco... non puoi non partecipare!!!»
Ormai era incastrato, come poteva rifiutarsi?
E bravo J, metterlo in palio con la scusa della causa benefica!
Ma gli avrebbe trovato un degno rivale!







«Mickey cosa?» Esclamò J senza parole.
Mickey rise divertito, era incredibile l'impegno che l'amico mettesse nel fingersi offeso ogni volta che Marco non si comportava come preferiva lui. Però era anche quello il bello del loro rapporto, un legame che andava ben oltre le aspettative.
«Ti ho addestrato bene mio apprendista» sogghignò il calciatore, rivolgendo al giovane pattinatore un sorriso sornione. «Rendimi orgoglioso.»
«Non ci posso credere fai il tifo per lui e non per me???»
Marco lo adorava quando faceva il sostenuto. Lo guardava con quel labbro tremulo e lo trovava esilarante. «Mi hai messo in palio, pensavi davvero che non avresti avuto contendenti?» Aveva voluto creare quel gioco? Un po' doveva sudare!
J e Sabrina avevano organizzato in montagna una corsa amatoriale e avevano ben pensato di mettere una cena assieme a Marco come primo premio, per invogliare le persone a partecipare.
J era sicuro di vincere, pochi sportivi, una corsa poco impegnativa...
Al calciatore era parso strano che avesse deciso di fare qualche allenamento di jogging assieme a Diego in tarda serata. Perciò non voleva che Marco lo vedesse, sperava di sorprenderlo con i suoi strabilianti risultati.
Quella sera rimase adirato tutto il tempo, Marco non gli dette peso, ormai sapeva riconoscere la vera rabbia dal gioco di fingersi offeso.
Il calciatore non aveva molto tempo, l'inizio del campionato incombeva e quell'estate voleva rilassarsi il più possibile assieme al suo J. Si era preso alcuni giorni liberi in vista del proprio compleanno, per qualche giorno il secondo avrebbe potuto tranquillamente gestire ogni cosa. Aveva rinunciato anche alle corse mattutine per potersi svegliare, almeno qualche giorno, assieme a J. Anche se questo comportava il dover sopportare i suoi video mattutini di buongiorno, dove filmava il suo faccino assonnato, su cui si notava l'evidente segno lasciato dal cuscino, e farfugliava cose. Marco se la rideva, adorava guardarlo sbadigliare, arruffarsi i capelli, togliersi una delle innumerevoli mascherine e fissarlo con i grandi occhioni chiari mentre sul volto da cucciolo si delineava un sorriso incerto.
Doveva ammettere che era bello svegliarsi assieme. Gli piaceva così tanto stare a letto che spesso, quando J tentava di alzarsi, lo trascinava di nuovo giù, bloccandolo sotto di sé, mentre l'altro protestava ridendo.
«Ti piace stare sopra vero?» Lo provocava ogni volta.
Passavano la mattinata sulla spiaggia del lago. J si era ustionato subito il primo giorno e Marco aveva potuto godersi il suo piccolo esaurimento, mentre esclamava quanto odiasse il sole e l'estate. Però aveva fatto le fusa come un gattino, quando Marco si era adoperato ad applicare la crema doposole.
Mickey e Axells erano arrivati assieme a Manuel e Sabrina. Doveva essere un fine settimana tranquillo e invece avevano deciso di metterlo in palio come un prosciutto.
«Sei rosso come un cocomero» esclamò Mickey quando vide l'amico facendolo sbuffare.
J lo squadrò. «Non credere che non saprò ottenere l'ambito premio solo per questo piccolo intoppo.»
Mickey a momenti soffocò dalle risate. «Hai paura di quello che potrei fare se dovessi vincere io?».
«Certo che no...» sbuffò, sollevando gli occhi al cielo.
L'amico lo fissò divertito a occhi socchiusi. «Che peccato... credo di aver messo gli occhi su di lui da così tanto tempo. Corriamo assieme tutte le mattine, chissà...» J lo fulminò con lo sguardo. Mickey non riuscì a proseguire e rise nuovamente. «Dovresti vedere la tua faccia! Davvero pensi che possa mai vedere Marco in quel modo? Lo sai che quando è in vena mi chiama ancora piccoletto? Neanche fossi uno dei suoi pulcini.»







L'Amore Comunque - the sound of silenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora